Standard etici e abuso dei trapianti di organi in Cina

(Osservazioni preparate per una tavola rotonda sull’etica medica dei trapianti, l’11 Luglio 2014 presso la Camera dei Deputati di Roma, Italia)

Nel giugno 2006, ho redatto una relazione con David Kilgour la cui conclusione è che i prigionieri di coscienza in Cina, i praticanti della disciplina spirituale del Falun Gong, sono stati uccisi per i loro organi al fine di rivenderli a prezzi elevati a scopo di trapianto. Nel gennaio 2007, abbiamo prodotto una seconda versione della nostra relazione e nel novembre 2009 una terza in forma di libro intitolato Bloody Harvest. Il nostro resoconto ha ispirato la fondazione dell’ong Medici contro l’espianto forzato di organi (Dafoh). Il dottor Torsten Trey, fondatore della Dafoh e io abbiamo curato un libro di prove sull’abuso dei trapianti di organi in Cina dal titolo Organi di Stato,pubblicato nell’agosto del 2012.

Recuperare tutte le prove attinenti al caso per arrivare alla fondata conclusione che i praticanti del Falun Gong vengono uccisi per i loro organi è un’azione che richiede tempo e che non è realistico aspettarsi chiunque sia interessato a fare. Tuttavia, ciò non significa che chi non ha né il tempo né l’interesse a dedicarsi a questa attività non dovrebbe fare nulla a riguardo.

L’onere di dimostrare che i praticanti del Falun Gong sono stati uccisi per i loro organi non ricade su di me. Non devo spiegare come e dove la Cina ottiene i suoi organi per i trapianti. Che sia la Cina a farlo. La responsabilità di spiegare la fonte di questi organi ricade sul governo cinese.

La Cina, dopo l’inizio della persecuzione del Falun Gong, è diventata il Paese con il più alto volume di trapianti di tutto il mondo dopo gli Stati Uniti. Sebbene non avesse un sistema di donazione degli organi, il governo cinese ha inizialmente dichiarato che tutti questi organi provenivano dai donatori. In seguito il Governo ha cambiato versione, dicendo che provenivano dai prigionieri giustiziati. Tuttavia il Governo ha rifiutato e rifiuta tuttora di rendere pubblici i dati statistici sulla pena di morte. Per generare il volume di trapianti che la Cina sta effettuando, il numero delle persone condannate a morte e poi giustiziate dovrebbe essere nell’ordine di centomila all’anno, di gran lunga al di sopra delle maggiori stime sulle esecuzioni delle organizzazioni non governative.

La conclusione a cui io e altri siamo arrivati riguardo all’uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi non è solo basata sui numeri. Si basa piuttosto su una serie di sentieri probatori, è una conclusione fondata sulla considerazione di tutte le prove messe insieme.

Un fondamento per tale conclusione è che le precauzioni, sia legali che etiche, che dovrebbero attuarsi per prevenire l’abuso, non sono adeguate, né in Cina né all’estero. In Cina, potenzialmente c’è un imponente giro d’affari dietro la vendita degli organi, un’enorme fonte di donatori di organi che è disumanizzata dai suoi carcerieri e non c’è niente che prevenga i comportamenti contrari all’etica. Questa combinazione è diventata una ricetta per l’abuso.

Dopo la prima versione della nostra relazione, la professione medica ha introdotto, a livello internazionale e in differenti Paesi, degli standard etici per evitare la complicità estera negli abusi commessi dalla Cina. Questi standard dovrebbero essere adottati più complessivamente, in Italia e altrove.

Questo testo è semplicemente un’esposizione degli standard etici e professionali e non una normativa. In alcuni Paesi, i parlamenti hanno legiferato gli standard etici. Sebbene la legislazione sia benvenuta e in alcuni aspetti necessaria, la prevenzione degli abusi dei trapianti non può essere lasciata ai parlamentari. Gli standard etici sono una responsabilità professionale che la professione dovrebbe adottare e far rispettare laddove tali norme siano o meno legiferate.

A livello internazionale, sono questi gli standard professionali degni di nota:

• La Dichiarazione del Comitato etico della Società dei trapianti – Programma cinese dei trapianti del novembre 2006 e Dichiarazione d’intenti (Tts).

• La Dichiarazione di Istanbul sul traffico di organi e sul turismo dei trapianti del maggio 2008 (Istanbul).

• I Principi guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità sulle cellule umane, i tessuti e i trapianti di organi del maggio 2008 (Oms).

• La Dichiarazione dell’Associazione Medica mondiale sulle donazioni degli organi e dei tessuti, dell’ottobre 2012 (Wma).

A livello nazionale, ci sono questi standard degni di nota:

• Hong Kong – Il Codice e la condotta professionale per l’orientamento dei Medici professionisti del Consiglio medico di Hong Kong (rivisto nel novembre 2000).

