Perché Giulio Regeni è stato torturato e barbaramente assassinato?

Giulio Regeni, lo studente-giornalista-attivista italiano torturato e assassinato in Egitto, è stato ucciso nel centro del Cairo. La polizia egiziana ha potuto ascoltare le sue ultime chiamate grazie alla collaborazione dei gestori di telefonia. Regeni doveva vedersi con un amico alle 20 ma non si è presentato. Il ragazzo scriveva per Il Manifesto ed era particolarmente interessato al tema dei diritti del lavoro e dei sindacati in Egitto. È stato ucciso il 25 gennaio, data simbolica in quanto anniversario della rivoluzione del 2011, che in pochi mesi ha spazzato via il regime trentennale di Hosni Mubarak.

Alcuni rappresentanti del governo italiano hanno accusato in maniera diretta il governo egiziano della reponsabilità dell’omicidio. L’Egitto, tuttavia, nega, e persegue la strada del semplice crimine. «Non è mai stato sotto la custodia della nostra polizia – dice l’ambasciatore egiziano in Italia, intervistato da Radio Anch’io – e noi non siamo cosi ‘naif’ [ingenui, ndr] da uccidere un giovane italiano e gettare il suo corpo il giorno della visita del Ministro Guidi al Cairo. Dovete capire che lanciare delle accuse pesanti contro le forze di sicurezza egiziane senza alcuna prova può danneggiare i nostri rapporti».

Un fattore chiave dell’omicidio è il rinvenimento del corpo, gravemente torturato. Perché, infatti, il cadavere non è stato bruciato? Le ipotesi possono essere molteplici, e ne abbiamo raccolte alcune.
Se la responsabilità del crimine fosse dei servizi segreti, perché non far sparire del tutto il corpo? È possibile che le autorità volessero dare un messaggio ad altri attivisti anti-governativi: “questo succede a chi si oppone”.
Oppure, semplicemente, i servizi non c’entrano. Che sia un caso di estrema brutalità da parte della polizia? Durante l’anniversario della rivoluzione, quel 25 gennaio, la polizia era sicuramente in massima allerta e potrebbe aver sequestrato Regeni per impedirgli di partecipare a eventuali manifestazioni, approfittandone per cercare di ricavare informazioni da lui con la tortura. Poi qualcosa potrebbe essere andato storto e il ragazzo potrebbe essere stato ucciso, nella speranza che la cosa si sarebbe poi chiusa con un punto interrogativo.

Alcuni sostengono poi teorie dal sapore complottistico: l’omicidio, sarebbe stato commesso apposta per minare le relazioni tra Italia ed Egitto e quindi tra Egitto e potenze occidentali. C’è anche chi pensa che Regeni fosse un membro dell’intelligence italiana, tesi negata dal Governo.

Improbabile, tuttavia, che si tratti di comuni criminali o di atti di semplice terrorismo, dal momento che non spiegherebbero le torture, normalmente inflitte per estorcere informazioni. E, a quanto è noto, le informazioni utili che Regeni potrebbe aver posseduto, erano legate ai dissidenti del regime egiziano.

 
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