Usa, la lotta dei democratici verso l’unità

Nella prima notte della Convention Nazionale Democratica, a Philadelphia, sale sul palco Michelle Obama; tra il pubblico di fronte a lei, una piccola minoranza di delegati esprime il suo dissenso appena sentono il nome di Hillary Clinton.

Tuttavia – a parte alcuni fischi e grida – il messaggio unificante del Partito Democratico, rappresentato dal discorso di quindici minuti della First Lady, ispirato dalla sua esperienza personale e dal desiderio di dare un modello positivo, soffoca le voci di dissenso: «Voglio un presidente che sappia insegnare ai nostri figli che ognuno è importante in questo Paese, un presidente che creda veramente nella visione che i nostri fondatori hanno portato avanti: siamo tutti uguali, e ognuno gioca un ruolo prediletto nella grande storia americana». È stato il momento clou della convention, in cui Michelle Obama ha unificato le voci in supporto a Hillary Clinton.

DISUNITÀ

Segni di divisione sono invece apparsi lunedì mattina, quando i democratici stavano ancora cercando di riprendersi dopo le quasi 20mila e-mail diffuse dal sito WikiLeaks, in cui spiccavano i pregiudizi del Partito Democratico nei confronti di Bernie Sanders.
I sostenitori di Sanders si sono sentiti traditi, e la loro rabbia si è riversata per le strade di Philadelphia, fino a interrompere la colazione dei delegati statali e facendo irruzione nella sala congressi, dove gli altoparlanti che sostenevano la Clinton si sono ammutoliti.

Lo staff della Clinton ha domato le fiamme prima che divampasse l’incendio: Debbie Wasserman Schultz è stata rimossa dalla sua posizione di presidente del Comitato Nazionale Democratico alla luce della polemica e-mail, ed è stata sostituita all’ultimo minuto dal sindaco di Baltimora, Stephanie Rawlings-Blake.

Inoltre, il presidente ad interim Donna Brazile ha inviato un messaggio di scuse a Bernie Sanders: «scuse profonde e sincere al senatore Sanders, ai suoi sostenitori, e all’intero Partito Democratico per le osservazioni imperdonabili fatte nelle e-mail».

Questi gesti di solidarietà tra la Clinton e Sanders hanno fatto sperare in una convention in grado di mettere in mostra la capacità del Partito di affrontare le avversità e i dissensi, e di uscirne alla fine rafforzato.

LOTTA

Tuttavia, alcune di quelle crepe interne e fratture tra le diverse ‘fazioni’ sono riemerse in un’eloquente dichiarazione della comica Sarah Silverman, ex sostenitrice di Bernie Sanders, e oramai sostenitrice convinta di Hillary Clinton: «A Bernie e a tutti gli irrecuperabili: siete ridicoli», ha affermato la Silverman tra i cori contrastanti dei sostenitori di Hillary e Bernie nella sala convention.

Con «Bernie e irrecuperabili» si voleva riferire alle persone che daranno il loro voto solo ed esclusivamente al senatore del Vermont e a nessun altro. Il Partito sostiene che Sanders potrebbe puntare a un tradimento ancora più grave del Partito Democratico, e che la mancanza di unità diminuirà le possibilità di essere eletti.

La lotta verso l’unità ha però raggiunto il suo apice nella prima notte della convention, con Bernie Sanders. Il suo discorso è stato simile a quello della corsa alle primarie, ma è stato modificato per sostenere Hillary Clinton e per venire incontro alle esigenze delle due fazioni.

Il programma del Partito, concordato dagli staff Sanders e Clinton, includeva alcuni tra i più importanti punti cardine della campagna Sanders: l’aumento del salario minimo a 15 dollari l’ora, più fondi per l’assistenza sanitaria, e la riforma sull’ambiente e sulla droga. «Il nostro compito è ora quello di vedere il programma implementato da un Senato democratico, una Casa democratica e dalla presidenza di Hillary Clinton; e ho intenzione di fare tutto il possibile affinché questo avvenga», ha dichiarato Sanders.

Con apertura ha comunicato al pubblico le principali novità e ha convinto molti dei suoi sostenitori più giovani, molti dei quali sono scoppiati in lacrime. Altri sostenitori erano seduti, amaramente delusi dal fatto che il loro candidato preferito non avesse voluto continuare la sua lotta contro la più moderata Clinton, come aveva fatto durante le primarie.

Il partito democratico e il partito repubblicano hanno entrambi mostrato dissensi all’interno dei loro ranghi a seguito di una tumultuosa e combattiva stagione delle primarie.

Per i repubblicani, i dissensi sono emersi in momenti attentamente orchestrati e incorporati nel quadro procedurale della convention, quando si è messo in discussione un voto sulle regole della delegazione, e quando Ted Cruz ha tenuto un toccante discorso sui valori conservatori, ma rifiutandosi di avallare Trump.

Per i democratici, il dissenso spontaneo ha interferito con il procedimento formale del congresso ed è culminato martedì con la protesta di oltre un centinaio di delegati quando Sanders ha chiesto di supportare la Clinton.

I delegati contrari hanno organizzato un sit-in sotto il tendone dei media al convegno, e sono scesi per le strade della città aggiungendosi alle proteste per i diritti dei neri.

UNITÀ

Nel frattempo, all’interno della sala convegni, l’evento ha subito un drastico cambiamento di tono. I fischi e la proteste dei manifestanti iniziate il giorno precedente si erano dissolti, e i membri del pubblico hanno smesso di mostrare cartelli a sostegno di Sanders.

La convention ha assunto la forma di una normale convention di Partito: un raduno a voce unificata per la Clinton, caratterizzato da testimonianze personali e politiche sulle capacità del candidato, come madre e come dipendente al servizio delle persone.

Quello che ha avuto luogo, dopo l’uscita dei supporter di Sanders contrariati, è stato un rebranding dell’immagine di Hillary Clinton, che ha contrastato l’immagine proiettata alla Convention nazionale repubblicana, e ha chiesto agli elettori di unificarsi a sostegno della candidata.

Bill Clinton, nel suo discorso ‘a cuore aperto’ sul primo incontro e il corteggiamento della giovane Hillary Rodham, ha sottolineato quanto sua moglie sia differente dal ritratto negativo tracciato dai repubblicani nella loro convention: «Come considera questa piazza le cose che ha sentito alla convention repubblicana? Qual è la differenza tra quello che io vi ho detto e quello che loro hanno raccontato? Come lo bilanciate?» Ha chiesto retoricamente al pubblico l’ex presidente della Casa Bianca. «Non potete farlo» ha concluso, «Una è reale, l’altra è falsa».

Articolo in inglese: Democrats Struggle Their Way Towards Unity

 
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