• Taiwan – Le norme etiche per i medici e per il personale addetto all’intermediazione per i cittadini all’estero sui trapianti di organi, dell’agosto 2006.

• Australia – La Politica dei principali ospedali che effettuano trapianti del Queensland sulla formazione dei chirurghi cinesi nelle tecniche chirurgiche del trapianto, del dicembre 2006.

• Canada – La Dichiarazione sulla politica della Società dei trapianti canadese e della Società canadese di nefrologia sul traffico degli organi e sul turismo dei trapianti, dell’ottobre 2010.

• Malesia – La Politica sulla somministrazione di farmaci immunosoppressori da parte degli ospedali governativi ai malesi che si recano all’estero per un trapianto di organo fornito su base commerciale, dell’ottobre 2011.

Nessuno di questi standard si rivolge direttamente alla risoluzione della complicità nell’uccisione dei praticanti del Falun Gong per i loro organi. L’unica eccezione è fatta da quello canadese, il quale afferma che le fonti potrebbero essere state uccise per i loro organi. Malgrado ciò tutte le politiche indicate di seguito sono rilevanti.

Le politiche che seguono riguardano il reperimento di organi dai prigionieri giustiziati. I prigionieri di coscienza uccisi per i loro organi non sono prigionieri condannati a morte per un reato e a causa di ciò giustiziati, ma prigionieri che vengono assassinati. Tuttavia, se dovesse cessare l’approvvigionamento di organi dai prigionieri giustiziati, diverrebbe impossibile camuffare come tale il reperimento di organi dai prigionieri di coscienza assassinati.

Dalle fonti elencate sopra, vorrei richiamare i seguenti principi che suggerisco di adottare ad ogni corpo medico locale, regionale, nazionale e internazionale.

LINEE DI CONDOTTA

Ogni associazione e società professionale nazionale e regionale dovrebbe sviluppare una politica etica scritta sulla pratica clinica del trapianto, includendo il tema dei prigionieri giustiziati. (Tts)

LE FONTI DI ORGANI

Non ci dovrebbe essere alcun recupero o alcuna complicità nel recupero di organi o di tessuti dai prigionieri giustiziati. (Tts e Wma)

IL TURISMO DEI TRAPIANTI

Il traffico di organi e il turismo dei trapianti violano i principi di equità, di giustizia e di rispetto della dignità umana (Istanbul).

Il personale medico non dovrebbe accompagnare un paziente all’estero per un trapianto di organi e non dovrebbe ricevere un compenso (Taiwan).

I PAZIENTI INDIRIZZATI

Nel caso di un paziente indirizzato al di fuori del Paese per un trapianto d’organo da un qualunque donatore, un medico agirebbe in modo non etico se indirizzasse il paziente senza accertare lo stato del donatore o seguendo questi principi:

a) Nei trapianti di organi devono essere rispettati e protetti il beneficio e la salute di ogni singolo donatore.

b) Qualsiasi donatore deve dare il consenso liberamente e volontariamente.

c) Se vi sono dubbi sul fatto che il consenso sia stato dato liberamente o volontariamente dal donatore, il medico dovrebbe rifiutare la donazione proposta. (Hong Kong)

Il personale medico non dovrebbe, con o senza responsabilità, presentare i pazienti ad intermediari o a mediatori di trapianti di organi (Taiwan).

Il personale medico non dovrebbe, con o senza responsabilità, indirizzare i pazienti verso un Paese dove:

  • La legge locale non proibisce la vendita degli organi.
  • Le informazioni sulla fonte degli organi non sono trasparenti.
  • Ci sono gravi violazioni dei diritti umani e l’assenza dell’autorità della legge.
  • Ci sono note violazioni di etica medica nel trapianto degli organi. (Taiwan)

PUBBLICITÀ E INTERMEDIAZIONE

Non dovrebbe essere fatta alcuna pubblicità (inclusi i media online e di stampa), o messa in atto alcuna azione di adescamento o di intermediazione ai fini della commercializzazione dei trapianti, del traffico degli organi o del turismo dei trapianti. (Istanbul)

Il personale sanitario non dovrebbe contattare alcuna istituzione straniera che opera nel settore per fare da intermediario al trapianto di organi. (Taiwan)

RESPONSABILITÀ

La pratica della donazione e del trapianto richiede la supervisione e la responsabilità da parte delle autorità sanitarie di ogni Paese al fine di garantire trasparenza e sicurezza. (Istanbul)

Occorre stabilire i meccanismi per la trasparenza del processo e per ciò che ne consegue. (Istanbul)

L’organizzazione e l’esecuzione delle attività di donazione e di trapianto, come pure i loro risultati clinici, devono essere trasparenti e aperti al controllo. (Oms)

