La versione cinese del Bigfoot: avvistamenti, test scientifici e teorie

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

In tutto il mondo esistono racconti di una grande creatura simile a una scimmia, che cammina eretta e possiede altre caratteristiche umane.

In Nord America è conosciuta come Sasquatch o Bigfoot. In Cina è chiamata Yeren o Uomo Selvaggio. Dozzine di scienziati provenienti da istituzioni di alto livello in Cina hanno studiato prove dell’esistenza dello Yeren. Nel 1980 vennero addirittura mandati più di cento investigatori nel cuore del ‘territorio dello Yeren’.

La riserva naturale dello Shennongjia copre circa tremila chilometri quadrati in un remoto angolo della provincia dello Hubei. È un’area rocciosa con montagne alte fino a tremila metri e profonde valli. Qui sono stati registrati la maggior parte degli avvistamenti dello Yeren.

L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha stimato che ci sono stati circa quattrocento avvistamenti negli ultimi decenni. Un articolo del New York Times ha stimato che sono avvenuti trecento avvistamenti tra gli anni 20 e gli anni 80.

Qui di seguito alcuni di questi avvistamenti, i test condotti su alcuni esemplari, la rivelante storia culturale della regione e alcune teorie su quello che lo Yeren potrebbe essere.

AVVISTAMENTI: LO YEREN PUÓ RIDERE E PIANGERE

Il 4 aprile 1994 la guardia forestale Yuhao Yuan si trovava in un’area remota della riserva dello Shennongjia. Poteva vedere sul fianco di una collina di fronte a dove si trovava, a circa un chilometro e mezzo, una strana creatura che dormiva. Yuan aveva più di quindici anni di esperienza come guardia forestale. Conosceva bene la fauna della regione, era così qualificato da ritenere una creatura insolita.

Yuan ha osservato la creatura attraverso un binocolo e ha urlato per svegliarla. La creatura si è alzata ed è rimasta lì per un po’ guardando Yuan prima di andarsene. Yuan l’ha descritta come bruno-rossiccia e alta più di due metri in un episodio di History Channel della serie A caccia di mostri. «Non ero sicuro che fosse lo Yeren, ma è strano che si sia alzata e abbia camminato eretta. Non era un orso», ha detto Yuan.

Un articolo del New York Times pubblicato nel 1984, intitolato On the Trail of the ‘Wild Man’ of China [Sulle tracce dell’Uomo Selvaggio della Cina, ndt] descrive alcuni avvistamenti che attribuiscono caratteristiche umane allo Yeren.

Nel 1980 un cacciatore di nome Bu Xiaoqiu nella contea dello Rongshui della provincia dello Guizhou avrebbe catturato un piccolo Yeren, ma lo ha lasciato andare quando ha visto i suoi occhi pieni di lacrime. Le lacrime sono una prerogativa degli umani; gli altri primati non piangono in questo modo.

Si dice che lo Yeren rida, anche se questa non è una caratteristica unicamente umana, poiché altri primati possono ridere. Nel settembre 1979 un mandriano nella contea dello Fangxian ha affermato di aver incontrato uno Yeren, gli ha preso il polso e ha mantenuto la stretta per mezz’ora. Quando lo Yeren lo ha afferrato, ha riso. Nel 1978 alcuni cacciatori nella contea dello Rongjiang erano seduti intorno a un fuco da campo quando uno Yeren si sarebbe unito a loro, e avrebbe anche aggiunto legna al fuoco! I cacciatori erano spaventati e fingevano di ignorare la sua presenza.

Non solo cacciatori e paesani avrebbero visto lo Yeren, ma anche funzionari locali. Nel 1976 un segretario del partito nella contea dello Fangxian, nei pressi dello Shennongjia, ha affermato di aver visto uno Yeren che fuggiva via con un maialino.

L’avvistamento più notevole è avvenuto il 14 maggio 1976 quando un veicolo che trasportava sei funzionari del regime avrebbero incontrato uno Yeren vicino a un villaggio tra la contea dello Fangxian e lo Shennongjia. Questo avvistamento ha acceso l’interesse che ha portato alla spedizione del 1980.

I RISULTATI DI LABORATORIO SU ALCUNI ESEMPLARI

Meng Qingbao, capo di quella spedizione, ha dichiarato di aver trovato mille impronte su circa un chilometro e mezzo di terreno nello Shennongjia. Secondo il New York Times un calco in gesso dell’impronta più chiara era lunga più di quarantacinque centimetri.

Anche Zhou Guoxing, antropologo al Museo di storia naturale di Pechino, faceva parte della spedizione. In un articolo del 2012 intitolato Fifty Years of Tracking the Chinese Wildman [Cinquant’anni sulle tracce dell’Uomo Selvaggio cinese, ndt] ha affermato che molte delle presunte impronte dello Yeren che aveva esaminato negli anni appartenevano a orsi o scimmie. Ma nel programma A caccia di mostri ha detto che un’impronta raccolta durante la spedizione del 1980 non appartiene a un essere umano, né a un orso, né ad altre creature conosciute.

Tuttavia Zhou rimane scettico. Ha riassunto le sue ricerche cinquantennali sullo Yeren: «[Ho] sperimentato un’interessante evoluzione nella ricerca dell’Uomo Selvaggio, dall’accettazione con riserve, alla titubanza con dubbi, fino al completo rifiuto».

