Subalterno di una grossa ‘tigre’ in Cina attacca l’anticorruzione

Il 5 marzo, un segretario dell’ex vice presidente del Comitato permanente Zeng Qinghong è entrato in conflitto con l’organizzazione anti-corruzione del Partito, durante un incontro con i giornalisti nel corso del conclave annuale del Partito Comunista Cinese a Pechino, criticandola per le sue recenti mosse.

Shi Zhihong, ex segretario di Zeng e anche rappresentante della Conferenza Consultiva politica del Popolo cinese (Cppcc), una falsa legislatura che dovrebbe fornire suggerimenti sulle politiche del Partito, ha detto che la lotta alla corruzione in corso non stava portando a nessun risultato e che le diffuse supposizioni inerenti la sorte di Zeng Qinghong erano false.

In particolare, Shi ha relegato le accuse sulle interpretazioni di un comunicato pubblicato il 25 febbraio di quest’anno dalla Commissione centrale di Disciplina e di Ispezione (Ccdi), l’agenzia anti-illeciti del Partito. Il documento tratta del principe Yikuang dei tempi della dinastia Qing e della sua nota reputazione di politico corrotto.

La propaganda del Partito Comunista utilizza spesso allusioni storiche e riferimenti per dissimulare i limiti della politica contemporanea. In questo caso, il comunicato è stato ampiamente interpretato come un’allegoria per la condotta illecita di Zeng Qinghong, un ben noto personaggio che operava dietro le quinte del Partito. Da qualche tempo, considerata l’epurazione politica messa in atto da Xi Jinping di tutti i funzionari associati all’ex leader Jiang Zemin, si vociferava che Zeng si nascondesse nel ‘canile’ del Partito Comunista. Zeng era il braccio destro di Jiang.

«Le supposizioni sono solo supposizioni. Non credete a nessuna delle dicerie», ha detto Shi ai giornalisti. «Gli articoli dei media stranieri, sia che facciano dei nomi, che riportino delle vivide descrizioni di qualcuno o magari che costui sia ampiamente riportato, nessuno di questi ha alcun valore».

L’8 marzo, un articolo del commentatore Tung Po-leung sull’Oriental Net di Hong Kong ha sottolineato che poiché Shi si è mostrato così disperato nel dimostrare l’innocenza del suo ex capo, questo potrebbe significare il contrario – che la rete potrebbe stare calando su entrambi.

Shi ha continuato il suo monologo con un tono decisamente più pessimista suggerendo che la campagna anti-corruzione stava rallentando l’economia e che, poiché la corruzione è così diffusa in Cina, sarebbe difficile per la campagna dare in ogni caso dei buoni frutti.

Già nel gennaio di quest’anno, il leader del Partito Xi Jinping aveva detto che la lotta anti-illeciti continuava a essere «inclemente e complicata».

«È forse il momento di mettere a riposo la campagna anti-corruzione e concentrarsi sullo sviluppo economico?», ha detto Shi.

Secondo Xia Xiaoqiang, colonnista per l’edizione cinese di Epoch Times, l’osservazione fatta da Shi, riportata per la prima volta il 5 marzo dalla rivista liberale cinese Caixin, è stata considerevole visto l’attuale clima politico nel Paese.

«Caixin ha una forte affiliazione con il gruppo politico guidato da Xi Jinping e il fatto che l’osservazione di Shi non sia stata censurata significa che Xi ha il pieno controllo della situazione politica», ha detto Xia. «Una tale cronaca di alto profilo attinente a Zeng Qinghong significa che Xi potrebbe muoversi da un momento all’altro sia nei confronti di Zeng che di Jiang Zemin».

Articolo in inglese: Underling of Top ‘Tiger’ in China Puts Up Stiff Fight

 
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