Trump abbatte la burocrazia: via le zavorre

Si parla tanto di quello che dice Trump, ma davvero poco di quello che fa nel concreto. The Donald è un presidente che, a livello di idee, si potrebbe definire conservatore, ma di certo non sta conservando molte delle riforme del suo predecessore: una buona parte delle principali decisioni di Barack Obama sono state ‘messe in pausa’ o annullate. Ma il miliardario è stato, e continua a essere, attivo nel riformare gli Stati Uniti e mantenere le promesse elettorali.

Per esempio, Trump in campagna elettorale aveva ripetutamente annunciato tagli «enormi» alla burocrazia: «Rimuoveremo l’ancora che ci sta tirando a fondo». Parole non proprio nuove, alle orecchie di qualsiasi cittadino di un Paese democratico, salvo il fatto che questa volta, in poco tempo, alle parole stanno seguendo i fatti.

Negli Usa, stime indipendenti valutano a 2 mila miliardi di dollari annui, il costo degli eccessi normativi per il settore privato. Un valore più alto dei profitti derivanti dalla riscossione delle tasse sugli stipendi.
L’amministrazione Obama da sola, in effetti, aveva aumentato di oltre 122 miliardi di dollari annui il peso economico della burocrazia statunitense. E, contando George W. Bush, negli ultimi 15 anni, questi costi annui sono aumentati di almeno 200 miliardi.

I benefici di una riforma della burocrazia sono numerosi e ben documentati. Per esempio, in un recente studio intitolato Il potenziale di crescita della deregolamentazione, il Consiglio Economico degli Usa ha affermato – con una stima prudente – che, dal 1980 fino a oggi, l’eccesso di burocrazia costerebbe ogni anno agli Usa in media lo 0,8 per cento della crescita del prodotto interno lordo.

ORDINI ESECUTIVI

Trump ha anche emanato una serie di ordini esecutivi e di memoranda del presidente che forniscono linee guida in ambito normativo. Ad esempio: ha richiesto ai funzionari preposti di accelerare le richieste di approvazione per la costruzione e l’avvio della Dakota Access Pipeline (un oleodotto di oltre 1.800 chilometri tra il Nord Dakota e l’Illinois), e analogamente di invitare TransCanada a chiedere di nuovo l’autorizzazione a costruire e mettere in opera la realizzazione della Keystone XL Pipeline.

Inoltre anche altri due ordini esecutivi dovrebbero avere un impatto diretto e sostanziale sulla futura creazione di norme: l’Executive Order 13771, per esempio, richiede che per ogni nuova norma introdotta ne vengano eliminate due esistenti; partendo da questo ordine, i funzionari della Casa Bianca si sono posti l’obiettivo di cancellare tre leggi per ogni nuova varata.

TASK FORCE PER LE RIFORME

L’Eo 13777, tra l’altro, prevede che ogni autorità di vigilanza nomini una task force per la riforma delle norme, che si occupi di valutarle e di suggerire cancellazioni, sostituzioni o modifiche.

La creazione della task force ha l’obiettivo di allargare la ricerca delle leggi che causino diminuzione di posti di lavoro o che ne inibiscano la creazione di nuovi; o di quelle norme che non sono più attuali, non sono più necessarie o sono ormai inefficaci; e delle norme, ancora, che abbiano costi superiori ai benefici, o che siano insufficientemente trasparenti per raggiungere gli standard di riproducibilità, o che siano state emanate in applicazione di ordini esecutivi e simili atti del presidente, che sono però stati in seguito annullati o modificati in modo sostanziale.

IDEE COMPLETAMENTE OPPOSTE A QUELLE DI OBAMA

Parte delle modifiche al ‘sistema’ da parte dell’amministrazione Trump riguardano questioni etiche o relative a una diversa visione della società rispetto a quella del suo predecessore: Trump ha per esempio annullato il provvedimento esecutivo di Obama che attribuiva agli studenti transgender il diritto di utilizzare il bagno pubblico a loro giudizio più confacente alla propria identità di genere, indipendentemente da quale fosse il loro sesso biologico oggettivo. Inoltre Trump ha limitato il raggio di applicazione di un provvedimento di Obama, che richiedeva ai datori di lavoro di fornire la copertura dell’assicurazione sanitaria per una serie di metodi contraccettivi, tra cui alcuni medicinali e strumenti che possono essere usati per gli aborti o per le sterilizzazioni.

L’attuale presidente degli Stati Uniti si è anche battuto contro le politiche di Obama legate alla lotta contro il riscaldamento globale e per esempio ha annunciato che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dall’accordo sul clima di Parigi, che Obama aveva firmato il 22 aprile 2016.
Questo perché l’amministrazione Trump (supportata da solide evidenze e prove scientifiche, comprensibilmente poco apprezzate in Europa, ma sostenute dai conservatori americani) ritiene che la teoria secondo cui le emissioni di Co2 prodotte dall’uomo determinino fenomeni pericolosi come il riscaldamento globale, sia in sostanza una bufala scientifica.

Nel suo primo anno di presidenza, Donald Trump ha emanato un numero di leggi federali (1209) inferiore per due terzi a quello delle amministrazioni di Barack Obama (3.356) e George W. Bush (3.233). Il numero di normative ‘importanti’, ovvero quelle che si prevede costino 100 milioni di dollari o più all’anno per il settore privato, sono state solo 32 nel primo anno di Trump, mentre sono state 73 per Obama e 51 per G.W.Bush.

SIAMO SOLO ALL’INIZIO

Per quanto vaste siano state finora le riforme di Trump, molte altre rimangono da concludere e numerosi sono anche gli ostacoli legali. Ma il presidente americano non si scoraggia. Tanto che al Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera ha affermato: «Abbiamo intrapreso la più grande riduzione della burocrazia mai concepita». Certo, Trump non è proprio un presidente che misura le proprie parole, ma la sua amministrazione ha per lo meno dato prova del fatto che certe esternazioni iperboliche di The Donald – almeno solitamente – non rimangono solo su carta. E che le riforme continuano.

 

Diane Katz è una ricercatrice che si occupa delle politiche di vigilanza per The Heritage Foundation. Collabora come esperto esterno per Geopolitical Intelligence Services. Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Gis Reports Online.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la visione di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: Donald Trump’s Regulatory Revolution

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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