Esperimenti in laboratorio hanno rivelato che presunti peli dello Yeren appartenevano invece a cinghiali, scimmie, umani e altre creature conosciute. Eppure almeno alcuni peli potrebbero essersi rivelati inconcludenti. Negli anni 80 l’unità di ricerca di medicina forense dell’ospedale di Wuhan, dopo test su alcuni esemplari, ha concluso: «Deduciamo che i peli di questi ‘uomini selvaggi’ potrebbero appartenere a un primate superiore sconosciuto». Questo studio è stato citato nel libro Hair:Its Power and Meaning in Asian Cultures [Peli: il loro potere e significato nelle culture asiatiche, ndt], edito da Alf Hiltebeitel, professore alla facoltà di Religione alla George Washington University, e da Barbara D. Miller, professoressa alla facoltà di Antropologia, Affari internazionali, Women’s studies alla George Washington University. Epoch Times non può, tuttavia, verificare la scoperta.

Una presunta zampa dello Yeren conservata per più di venti anni è riapparsa nel 1980 e Zhou l’ha esaminata. Si diceva che provenisse da uno Yeren ucciso nel 1957 dai paesani nel villaggio Zhuantang, Shuinan Town, contea dello Songyang. Un insegnante di scienze del luogo aveva conservato la zampa. Zhou, tuttavia, l’ha identificata come appartenente a un grande macaco, una scimmia.

È possibile che i locali, non solo durante questo incontro nel 1957 ma anche molti altri incontri del genere, fossero così genuinamente confusi dall’apparizione di una ‘creatura sconosciuta’ che non è altro che una scimmia? Potrebbero i paesani non aver riconosciuto una normale scimmia? Forse, se la specie non gli è familiare. Frank Poirier, un antropologo in pensione dell’università statale dell’Ohio, ha spiegato nel programma A caccia di mostri che alcuni racconti dello Yeren potrebbero in realtà descrivere il cercopiteco dorato, a rischio di estinzione.

Sarebbe stato un avvistamento raro, in quanto il numero di queste scimmie è ridotto. Sono alte un metro e mezzo in posizione eretta. Ma non camminano erette. Questo è un punto cruciale per Poirier, uno dei pochi ricercatori occidentali che ha avuto il permesso di entrare in Cina durante gli anni 80 (severe limitazioni sono state imposte anche al team di A caccia di mostri nel 2012). Era lì per studiare il cercopiteco dorato e ha scartato le storie sullo Yeren quando le ha sentite per la prima volta. Ma le impronte e le ossa che gli sono state mostrate dai locali hanno iniziato a fargli sorgere dei dubbi sulla veridicità di quelle storie.

«Non sono ancora sicuro delle conclusioni a cui sono giunto in seguito a quel viaggio», ha detto.

TEORIE SULLA NATURA DELLO YEREN: UNA GRANDE SCIMMIA ESTINTA DA LUNGO TEMPO?

Alcuni hanno detto che lo Yeren è una specie di grande scimmia che si pensava estinta da lungo tempo (forse da otto milioni di anni) conosciuta come Gigantopithecus. Fossili di Gigantopithecus sono stati ritrovati in Cina e nel Sud-Est asiatico. È difficile affermare molto dalle ossa della mandibola e dai denti, gli unici resti ritrovati della creatura, ma sarebbe stata alta quasi tre metri e sarebbe pesata quasi mezza tonnellata. La maggior parte degli avvistamenti dello Yeren descrive la creatura di circa un metro e mezzo-due metri.

Yuan Zhenxin, antropologo e direttore del Committee for Strange and Rare Animals, ha detto alla rivista Beijing Review nel 2007 che una creatura del genere potrebbe non essere notata nella vasta e remota riserva di Shennongjia. Ha fatto l’esempio dei panda: «Se gli esploratori non fossero giunti alle foreste delle province del Sichuan e dello Shanxi, non avremmo trovato i piccoli degli antichi panda. C’è voluto un decennio per l’umanità per scoprire i panda».

UMANI CON DIFETTI ALLA NASCITA?

Zhou ha notato che la regione dello Shennongjia un tempo era tagliata fuori dal mondo esterno. Matrimoni all’interno della stessa famiglia hanno portato a malattie genetiche. Ha descritto una condizione chiamata atassia spinocerebellare (Sca) che porta una persona ad avere «un cranio molto piccolo, un peso leggero del cervello, fronte bassa, cresta frontale molto sviluppata che forma delle grandi sopracciglia, mascella più stretta e profonda, cresta occipitale soprasviluppata sul retro del cranio. I malati della sindrome di Sca hanno, quindi, un cranio che assomiglia a quello degli ominidi primitivi».

Nel libro Hair: Its Power and Meaning in Asian Cultures viene fatto notare che storicamente gli stranieri sono descritti in Cina come rassomiglianti ad animali: «A Singapore gli stranieri sono ancora chiamati angmo o angmogao che significa ‘scimmia dal pelo rosso’ nel dialetto Hokkien».

In Cina i racconti sullo Yeren risalgono a migliaia di anni fa. Il New York Times riporta una citazione, pubblica nei giornali di Pechino, proveniente dai resoconti del diciassettesimo secolo della contea dello Fangxian a Hubei: «Nelle remote montagne della contea dello Fangxian ci sono caverne rocciose dove vivono uomini pelosi alti tre metri. Spesso scendono per cacciare cani e polli nei villaggi. Combattono contro tutti quelli che gli oppongono resistenza».

Dopo decenni di ricerca, Zhou ha concluso: «L’Uomo Selvaggio potrebbe essere esistito in passato, ma oggi sembra che esista solo nella mente umana, nel folklore e nella memoria culturale dei tempi antichi».

Articolo in inglese ‘Wildman, China’s Version of Bigfoot: Sightings, Scientific Tests, Theories

 
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