Voci sul ritrovamento di un ‘gigante’ in Sardegna: risorge antico mistero

La terra sarda, illuminata dal sole e rinfrescata dal mare, non è solo una località balneare. Dove il sole batte poco, misteriosi reperti emergono qualche volta, e – si dice – vengono fatti sparire.

Il 30 giugno è una di quelle volte. Nel complesso nuragico di Barru, tra i comuni di Guamaggiore e Guasila, è stato rivenuto uno scheletro. «Ha un femore enorme», le parole del sindaco di Guamaggiore Nello Cappai, citato dal quotidiano Unione Sarda. Il sindaco parla di una stima, a occhio, di 60 cm, poi si corregge in 80, secondo quanto dichiara un giornalista di Sardegna Sotterranea raggiunto al telefono da Epoch Times. «E Cappai non è un nanetto, è 1,75 anche lui», spiega il giornalista, Marcello Polastri.

Ma la soprintendenza archeologica sarda nega. «Tutte fantasie» per il dott. Alessandro Usai, tra le persone a occuparsi dello scavo.

Più nello specifico, spiega la dott.ssa Chiara Pilo, responsabile principale dello scavo per conto della soprintendenza, si potrebbe trattare di una persona «alta, più alta per la norma, ma niente di eccezionale. Assolutamente normale».

La dottoressa è un’archeologa, non un’antropologa, quindi non è in grado di definire precisamente quale sia l’altezza che ci si aspetta da un ritrovamento del genere, ma chiarisce che in ogni caso non le sembra gigante.

«Dai dati grafici sappiamo che non è di età nuragica, perché era sopra il crollo delle nuraghe». Non era una persona posta nella tomba, ma era stato gettato o è caduto o deceduto lì. Le cause non sono chiare. La datazione non è ancora precisa, ma si parla di uno scheletro di centinaia di anni fa.

Il ritrovamento verrà affidato ad un antropologo per ulteriori studi. «Consideri che il femore entrava tranquillamente, per lungo, in una cassetta da cantiere», spiega la dottoressa, stimando la lunghezza della cassetta a «poco più di 50 cm». La soprintendenza ha fornito a Epoch Times una fotografia.

Quando Epoch Times ha cercato di contattare il sindaco Cappai per la conferma delle sue dichiarazioni, il primo cittadino non ha negato, ma ha detto di non poter aggiungere niente: «Siccome ci sono i carabinieri di mezzo, mi hanno detto di non parlare. Faremo una conferenza stampa, penso presto, per registrare tutto, dopo che ci saranno alcune certezze sulla cosa». Anche la dottoressa Pilo ha parlato di una conferenza stampa quando ci sarà più chiarezza.

«È una cosa stranissima, mi pare paradossale – commenta Marcello Polastri, giornalista di Sardegna Sotterranea e archeologo, che da tempo si occupa di questi ritrovamenti in Sardegna – Capisco che i carabinieri debbano fare un’indagine, per carità. Se il sindaco da primo cittadino dà una notizia alla stampa che la divulga e poi lo chiami e dice “non posso dire niente” mi pare una cosa strana».

«A detta di altre persone è già capitata, anche nell’occasione del signor Igino Argiolas; i carabinieri erano andati da lui, con il Podestà, il sindaco del paese; c’erano anche altri uomini, non ho capito se fossero della soprintendenza, ma lui ha detto che c’erano anche delle ‘persone esperte’ che fotografarono, misurarono e poi fecero sparire tutto».

«Il sindaco ha parlato e poi è stato ‘richiamato all’ordine’», dice Polastri.

GIGANTI IN SARDEGNA: UNA STORIA CHE VA AVANTI DA ANNI

In Sardegna, le voci sui giganti sono sorte più volte negli anni. A proclamare ritrovamenti di scheletri giganti – solitamente tra i 2,4 e i 3 metri di altezza – sono state persone di tutte le estrazioni, dai sindaci ai falegnami. Polastri ha condotto numerose interviste con queste persone e le ha registrate anche su video.

Racconta di aver poi chiesto ad un collega archeologo presso la soprintendenza di cercare sui registri tracce di questi ritrovamenti di anni fa. Nulla, né giganti né scheletri normali, secondo quanto racconta.

«Io mi fido di quello che ho visto io in anni di lavoro – dice la dottoressa Pilo commentando sull’ipotesi delle sparizioni di scheletri giganti ritrovati negli anni – poi ognuno farà fede a quello che ha visto personalmente. Però è fuori d’ogni dubbio che qui in soprintendenza qualcuno possa nascondere un dato del genere, perché non si capirebbe il motivo».

Tra i presunti testimoni oculari di scheletri giganteschi c’è Igino Argiolas, un falegname che racconta di come suo padre avrebbe rinvenuto uno scheletro di un individuo gigantesco, che Igino stesso, da bambino, aveva visto.

