Tre concetti dell’antica scienza cinese convalidati dai fisici moderni

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Niels Bohr, un pioniere della meccanica quantistica, ha scelto il simbolo taoista yin-yang per il suo stemma.

Lui afferma che nella comprensione taoista dell’universo gli stati polarizzati delle particelle si completano reciprocamente, creando un bilanciamento tra yin e yang. Bohr ha studiato l’unità degli opposti e le contraddizioni presenti in natura.

Molti concetti dell’antica scienza cinese corrispondono a idee che i fisici hanno scoperto solo lo scorso secolo. Di seguito daremo uno sguardo a tali concetti.

1. GLI OTTO TRIGRAMMI E LA DISPOSIZIONE DELLE PARTICELLE

Gli otto trigrammi sono presentati nel testo classico I Ching (Il libro dei mutamenti), un’opera fondamentale della storia cinese. Ognuno dei trigrammi rappresenta i principi essenziali della realtà e sono sistemati in una disposizione ottagonale basata sulle relazioni e le interazioni esistenti tra essi.

Nel suo libro del 1975 Il Tao della fisica, il fisico Fritjof Capra scrive che questa disposizione ottagonale è simile all’ottetto dei mesoni «in cui le particelle e le antiparticelle occupano posizioni opposte». Il contributo importante di Capra è stato quello di evidenziare le similitudini tra i concetti di struttura e alternanza.

Ha scritto: «Sia la fisica moderna che l’antico pensiero cinese considerano l’alternanza e la trasformazione come l’aspetto principale della natura e considerano le strutture e le simmetrie generate dalle alternanze come secondarie».

2. IL LIBRO DEI MUTAMENTI E LA SFUGGENTE TEORIA DEL TUTTO

I fisici moderni si basano su due pilastri: la relatività generale e la meccanica dei quanti. Il problema è che le due teorie sono contraddittorie.

Brian Greene, nel suo libro del 1999 intitolato L’universo elegante e candidato al Premio Pulitzer, ha scritto: «Come sono attualmente formulate, la relatività generale e la meccanica quantistica non possono essere entrambe corrette. Le due teorie mettono in evidenza lo straordinario progresso della fisica durante gli ultimi cento anni, un progresso che ha spiegato l’espansione dei cieli e la struttura fondamentale della materia, tuttavia sono reciprocamente incompatibili».

La relatività funziona bene per comprendere l’universo su ampia scala, quella delle stelle, delle galassie, etc. La meccanica quantistica funziona bene per spiegare l’universo su scala microscopica, quella degli atomi, delle particelle subatomiche, etc. Gli scienziati sono alla ricerca della cosiddetta “teoria del tutto” che possa unificare entrambe.

È quello che cerca di fare la teoria delle stringhe. In termini semplificati questa concepisce l’universo come un insieme di stringhe piuttosto che di punti separati. Per esempio un elettrone potrebbe non essere un punto ma piuttosto la parte di una stringa. Se la stringa oscilla da un verso può essere un elettrone, mentre se oscilla nel verso opposto può essere un protone o un quark. Queste stringhe si possono originare in un’altra dimensione priva di gravità.

Negli anni 1970, mentre Capra scriveva, si stava sviluppando la teoria della matrice S, precorritrice della teoria delle stringhe (anche se oggi è ancora utilizzata).

Capra ha scritto: «Il libro “I Ching” è forse l’analogia del pensiero orientale più vicina alla teoria della matrice S. In entrambi i sistemi l’enfasi è sui processi piuttosto che sugli oggetti. Nella Teoria della matrice S questi processi sono le reazioni fondamentali che danno origine a tutti i fenomeni nel mondo degli Adroni [un tipo di particelle subatomiche].

«Nel libro “I Ching” i processi fondamentali sono chiamati “cambiamenti” e sono visti come essenziali per una comprensione di tutti i fenomeni naturali».

3. LA COMPRENSIONE DI LAO TZE DELLE PARTICELLE SUBATOMICHE

Lao Tze, fondatore del Taoismo del sesto secolo a.C., ha scritto: «Il Tao dà origine all’uno, l’uno dà origine al due, il due dà origine al tre e il tre dà origine a tutte le miriadi di cose. Tutte le miriadi di case portano lo yin sulla schiena e lo yang tra le loro braccia».

Alcuni dicono che questo commento è collegato ai vari livelli delle particelle: molecole, atomi, elettroni e così via.

Gli elettroni sono particelle subatomiche con una carica elettrica negativa. I protoni sono particelle subatomiche con una carica elettrica positiva. Queste cariche possono essere collegate alle polarità yin e yang, presenti nel taoismo.

Anche gli antichi Greci hanno teorizzato l’esistenza di atomi. Gli elettroni sono stati scoperti solo nel 1897 e in seguito sono state scoperte altre particelle subatomiche.

DIFFERENZA DI PRIORITÀ

Gli obbiettivi dell’antica scienza cinese e della fisica moderna sono differenti, dato che la prima si focalizza sul lato spirituale delle cose e riconosce sia il corporeo sia l’incorporeo. A un certo livello il paragone tra l’antica scienza cinese e la fisica moderna è impreciso, dato che i punti di partenza sono diversi.

Alcuni dei più grandi fisici moderni sono stati ispirati e si sono identificati con l’antica scienza cinese.

La fisica quantistica ha dimostrato che l’osservatore può cambiare il risultato di un esperimento solo con l’atto di osservare. In un’intervista pubblicata su YouTube Capra dice: «I mistici affermano che l’osservatore e l’oggetto osservato si fondono, non possono essere più separati». È possibile che l’intento dei ricercatori possa influenzare i risultati. Alcuni studi hanno iniziato a dimostrare gli effetti dell’intento mentale umano sulla realtà fisica, anche se il soggetto non è ancora stato accettato dalle correnti scientifiche principali. Dean Radin dell’Istituto di Scienze Noetiche e William A. Tiller dell’Università di Stanford sono due scienziati che stanno studiando questo argomento.

Il punto di partenza spirituale della scienza antica e il punto di partenza materialistico della scienza moderna possono produrre risultati differenti.

«Dal diciassettesimo secolo la nostra scienza occidentale è stata ossessionata dalla nozione di controllo, dell’uomo che domina la natura», ha detto Capra. «Questa ossessione ci ha portato al disastro».

Articolo in inglese: 3 Concepts Ancient Chinese Science Got, Modern Physics Just Learned

 
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