Sparatoria di San Bernardino, la storia di alcune vittime

Syed Farook, l’uomo che ha aperto il fuoco nella sparatoria di San Bernardino, lavorava nello stesso dipartimento delle vittime. Il killer, che il 3 dicembre assieme a sua moglie ha ucciso 14 persone e ferite 21, era infatti un ispettore sanitario.

La scorsa settimana è stata pubblicata una lista ufficiale delle vittime. Familiari, amici e colleghi si sono fatti avanti e hanno condiviso alcune delle loro storie.

NICHOLAS THALASINOS, 52 ANNI

Era un ebreo messicano e difendeva appassionatamente Israele; gli amici hanno raccontato che discuteva attivamente di religione nei forum online e anche dal vivo. Solo due settimane fa, Thalasinos, originario di Colton in California, aveva avuto un’accesa discussione con Syed Rizwan Farook, anche lui ispettore sanitario. I due hanno discusso sul posto di lavoro sulla natura dell’Islam.

Un’amica di Thalasinos, Kuuleme Stephens, ha raccontato che le è capitato di chiamarlo mentre lui stava lavorando insieme a Farook e che ha partecipato alla loro discussione, dichiarando ad alta voce che Farook «non concordava che l’Islam fosse una religione pacifica». La Stephens aveva sentito Farook controbattere che gli Americani non capiscono l’Islam e Thalasinos le avrebbe risposto dicendo: «Non so come parlare con lui».

Jennifer, la moglie di Thalasinos, ha detto che i due «probabilmente hanno avuto delle discussioni» ma «non ho mai avuto l’impressione che fossero così gravi». «Erano, come dire, più che altro discussioni sulla religione e la fede». Jennifer ritiene che suo marito sia morto come martire della sua fede, ma non ha mai affermato che Syed fosse un estremista; anche aggiunto di non credere che suo marito fosse stato specificatamente preso di mira. «Andavano tutti molto d’accordo. Per questo è scioccante».

YVETTE VELASCO, 27 ANNI

Yvette Velasco è stata descritta dalla sua famiglia come intelligente, motivata e piena di vita. Era «amata da tutti quelli che la conoscevano», ricordano i parenti. «Siamo devastati da quanto è accaduto e dobbiamo ancora capacitarci di questo incubo».

La giovane madre ha lasciato i genitori, tre sorelle e un figlio. «Per favore, pregate per la nostra famiglia e le altre famiglie che hanno perso un loro caro a causa di questa terribile tragedia», hanno scritto i suoi parenti. Sua zia ha anche scritto su una pagina Facebook a lei dedicata: «Questa è mia nipote Yvette Velasco, ci è stata portata via ieri da un atto terroristico. I nostri cuori sono spezzati. Ci mancherà e conserveremo i suoi ricordi per sempre!».

BENNETTA BETBADAL, 46 ANNI

Bennetta era nata in Iran nel 1969 ed era arrivata negli Stati Uniti a 18 anni per sfuggire alla persecuzione dei cristiani dopo la rivoluzione iraniana, secondo una dichiarazione rilasciata dalla sua famiglia su un account di GoFundMe, per una raccolta fondi organizzata a suo nome. Inizialmente si era stabilita a New York, ma poi si era trasferita a Rialto in California.
Lei e suo marito, un agente di polizia, si erano sposati nel 1997 e avevano avuto tre figli di 10, 12 e 15 anni. Bennetta Betbadal si era laureata in chimica alla California State Polytechnic University di Pomona e aveva lavorato come ispettore sanitario alla contea di San Bernardino.

Suo marito, Arlen Verdehyou, ha dichiarato al Daily Breeze che il 2 dicembre lui e sua moglie si erano scambiati dei messaggi alle 8 di mattina. Arlen le aveva detto di aver prelevato i soldi dalla banca e che sarebbe andato a fare qualche acquisto per natale, mentre Bennetta aveva appena decorato l’albero di natale di famiglia.

La famiglia ha rivelato che il 2 dicembre la donna aveva intenzione di tenere una presentazione all’incontro natalizio annuale ed era molto emozionata. «È paradossale pensare che la sua vita le sarebbe stata portata via quel giorno, da quello che sembra essere lo stesso tipo di estremismo dal quale era scappata tanti anni prima», ha dichiarato la famiglia.«Questi fondi saranno utilizzati solamente per aiutare i figli di Bennetta, in modo che sia loro che la famiglia si adattino a vivere senza di lei».

SIERRA CLAYBORN, 27 ANNI

Gli amici di Sierra hanno raccontato che aveva sempre parole d’incoraggiamento. Timothy J. Lee ricorda di aver incontrato Sierra Clayborn in un corso di hip-hop all’Università della California, a Riverside. Era una persona attiva ed estroversa, che lodava i suoi compagni di corso quando imparavano una sequenza di passi: «aveva sempre una parola d’incoraggiamento», ricorda Lee.

Laureatasi nel 2010, Sierra, prima di ottenere un posto nel Dipartimento di Sanità pubblica della Contea di San Bernardino, aveva lavorato nella vendita al dettaglio e in banca. Come molte altre vittime, si occupava dell’ispezione dei ristoranti. Matthew Pearis, 27 anni, direttore del Red baron pizza di Big Bear lake in California, ha raccontato che Sierra si era recata al ristorante per completare un’ispezione il giorno prima della sparatoria.

 

Articolo in inglese: ‘San Bernardino Shooting Victims: Names, Photos, and Stories

 
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