LA CONSULENZA DEL PAZIENTE

Tutti i pazienti affetti da insufficienza d’organo in fase terminale che sono candidati per il trapianto dovrebbero ricevere informazioni sui pericoli e sulle questioni etiche riguardanti il turismo dei trapianti e il traffico degli organi. (Canada)

I pazienti interessati all’acquisto di un organo sicuro da trapiantare dovrebbero ricevereuna consulenza pre-trapianto da un professionista con conoscenze specifiche sulla gestione medica e chirurgica pre e post-trapianto dei pazienti destinatari. (Canada)

I pazienti dovrebbero essere informati del fatto che le persone che acquistano un organo all’estero sono soggette all’aumento del rischio di complicazioni, compresa la morte, l’insufficienza dell’organo e infezioni gravi. (Canada)

I pazienti dovrebbero essere informati che coloro che effettuano un trapianto all’estero possono ricevere delle cure sub-ottimali persino al loro ritorno perché:

  • Riguardo ai trapianti commerciali, gli operatori sanitari spesso ricevono poco o nessun preavviso o documentazione inerente, il che rende più complicate le cure post-trapianto dei destinatari di questo caso di trapianto.
  • Senza la documentazione della procedura chirurgica, dell’evoluzione del post-trapianto e delle complicazioni, gli operatori sanitari non possono disporre delle informazioni necessarie per fornire le cure ottimali, le diagnosi possono essere ritardate e la salute del paziente può essere compromessa.
  • I fornitori di assistenza sanitaria potrebbero non essere in grado di ottenere delle informazioni cliniche affidabili dai centri che hanno eseguito i trapianti.
  • Le informazioni eventualmente ottenute potrebbero non essere attendibili o accertabili.
  • Gli operatori sanitari non hanno alcuna possibilità di confermare l’accuratezza dei documenti che possono essere forniti da persone fisiche o da centri che operano nel turismo dei trapianti e non hanno alcun rapporto professionale con quelle persone che potrebbero svolgere attività illegali nei loro Paesi.
  • L’incertezza, per quanto riguarda i dettagli dei trapianti commerciali, può compromettere la cura dei singoli pazienti.
  • I pazienti vengono trasferiti prima di essere clinicamente stabili.
  • L’immediata assistenza post-trapianto è complicata ed è meglio se viene diretta dal team che ha eseguito il trapianto. (Canada)

Vale la pena osservare alcune considerazioni che il medico malese Ahmad Ghazali ha scritto in Organi di Stato, nel capitolo intitolato Il bottino dell’espianto forzato di organi in Estremo Oriente. Ha dichiarato:

«Sebbene il numero dei pazienti sottoposti a trapianto renale di ritorno dalla Cina fosse diminuito in modo significativo dal 2006 (si veda la tabella 1), sfortunatamente la gestione di tali pazienti è divenuta più complicata e impegnativa. La ragione principale di questa circostanza era dovuta al fatto che tutti i nuovi destinatari di trapianto di ritorno dalla Cina dal 2006 non portavano più con sé alcuna forma di documentazione che guidasse i clinici malesiani nel fornire un trattamento successivo ottimale. Tale pratica è, in parte, un tentativo deliberato da parte dei membri dell’organizzazione criminale di rimanere anonimi, non perseguibili e di non lasciare assolutamente alcuna traccia delle loro attività illegali. Tuttavia, l’assenza di qualsiasi informazione sui risultati perioperatori, così come quelli postoperatori, il certificato medico, le informazioni necessarie sul tipo e sulle dosi degli agenti induttivi somministrati, la miglior funzionalità di allotrapianto sierica raggiunta e la mancanza di molti altri esiti di esami standard, avevano causato una seria mancanza nell’abilità dei clinici locali di fornire un trattamento di qualità ed efficacia meritato da tali pazienti che non solo avevano rischiato le proprie vite e avevano speso i loro risparmi di una vita guadagnati duramente per ottenere una vita nuova, più sicura e di qualità migliore, ma che ora affrontavano delle reali e potenzialmente serie complicazioni relative al trapianto».

I pazienti dovrebbero essere istruiti riguardo alle sofferenze che possono derivarne per coloro che forniscono gli organi attraverso il turismo dei trapianti. (Canada)

Quando i pazienti esteri si recano in Cina per effettuare un trapianto dovrebbero essere avvisati che quegli organi potrebbero essere stati presi con la forza e che per prelevarli i donatori potrebbero anche essere stati uccisi. (Canada)

I pazienti dovrebbero essere informati che l’industria del turismo dei trapianti si basa sulla segretezza, il che rende impossibile determinare se le informazioni sul donatore fornite dagli intermediari, che sono motivate dal guadagno finanziario, sono veritiere. (Canada)

I medici dovrebbero informare i pazienti, qualora i trapianti siano stati effettuati tramite il turismo dei trapianti, della loro riluttanza a fornire cure post-operatorie. (Canada)

ASSICURAZIONE

La copertura assicurativa per le spese mediche o chirurgiche non dovrebbe essere estesa a quei pazienti di giurisdizioni al di fuori del Paese relativo al trapianto di un organo ottenuto attraverso il turismo dei trapianti. (Canada)

A quei cittadini che si recano all’estero per effettuare un trapianto di organo fornito su base commerciale non dovrebbe essere consentito di avvalersi della fornitura gratuita, da parte degli ospedali pubblici, di farmaci immunosoppressori. (Malaysia).

