Usa e Paesi asiatici siglano il Tpp. Grandi prospettive e grandi contestazioni

Gli Stati Uniti hanno firmato con i Paesi asiatici la Trans-Pacific Partnership. Il contestatissimo Tpp è il più grande trattato commerciale della Storia. Lo scopo dichiarato è di creare uniformità nelle regole sul lavoro e in vari aspetti degli scambi tra i Paesi firmatari.

Tra i pregi del Tpp, i favorevoli citano l’aumento previsto dei posti di lavoro, il miglioramento dei legami commerciali e anche il miglioramento delle condizioni dei lavoratori in alcuni Paesi, dal momento che sotto il Tpp saranno soggetti alle stesse regole che vigono negli Stati Uniti. L’accordo è visto anche in chiave anti-cinese, considerato che l’America e i Paesi alleati avranno condizioni commerciali più favorevoli tra loro, contrastando in blocco la Cina.

I critici fanno tuttavia notare che l’accordo – di cui esisterà un equivalente tra Usa ed Europa, il Ttip – dà la possibilità alle aziende di fare causa ai Governi qualora questi impediscano loro di operare nel proprio Paese. Ad esempio: il Governo italiano è contrario agli Ogm da sempre, ma la Monsanto o altre aziende potrebbero usare i diritti concessi dal trattato per rivalersi. Inoltre i diritti di cui godono i lavoratori europei sono anche maggiori rispetto a quelli negli Usa sotto diversi aspetti, e lo stesso vale per gli standard di qualità di alcuni prodotti. Allora si rischia che tali standard vengano ridotti, per uniformarsi a quelli Usa. Senza contare che il trattato è ampiamente contestato anche da una certa parte del Congresso statunitense. 

In ogni caso, l’accordo per essere effettivo dovrà essere ratificato dal Congresso americano e dai vari Parlamenti in base alle leggi locali. I Paesi firmatari sono Giappone, Usa, Vietnam, Cile, Perù, Brunei, Singapore, Nuova Zelanda, Canada, Messico e Malesia.

Il contenuto dell’accordo è ancora segreto – sebbene WikiLeaks ne abbia pubblicato delle parti – per via delle negoziazioni. Obama ha comunque chiarito che il testo dell’accordo sarà mostrato al pubblico americano, che avrà mesi di tempo per leggerlo prima che entri in vigore.

«Con il Tpp – si legge sul sito della Casa Bianca – possiamo riscrivere le regole del commercio a beneficio della classe media americana. Perché se non lo facciamo, i competitors che non condividono i nostri valori, come la Cina, lo faranno a nostro discapito».

 
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