Tre affascinanti reperti vichinghi, incluso la probabile pietra del sole

I vichinghi furono tra i più abili navigatori dall’antichità, con spedizioni remote e racconti che continuano a catturare la nostra immaginazione. Di seguito presentiamo alcuni artefatti che potrebbero far luce sulle loro avventure e allo stesso tempo sollevare interrogativi che sembrano avvolgere questo popolo ancora più nel mistero.

LA PIETRA DEL SOLE?

Si parla della pietra del sole in un’antica tradizione orale vichinga. Si diceva permettesse ai navigatori di individuare con precisione la posizione del sole nel corso di una giornata nuvolosa.

Un frammento di calcite dell’Islanda venne rinvenuto nel 2002 in un relitto del sedicesimo secolo in fondo alla Manica. Giaceva non troppo distante da altri strumenti per la navigazione. In un documento pubblicato all’inizio dello scorso anno nella rivistaProceedings of the Royal Society A, un gruppo di ricerca guidato da scienziati dell’Università di Rennes in Francia ha riferito che la calcite potrebbe essere la leggendaria pietra del sole.

La calcite dell’Islanda può rifrangere i fasci di luce in modo tale che la fonte della luce viene accuratamente indicata.

Dal momento che la calcite dell’Islanda non è stata rinvenuta in luoghi di sepoltura o in altri relitti, alcuni esperti degli studi nordici sono scettici riguardo l’ipotesi che fosse realmente una pietra del sole. I riferimenti alla pietra del sole sono rari anche nella tradizione. Uno di questi si trova nella saga di Sant’Olaf: si dice che Olaf abbia usato una di queste pietre per trovare il sole in una giornata nevosa.

Albert le Floch, dell’Università di Rennes ha riferito alla Cbs News che probabilmente i cristalli non sono pervenuti tra i reperti dei vichinghi dal momento che sono scomparsi per erosione. Sono vulnerabili alla salsedine, al calore e ad altri fattori.

LA PIETRA DI KENSINGTON: TESTIMONIANZA DI UNA PRIMA SPEDIZIONE VICHINGA IN AMERICA?

Nel 1898 Olof Ohman, un contadino svedese-americano, riferì di aver scoperto nella sua proprietà nel Minnesota una tavoletta di pietra incisa con rune vichinghe. L’iscrizione raccontava di una spedizione dell’anno 1362 che terminò con la perdita di dieci uomini per mano dei nativi americani.

In una traduzione delle rune si legge: «Otto geati [Svedesi del Sud, ndt] e 22 norvegesi appena conquistati si avventurano da Vinland fino all’Ovest. Avevamo trappole vicino a due rifugi, da questa pietra un giorno di viaggio verso il Nord. Un giorno stavamo pescando; dopo essere tornati a casa trovammo dieci uomini rossi di sangue e morti Avm (Ave Maria). Liberi dal male!».

Nonostante sia risaputo che i Vichinghi hanno raggiunto quello che è ora il Canada del Nord fin dal mille d.C., questa pietra runica sarebbe la prova di una spedizione europea più a Sud, precedente l’arrivo di Cristoforo Colombo nel Nuovo Mondo.

In un articolo del 2004, lo Star Tribune di Seattle spiega perché l’autenticità della pietra sia stata messa in dubbio. Documenti scritti nel 1885 da un sarto svedese di nome Edward Larsson hanno rilevato l’utilizzo segreto di una forma runica tra i commercianti. Alcune rune usate nei documenti di Larsson corrisponderebbero a quelle sulla pietra, secondo quanto riportato da alcuni linguisti svedesi nominati nel Tribune, i quali riferiscono che queste rune non esistevano nel quattordicesimo secolo, ma sono specifiche di questo codice più moderno.

Michael Michlovic, professore di antropologia e direttore del dipartimento di antropologia dell’Università Moorhead del Minnesota spiega al Tribune: «La mia idea è che questo ancora una volta blocca la tesi della pietra runica di Kensington. Questa nuova prova è davvero sconcertante».

Dall’altra parte Scott Wolter, geologo, rimane convinto che la pietra sia autentica. Sostiene che l’alterazione dell’iscrizione dovuta ad agenti atmosferici gli conferma che è molto più antica e non potrebbe essere stata prodotta nel tardo diciannovesimo secolo.

ULFBERT: LA SPADA COSÌ D’AVANGUARDIA CHE È MAGICA

La spada vichinga Ulfberht è modellata con metallo così puro da confondere gli archeologi. Si riteneva che la tecnologia per forgiare un metallo simile non fosse stata ideata fino ad altri ottocento anni dopo o anche più, durante la Rivoluzione Industriale.

Sono state rinvenute circa 170 spade Ulfberht, datate in un periodo compreso tra l’800 e il 1000 d.C. ‘I segreti della spada vichinga’, un documentario di National Geographictrasmesso per la prima volta nel 2012 dalla stazione televisiva Nova, dà uno sguardo all’enigmatica composizione metallurgica della spada.

Richard Furrer, il moderno fabbro del Wisconsin ha spiegato alla Nova le difficoltà di forgiare una spada di questo tipo. Furrer viene descritto nel documentario come una delle poche persone al mondo con le capacità necessarie per provare a riprodurre una Ulfberht.

Ha raccontato di come i fabbri delle Ulfberht fossero considerati persone dotate di poteri magici. «Essere capaci di creare un’arma dalla terra è una cosa piuttosto potente», spiega. Ma forgiare un’arma che poteva piegarsi senza spezzarsi, rimanere così affilata ed essere tanto leggera era reputata un’abilità soprannaturale.

Furrer ha trascorso giorni di continuo e paziente lavoro per forgiare una spada simile. Ha utilizzato le tecnologie medievali, anche se in una maniera mai sospettata prima.

Articolo in inglese: 3 Fascinating Viking Artifacts, Including What May Be the Fabled Sunstone

 
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