«La ricostruzione post sisma 2016 mi ha posto nella condizione di dovermi occupare non solo degli edifici ma anche della grande crisi demografica dell’appenino centrale. Si è reso necessario, dunque, articolare una serie di attività che oltre della ricostruzione in senso stretto si occupasse di come rendere attrattivo e sicuro il territorio. E abbiamo elaborato un modello, il ‘Laboratorio Appennino centrale’, che prevede una strategia non solo in grado di affrontare la crisi sismica, climatica e demografica ma che metta anche l’uomo al centro. E in questo senso ci siamo resi conto come le impostazioni del ‘green deal’ di Timmermans andassero nel senso diametralmente opposto«. Lo ha detto il senatore Guido Castelli, che insieme all’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia, è stato il promotore del convegno «Ambiente ed Energia: contro le eco-follie per un futuro realmente sostenibile», svoltosi oggi presso la sala Koch del Senato.
«Nella ricostruzione il tema ‘ambiente’ è stato cruciale, e infatti è stato premiato l’efficientamento energetico delle case, curata la costruzione di acquedotti antisismici e contrastato l’abbandono del suolo. Lo abbiamo fatto condividendo con alcuni ministeri le loro politiche pubbliche, in modo da creare un modello di rilancio delle aree interne. In questo senso abbiamo stilato un protocollo con il ministro Lollobrigida per la riattivazione della filiera agricola, con Fitto prima e Foti poi abbiamo inserito il tema della politica di coesione nelle aree interne e con il ministro Calderone quello della neo imprenditorialità. Perché il focus è ricostruire, rigenerare e sviluppare una strategia e un modello utile per molte altre realtà europee». E prosegue: «In un’area centrale d’Europa, che è anche strategica perché è la porta verso l’Africa del Piano Mattei e il ponte verso i Balcani che si accingono ad entrare in Europa, abbiamo elaborato questo modello basato sulla stimolazione delle imprese. Un modello che ci porta a dire che il ‘green deal’ in Italia non è adeguato, motivo per cui è necessario correggerlo e renderlo coerente con le grandi emergenze e necessità delle nazioni».