Tricolori ciclocross a Monte Prat, Bertolini show nell’ Elite uomini. Ancora Lechner tra le donne

L’altopiano friulano di Monte Prat regala un campionato italiano 2016 di ciclopratismo vecchio stile. Saliscendi, contropendenze, ostacoli e un tracciato erboso, per di più fradicio, accontentano tutti: spettatori ed atleti. E lo spettacolo finale della gara regina corona il trionfo organizzativo. Un giovane, Gioele Bertolini, vince la sua sfida con gli Elite: spunta dalla nebbia solitario, taglia il traguardo a ruota alta e conferma di essersi divertito. Forse un po’ meno l’ex iridato Enrico Franzoi: senza lo scomodo intruso avrebbe un’altra maglia tricolore; invece è ancora secondo, a poco più di un minuto. Mentre Cristian Cominelli, con una straordinaria rimonta finale, risale fino al terzo posto, a pochi pochi metri dal trevigiano.

Rinunciare all’Under23 per correre nella categoria Elite è «Un azzardo. Però ci credevo… È andata bene», dichiara alla fine il neo campione italiano Elite di ciclocross.

L’Under23 maschile senza il valtellinese permette l’assolo a Nadir Colledani. Il friulano davanti al suo pubblico va a tutta senza fare calcoli, ma anche senza commettere errori. Rifila oltre 3′ e 34” al secondo, e indossa la maglia tricolore per il secondo anno di seguito. Gongola quindi l’ex campione del mondo di ciclocross Daniele Pontoni, doppiamente soddisfatto: come organizzatore e come allenatore. Adesso Colledani può aspirare alla top five ai prossimi mondiali, conferma il suo mentore.

Mentre in campo femminile il percorso ‘difficile’ evidenzia il divario tecnico atletico tra Eva Lechner e tutte le altre. La sua vittoria tricolore è quasi una pura formalità. «Si ma bisogna sempre fare la gara, ed arrivare perché può sempre succedere di tutto», sottolinea l‘altoatesina. Archiviato il campionato italiano, può concentrarsi sull’obbiettivo più importante: i mondiali di Zolder. Sono a fine mese, ma «sto migliorando sempre. Adesso andrò un po’ al caldo per allenarmi, ma comunque sto bene», rassicura l’ex vice iridata.

Campionati italiani di ciclocross 2016, gare femminili in gara: Eva Lechner del team Esercito in testa alla prima curva con alla sua destra Anna Obelparleiter, Team Lapierre. Monte Prat di Forgari di Friuli, il 10 gennaio 2016 (credit A. Billiani/TrevisoMtb)

A oltre due minuti la seconda assoluta, Alice Maria Arzuffi. «Oggi non ho fatto una delle mie migliori partenze. Al termine del primo giro avevo anche qualche minuto da Teocchi. Però poi sono riuscita a recuperare bene e a riconquistare la maglia tricolore [Under23, ndr]», commenta soddisfatta la Brianzola. La vincitrice del Giro d’Italia, Chiara Teocchi, questa volta è seconda. «Purtroppo speravo in una vittoria, ma Alice è andata veramente forte oggi… Ora speriamo per il mondiale», dichiara l’atleta del team Bianchi, e rinvia l’appuntamento con il tricolore Under23 al 2017.

Alla fine «Ci siamo divertite nel fango. È stata una gara veramente dura. È la prima volta che c’è così tanto fango… Speravo di tenerla un po’ di più, però è proprio forte, quindi complimenti a Eva», racconta a caldo la terza assoluta e seconda donna Elite, Anna Oberparleiter.

LA GARA REGINA

Il valtellinese alla vigilia teme il gruppo della Forestale. «Infatti all’inizio [della gara, ndr] sono stato nella morsa di Mirco e Luca, e ho provato subito a togliermi, perché sapevo che restare contro due della stessa squadra non era molto favorevole». All’inizio del secondo giro Gioele allunga. Invece il più accreditato antagonista, Mirco Tabacchi, rompe il cambio. Bici in spalla e corre verso i box, troppo lontani però. Quando riparte, Bertolini è già imprendibile: sfuma così l’atteso duello. Poco dopo cedono anche i gemelli friulani Luca e Daniele Braidot – forse nell’anno olimpico hanno le gambe e la testa già programmate per la Mountain Bike. Così la corazzata del Gruppo Sportivo Forestale affonda definitivamente.

Vietato rilassarsi però. Ci pensa ’L’esperto’ Franzoi a pressare il leader della corsa. Passa secondo e al quarto giro riduce a una quarantina di secondi il suo svantaggio. Però guai meccanici frenano anche il nuovo inseguitore. Mentre Gioele cavalca il suo cavallo di carbonio senza distrarsi. «Il percorso è cambiato molto in questi giorni. Anche da una gara all’altra. Bisognava saper guidare bene. Però senza esagerare, perché qui un piccolo errore poteva essere fatale. Bisognava guidare sull’erba, il più pulito possibile e c’erano due tre punti che bisognava affrontare a piedi», spiega l’atleta dell’Esercito.

Per il valtellinese ormai è fatta: il trevigiano ormai deve pensare solo a contenere lo scatenato Cristian Cominelli. «Purtroppo i primi giri non avevo il ritmo giusto. Poi sul finale andavo veramente forte… un po’ di rammarico c’è sicuramente… ero partito per vincere… negli ultimi giri l’ho dimostrato», dichiara a caldo il bresciano.

MONTE PRAT A LIVELLO INTERNAZIONALE

Campionati italiani di ciclocross 2016, Danile Pontoni in maglia iridata posa per la foto in mezzo agli oltre 80 volontari che hanno prestato servizio sul percorso di Monte Prat, a Forgaria del Friuli il 9 e 10  gennaio. (credit A. Billiani/TrevisoMtb)

Pontoni ha rispolverato i suoi ricordi. Ha riproposto un percorso come quelli di vent’anni fa; di quando, proprio a Monte Prat, vinceva il suo ottavo titolo italiano. Un tracciato dove è impossibile nascondersi. «Ho vissuto il periodo intermedio tra [Renato, ndr] Longo, i percorsi lenti, e i percorsi veloci che adesso ha creato l’Uci. A me piacciono più questi [lenti, ndr]… Ormai si corre poco a piedi… Anche gli ostacoli artificiali sono abbastanza ristretti», afferma quello che è stato uno dei più grandi interpreti del ciclocross internazionale.

Alla fine nebbia a parte, che nell’ultima gara ha impedito agli spettatori di assistere alla gara come in uno stadio naturale, la manifestazione è stata un completo successo. Monte Prat ha vinto soprattutto grazie alla collaborazione di oltre 80 volontari, sostenuti però anche dalla Regione Friuli Venezia e dagli sponsor, ricorda Pontoni sul palco. E dopo un’iniziale titubanza, Daniele rivaluta l’idea lanciata da Enzo Cainero – quella di candidare la località friulana per una prova di Coppa del Mondo. E sull’onda dell’entusiasmo il campione friulano esorta Monte Prat a crederci: «Adesso deve capire se vuole diventare grande o se vuole rimanere quello che è… Questo posto può avere parecchie potenzialità, e oggi si è visto… Mi auguro che la prima opzione sia quella che la gente e gli amministratori vogliono prendere».

 
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