I progetti bellici degli Usa finiti nel cestino? Li sviluppa la Cina

Nei primi anni del 2000, la Lockheed Martin ha cominciato a progettare delle piattaforme semi-spaziali che lavorassero a fianco dei satelliti degli Stati Uniti. Tali piattaforme erano ritenute necessarie per la sopravvivenza dei sistemi d’intelligence, sorveglianza e ricognizione statunitensi, che si basano sulle attività dei satelliti.

Eppure, come molti altri sistemi bellici americani atti ad anticipare future minacce, il progetto è stato lanciato attraverso tagli di bilancio e con un senso di sicurezza eccessiva: gli Stati Uniti si sentivano così avanti agli avversari, da non doversi preoccupare. E ora, al pari di molti altri progetti militari americani abbandonati, queste piattaforme semi-spaziali sono in fase di sviluppo da parte del regime cinese.

Il 19 ottobre Ihs Jane, agenzia di intelligence sulla difesa e la sicurezza americana, ha riferito che il regime cinese ha testato un dirigibile ad alta quota (Haa), lo Yuanmeng. Il ‘Sogno’ (traduzione letterale dal cinese, ndr) è un progetto della Compagnia tecnologica aerospaziale di Pechino e dell’Università di astronautica ed aeronautica di Pechino.

Entrambe le società, secondo Ihs Jane, «hanno mostrato le loro ambizioni nel produrre dei grandi Haa per operazioni semi-spaziali costanti, simili ai prototipi statunitensi dei primi anni 2000».

Richard Fisher, autore dell’analisi pubblicata da Ihs Jane e membro del Centro internazionale di valutazione strategica, ha spiegato a Epoch Times in un’intervista telefonica perché questi sviluppi meritino attenzione.

Con dei velivoli vicini allo spazio, il regime cinese avrebbe una copertura «quasi continua» sotto di sé, e «questi sensori sarebbero potenti abbastanza da permettere alla Cina di mirare a qualsiasi imbarcazione con i suoi missili balistici anti-nave e missili cruise su qualsiasi piattaforma».

Secondo Fisher, anche se gli Stati Uniti dovessero iniziare a sviluppare tali sistemi a partire da adesso, il regime cinese potrebbe avere presto delle versioni operative, mentre gli Stati Uniti sarebbero ancora al livello dei prototipi. Ne consegue un pronostico preoccupante, secondo il quale gli Stati Uniti potrebbero essere in ritardo dal punto di vista militare, con il regime cinese che acquisisce il primato globale a livello bellico.

Fisher ha osservato che i velivoli cinesi vicini allo spazio (semi-spaziali) sembrano essere costruiti a partire dalle idee di Lockheed Martin, e che i progetti bellici della Cina sono spesso simili ai progetti militari statunitensi.

Quando gli Stati Uniti hanno dato vita all’operazione Scudo del Deserto nel 1990, vi era l’intenzione di costruire delle «basi mobili offshore», che fondamentalmente erano basi belliche fisse, complete di piste aeromobili, progettate per galleggiare sull’acqua. Il progetto avrebbe permesso all’esercito americano di avere una base in tutto il mondo nel giro di un mese.

Le basi mobili non sono mai state sviluppate, ma ora un progetto quasi identico è stato mostrato alla recente esibizione della Difesa nazionale della scienza e della tecnologia di Pechino. Vengono definite delle «strutture galleggianti molto grandi», e potrebbero rappresentare la soluzione del regime alla mancanza di quelle basi necessarie per estendere il proprio esercito a livello globale.

Nel 1968, lo scienziato americano Peter Gleason scrisse un articolo in un giornale scientifico nel quale proponeva l’idea di stazioni semi-spaziali alimentate a energia solare. La logica era che i pannelli solari posti in orbita avrebbero catturato una luce solare quasi costante.

Anche il progetto dei pannelli solari non è mai venuto a galla, almeno fino al 2010, quando il regime cinese ha finanziato un programma quasi identico tramite l’Accademia cinese di tecnologia spaziale. Il media di regime Xinhua ha riferito a marzo che i pannelli possono raccogliere 10 volte più energia per via del fatto che si trovano nell’orbita terrestre.

Un altro programma americano fu il Midgetman, che serviva per produrre dei missili balistici intercontinentali, piccoli abbastanza da poter essere trasportati e lanciati da un veicolo. Il programma fu sviluppato con successo nel 1980, prima di essere abbandonato nel 1992.

L’idea alla base del Midgetman era che Paesi come il regime cinese sanno bene dove gli Stati Uniti tengono le loro armi nucleari, e che se dovesse scoppiare una guerra nucleare, questi siti sarebbero i primi obiettivi del regime. I lanciatori mobili sarebbero serviti come deterrente, così che gli avversari degli Stati Uniti non avrebbero potuto individuare la posizione delle armi americane.

Il People’s Liberation Army Pictoral, una rivista militare cinese, il 19 febbraio ha pubblicato una fotografia che mostra un sistema basato sullo stesso concetto. I camion con ruote da 16 pollici, armati di missili lanciabili, sono già in uso.

Un elenco di casi simili potrebbe continuare oltre tempo. L’amministrazione Bush aveva fatto molte proposte che, secondo Fisher, «avrebbero mantenuto [l’America] sufficientemente avanti rispetto alle forze armate cinesi».

Tuttavia, questi piani sono stati messi a repentaglio da Osama Bin Laden con l’attentato dell’11 settembre 2001. Con l’inizio della guerra al terrorismo, gli Stati Uniti hanno abbandonato lo sviluppo di molti sistemi bellici di nuova generazione, che secondo gli esperti della Difesa avrebbero fatto stare gli Usa davanti al gioco.

Per saperne di più: 

Articolo in inglese: ‘CHINA SECURITY: Abandoned US Weapon Project Now Being Developed by Chinese Military

 
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