Gli operatori sanitari dovrebbero informare i pazienti che, laddove questo è il caso, gli assicuratori non estenderanno la copertura assicurativa per le spese mediche o chirurgiche sostenute dai pazienti di giurisdizioni al di fuori del Paese relativo al trapianto di un organo ottenuto attraverso il turismo dei trapianti. (Canada)

ASSISTENZA PRE-TRAPIANTO

La responsabilità fiduciaria dei medici nel fare ciò che è nel migliore interesse dei loro pazienti non comprende lo svolgimento delle indagini in preparazione al trapianto di un organo acquistato. (Canada)

I medici non dovrebbero prescrivere, o comunque facilitare l’ottenimento di quei farmaci che verranno utilizzati durante il trapianto di un organo acquistato. (Canada)

I singoli medici possono optare di non fornire le cartelle cliniche ai pazienti se ritengono che le informazioni verranno utilizzate a sostegno di un trapianto abusivo eseguito in un sistema che viola le norme internazionali sui diritti umani e che vi è un rischio significativo di danno per il paziente o per la fonte dell’organo. (Canada)

CURE POST-TRAPIANTO

In situazioni non di emergenza, nel caso di un paziente reduce da un trapianto effettuato a seguito del turismo all’estero, i singoli medici possono optare di rinviarlo alle cure di un altro medico. In tali situazioni, il medico dovrebbe assicurarsi che il paziente abbia un adeguato accesso all’alternativa proposta dal fornitore di assistenza. (Canada)

RICERCA E COLLABORAZIONE

Dovrebbe essere consentito di diventare membri di associazioni professionali solo a quei medici che svolgono la pratica clinica eticamente. (Tts)

La collaborazione tra i professionisti dei trapianti nei diversi Paesi deve proteggere le persone vulnerabili, promuovere la parità tra le popolazioni dei donatori e quelle dei riceventi e non violare altri principi fondamentali del trapianto di organi. (Istanbul).

La collaborazione all’interno di studi clinici dovrebbe essere presa in considerazione solo se lo studio non viola i principi etici, per esempio attraverso il reperimento di organi o di tessuti dai prigionieri giustiziati. (Tts)

La collaborazione negli studi sperimentali dovrebbe essere presa in considerazione solo se nessun materiale proviene dai prigionieri giustiziati o solo se nessuno dei destinatari di organi o di tessuti prelevati da prigionieri giustiziati sono utilizzati negli studi. (Tts)

Gli studi scientifici clinici che analizzano il risultato del paziente o che comportano terapie o approcci meccanicistici dovrebbero essere presi in considerazione per l’approvazione solo se sono stati eseguiti secondo i principi etici. (Tts)

Non dovrebbero essere accettate le presentazioni di quegli studi che contengono dati di pazienti o campioni provenienti da destinatari di organi o di tessuti prelevati da prigionieri giustiziati. (Tts)

Gli ospedali non dovrebbero formare i chirurghi cinesi nelle tecniche chirurgiche di trapianto. (Australia)

CONCLUSIONE

La capacità dei medici dei trapianti al di fuori della Cina di fermare le uccisioni dei prigionieri di coscienza per i loro organi nel Paese, è limitata. Tuttavia, ci sono due pratici provvedimenti che possono intraprendere. Uno è quello di non fare niente per essere complici degli abusi cinesi. Il secondo è quello di evitare di fornire agli abusi un qualunque status.

Una linea guida importante per il cambiamento delle pratiche di trapianto in Cina è il desiderio di ottenere il riconoscimento internazionale. Il fornire ai medici dei trapianti cinesi una qualunque forma di status internazionale mentre l’abuso dei trapianti in Cina sta continuando, mina l’impegno per porre fine a tale abuso.

L’adozione e la susseguente osservazione dei criteri di cui sopra permetterebbe di raggiungere entrambi questi obiettivi. Questi criteri eviterebbero la complicità. Inoltre, in anticipo alla conformità dei principi etici internazionali, eviterebbero di dare rispettabilità e lo status alla professione dei trapianti in Cina.

David Matas è un avvocato internazionale difensore dei diritti umani residente a Winnipeg nella provincia di Manitoba, in Canada.

 
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