Le terribili torture sessuali alle donne perseguitate in Cina

Le torture sessuali alle donne in Cina sono un fenomeno molto spesso legato alla persecuzione del Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal 1999. Stupro, aborti forzati, genitali calpestati sono solo alcune delle torture praticate nelle carceri, nei campi di lavoro, nei ‘centri di lavaggio di cervello’ e negli ospedali. E spesso i più grandi persecutori sono i medici stessi, secondo quanto riportato da Minghuiun sito web che documenta la persecuzione ai danni dei praticanti del Falun Gong.

ABORTO ‘SPONTANEO’ PROVOCATO DA TORTURA

Metodo della caduta

Minghui documenta numerosi casi di torture deliberatamente mirate a provocare un aborto spontaneo. Ad esempio, nel campo di lavoro di Wanjia, una praticante del Falun Gong incinta di sette mesi è stata appesa a una trave con le mani legate a una corda che pendeva da una carrucola fissata a una trave, a tre metri di altezza. Il poliziotto, dopo aver rimosso lo sgabello su cui poggiava la donna, le ha provocato una violenta caduta a terra. Dopo la caduta, la tortura è stata ripetuta diverse volte, al punto che la donna, agonizzante, ha subito un aborto spontaneo. I poliziotti hanno costretto il marito ad assistere alla scena, e a veder morire il figlio ancor prima di nascere.

Pestaggio

Tra i tanti metodi di tortura sessuale, il pestaggio è il più semplice. Il 24 dicembre del 2000, l’allora 32enne Luo Biqiong è stata illegittimamente portata in un centro di lavaggio del cervello (nome non ufficiale per alcuni luoghi di detenzione, spesso mascherati da cliniche psichiatriche, dove i praticanti del Falun Gong subiscono torture psicologiche e fisiche) nella città di Langchi in provincia del Sichuan. La signora Luo ha subito diverse torture tra cui il pestaggio brutale di cinque persone che le hanno causato l’incapacità di contrarre la vescica, un’emorragia uterina e il corpo pieno di lividi. La signora Luo è stata rilasciata per le gravi condizioni di salute, ma ha dovuto abortire a causa di una spedizione punitiva della polizia a casa sua poiché non rinunciava a praticare il Falun Gong. In seguito ha subito anche un tentativo di rapimento, tuttavia fallito perché uno dei malfattori che l’avevano perseguitata è morto in un incidente stradale.

Si hanno casi anche di donne picchiate con bastoni elettrici – 30 mila volt di scarica – che sono state costrette ad abortire.

ABORTO FORZATO

L’aborto forzato è un metodo di tortura sessuale molto praticato sulle donne in Cina. Lo scopo è di costringerle a rinunciare alla pratica del Falun Gong, oppure di continuare a trattenerle nelle strutture di detenzione e nei campi di lavoro. L’aborto forzato è stato anche utilizzato in alcuni casi contro le donne che violavano la politica del figlio unico. A volte questi metodi vengono utilizzati per poter condannare le donne ai lavori forzati.

Uccisione del feto con farmaci

Una delle torture più crudeli per una mamma è l’uccisione del proprio piccolo in grembo e la crudeltà di questa tortura non ha limiti. È stato riportato che la signora Jinglian, una praticante del Falun Gong, era stata arrestata dalla polizia ma non incarcerata poiché era al settimo mese di gravidanza. La polizia le ha fatto una proposta folle: smettere di praticare il Falun Gong e tenere il bambino, oppure abortire forzatamente.

La signora è stata porta forzatamente all’ospedale e lì ha subito l’iniezione di farmaci allo scopo di uccidere il feto. Dopo 40 ore di agonia, il feto è morto e la signora Jinglian ha dato alla luce un bambino morto. Sette giorni dopo le torture, la signora è stata messa sotto sorveglianza 24 ore al giorno e ai suoi genitori sono stati estorti duemila yuan.

Smembramento del feto

Sono stati riportati casi di feti danneggiati a seguito della rimozione forzata. La signora Zhang Hanyun, dopo aver subito il rapimento da parte della polizia nel 2001, è stata portata in un ospedale per un aborto forzato. Poiché il feto era troppo grande, gli assassini hanno smembrato il bambino prima ancora di poterlo estrarre.

Un altro orrore è quello patito dalla signora Guo Wenyan, anche lei praticante del Falun Gong. Dopo essere stata portata in un ospedale per un aborto forzato, il medico, sentendo che la bambina era ancora viva e cominciava a piangere, le ha afferrato il collo e l’ha soffocata a morte.

TORTURE SESSUALI A DONNE CHE ALLATTANO

Le torture sessuali inflitte alle donne in Cina non si limitano solo ai feti ma anche ai neonati bisognosi delle cure della mamma.

Incarcerazione delle donne e bambini lasciati senza nutrimento e protezione

A ottobre 2000, a causa della sua tenacia nel praticare il Falun Gong, la signora Gong Chunmei è stata perseguitata: è stata indotta con l’inganno ad andare alla stazione di polizia Sanyan dove è stata picchiata, ammanettata e arrestata durante la notte. Il suo bambino è stato lasciato a casa, e ha pianto ininterrottamente per essere nutrito, tanto da perdere la voce.