«Aveva la testa come un bue, grande», spiega Igino, ormai più che 70enne. Suo padre aveva trovato 32 scheletri di dimensioni normali nel grande giardino che possedeva. I primi scheletri rinvenuti erano di un uomo, una donna e un bambino.

In seguito le autorità di Cagliari avrebbero preso tutti i ritrovamenti e «poi non ne abbiamo saputo più niente».

Tutto questo prima ancora di scoprire il gigante. Infatti il gigante, secondo Igino, è ancora lì, sotto terra. «Nella separazione del terreno [con il mio vicino] – spiega – c’erano siepi di fichi d’india e il confinante aveva detto [quando erano arrivati i carabinieri] che i fichi d’india non si toccavano. Mio padre allora ha tagliato una lastra e ha scoperto che c’era il gigante sotto. Ma è rimasto lì, le autorità non lo sanno». Tutto questo succedeva nel 1943-44.

Ha fatto delle foto?

«No, come facevamo in quel periodo, era in tempo di guerra. Sono venuti quelli di Cagliari e hanno preso i reperti archeologici trovati. Al bambino gli avevano preso i denti, e alla donna i capelli. Hanno preso le ossa e tutti i reperti archeologici. Li hanno presi loro di Cagliari, ma poi non ne abbiamo saputo più niente».

Quindi il gigante non c’è più?

«Il gigante è ancora lì. Perché con Marcello [Polastri] volevamo fare una ricerca lì, perché lì c’è un supermercato, c’è un passaggio pedonale… E sto aspettando Marcello e non s’è fatto più vedere». [Polastri dice che sarebbe illegale mettersi a scavare lì di testa propria ndr]

Si può fare adesso una foto al gigante?

«Se si scava sì».

È coperto dalla terra?

«Si, ormai l’avranno tutto coperto quel gigante lì. Ma io so dov’è».

Sono stati ritrovati altri scheletri di giganti in Sardegna?

«Sì, a Pauli Arbarei».

Le autorità come si sono comportate?

«In quel periodo lì non c’era niente [a livello di autorità locali]. Sono arrivati quelli di Cagliari, quelli della prefettura di Cagliari e hanno preso tutto e hanno portato via a Cagliari e non risulta da nessuna parte che sono stati trovati scheletri a Terralba. Io l’ho visto e ho fatto l’annuncio sui giornali di Terralba… Ed è venuto Marcello e quello di Pauli Arbarei».

E l’altezza di questi giganti a Pauli Arbarei?

«Più o meno quelli di casa mia. 2,4-2,5 metri».

E nessuno ha mai riportato il fatto del ritrovamento di questi scheletri?

«Nessuno perché il parroco ha avvisato i carabinieri, i carabinieri hanno avvisato Cagliari e a Cagliari sono venuti a prefettura. Hanno preso tutto e non ci hanno lasciato nessuna cosa scritta. Io avevo 10-11 anni».

Quando sono arrivate le autorità….

«Quando sono arrivate, mio padre non era ancora arrivato a scavare lì [dove c’era il gigante]».

Quindi è dopo, che suo padre ha scoperto lo scheletro.

«Sì, l’ultimo che ha scoperto è il gigante».

Era sotto i fichi d’india?

«C’era una siepe di fichi d’india che separava il terreno di mio padre dal vicino».

Il gigante è rimasto sottoterra sotto questa siepe?

«Sì, ma la siepe non c’è più».

Cosa c’è ora?

«Un supermercato, ma non hanno scavato lì. C’è un passaggio pedonale e a fianco un supermercato. È rimasto sotto».

E nessuno si è mai accorto che lì c’era un gigante?

«E’ perché mio padre non l’ha mai detto a nessuno».

Era in mezzo a delle pietre?

«No, nella terra».

Quindi suo padre dopo che l’ha visto l’ha ricoperto?

«L’ha ricoperto un’altra volta, e non ha detto niente a nessuno».

E lei non l’ha tirato fuori in questi anni?

«No, perché il terreno di mio padre l’abbiamo venduto e poi ci hanno costruito il supermercato».

Quando ha annunciato al giornale di Terralba che c’era il gigante?

«Il comune di Terralba non lo sa. Io ho scritto a Terralba ieri oggi [cioè di recente], ho fatto l’annuncio e l’ha letto Polastri e Muscas e sono venuti loro qui, ne abbiamo parlato insieme. Marcello vorrebbe scavare lì. A Terralba non l’ha letto nessuno [l’annuncio]».

Adesso come stanno procedendo le sue collaborazioni con Polastri e Muscas?

«Sto aspettando Polastri. Gli sto preparando delle punte di frecce di ossidiana. Le faccio io, le costruisco io, non sono reperti antichi, sono fatti a mano da me».

Intervista di Massimiliano Russano.

 
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