Sempre nel 2000 è stato riportato che una praticante del Falun Gong è stata arrestata e separata forzatamente dal suo bambino che allattava, condannandola a un anno di lavori forzati. A causa della situazione lavorativa della marito e della suocera, il neonato è stato lasciato a casa senza assistenza o protezione.

STUPRO

Questo metodo di tortura sessuale serve per umiliare e traumatizzare la vittima. Nei campi di lavoro, le donne che sono perseguitate per motivi politici o spirituali vengono messe nelle cellule dei comuni criminali maschi (nei campi di lavoro ci sono sia criminali reali che vari tipi di dissidenti e perseguitati).

Nel campo di lavoro di Masanjia e di Wanjia si hanno numerose testimonianze di stupri di gruppo. Le donne vengono gettate nelle celle dei detenuti maschi (criminali o presunti tali, tra cui anche assassini, stupratori eccetera), i quali vengono incoraggiati a violentarle. Ad esempio nel maggio 2001 nel campo di lavoro forzato Wanjia, più di 50 donne perseguitate sono state messe nella sezione maschile e i poliziotti hanno incitato i detenuti maschi ad abusare sessualmente di loro. Nel campo di lavoro di Masanjia le donne vengono umiliate facendole spogliare davanti alla telecamera.

«Gli abusi sessuali generano non solo dolore fisico, ma anche un senso di vergogna e paura che possono durare per sempre», ha detto il dott. Jingduan Yang, uno psichiatra di Filadelfia, come citato da Epoch Times in un articolo precedente. «È il trauma più dannoso per la salute mentale e per l’autostima delle persone».

Il dottor Jingduan Yang ha detto che l’obiettivo dell’abuso sessuale nei campi di lavoro è distruggere il sistema di valori dell’individuo e in qualità di medico può testimoniare i danni: «Una paziente era spaventata dalle persone dietro di lei, perché era stata rapita da dietro», ha detto il dott. Yang. «Ogni volta che sente un suono acuto, sente i compagni praticanti del Falun Gong urlare di dolore».

Oppure nell’ottobre 1999 una donna è stata spogliata completamente e inviata in una cella maschile, dove è stata stuprata in gruppo dai detenuti. Sono stati riportati anche numerosi casi di poliziotti. Nell’estate 2002 una ragazza di nove anni, orfana di una praticante del Falun Gong, è stata stuprata in gruppo da tre uomini all’ospedale psichiatrico di Changping a Pechino. Le sue grida e pianti erano strappalacrime.

TORTURE SESSUALI CON UTILIZZO DI STRUMENTI

Spazzola inserita nei genitali

Sono stati riportati numerosi casi di torture sessuali con strumenti. La tortura con spazzola è una tortura sessuale con strumento molto utilizzata in Cina alle praticanti del Falun Gong che non voglio abbandonare la pratica. I persecutori usano una spazzola per scarpe da infilare nei genitali delle vittima fino a farla sanguinare. A volte viene utilizzato anche un bastone, il bordo della sedia o delle pinze per infierire in quella zona. Questo tortura causa problemi alla minzione, gonfiore e sanguinamento nella zona interessata.

I metodi per infierire non si fermano qui. È stato riportato un caso in cui i persecutori dopo aver infierito con uno spazzolino da denti che ha causato emorragie diffuse hanno pompato acqua e peperoncino nella vagina della vittima.

Bastoni elettrici

Sempre nel campo di lavoro di Masanjia le donne vengono torturate con un bastone elettrico nei genitali e sui seni della vittima. Ad esempio nel 2003 la signora Wang Yunjie è stata torturata per diverse ore con le scosse elettriche al seno, al punto che le sono stati danneggiati in modo irreversibile. Dopo il suo rilascio i seni della signora Wang si sono infettati sempre di più e nel 2006 è morta, secondo Minghui.

Sono stati anche riportati casi in cui i seni delle vittime venivano tirati e percossi, al punto da provocare sanguinamento e gonfiore.

I metodi di torture sessuali non finiscono qui. «L’uso prolungato del dilatatore uterino per alimentare forzatamente le donne, il farle stare distese nei propri escrementi, l’unire diversi spazzolini da denti e ruotarli nelle loro vagine, il mettere del pepe in polvere nelle loro vagine, il traumatizzare i seni e le vagine delle donne con i manganelli elettrici e gettarle nelle celle degli uomini…», ha scritto Du Bin, ex fotoreporter del New York Times, autore del libro Vaginal Coma che parla dei brutali metodi di tortura subito dalle praticanti del Falun Gong e dalle petizioniste nel campo di lavoro di Masanjia.

Quali sono le ragioni di tanta crudeltà? I Nove Commentari sul Partito Comunista offrono una risposta:

«Il Partito Comunista non crede che esistano degli standard universali riferibili alla natura umana. Il concetto di bene e male, come pure le leggi e le regole, sono manipolate arbitrariamente. I comunisti non ammettono l’omicidio, se non per coloro che vengono classificati come nemici dal Partito Comunista. La pietà filiale è ben accetta, eccetto che per quei genitori che vengono considerati nemici di classe. Benevolenza, correttezza, proprietà, saggezza e fedeltà vanno tutte bene, meno quando sono contrarie agli interessi del Partito o quando il Partito non le vuole considerare come virtù tradizionali. Il Partito Comunista è costruito su principi che si oppongono alla natura umana». (Parte 1: Che cos’è il Partito Comunista)

Per approfondire: 

 
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