Sparatoria a Milano: shock e polemiche sulla sicurezza

Tre persone uccise in una giornata di ordinaria follia al Palazzo di Giustizia di Milano. Come un uomo armato abbia potuto oltrepassare i controlli, fare fuoco e scappare verrà affrontato nella conferenza stampa del pomeriggio dal Guardiasigilli Orlando. Critiche e paure non aspettano i microfoni e vengono a galla nella città che dovrà ospitare l’Expo, tra poco meno di un mese.

Il trend #tribunale è in prima posizione su Twitter a raccogliere il travaso di sentimenti per gli omicidi. Anche l’Associazione nazionale magistrati ha scelto un cinguettio per esprimersi: «#ANM: per i tragici fatti al #tribunale di Milano profondo sgomento e dolore». Tra le vittime accertate il giudice fallimentare Fernando Ciampi, al lavoro sul processo dove era imputato il colpevole della strage, Claudio Giardiello. L’uomo è stato poi arrestato in un centro commerciale di Vimercate, in provincia di Monza e Brianza.

A suo nome è già nata una pagina Facebook che raccoglie sia elogi – è visto come una vittima della burocrazia italiana – che accese critiche per aver ucciso a sangue freddo quattro persone.

A dare l’annuncio della sua cattura, a circa 30 km di distanza dalla sparatoria, è il ministro dell’Interno Angelino Alfano, sempre su Twitter: «Catturato a Vimercate il presunto assassino di Milano. Ora si trova in caserma dei Carabinieri». Resta da capire cosa non ha funzionato nei metal detector che si trovano all’ingresso del tribunale e dai quali imputati e visitatori devono passare. Per raffaele Cantone, a capo dell’anticorruzione, «dovrebbe essere impossibile entrare in un Tribunale e sparare. Ho saputo dell’uccisione di un collega, una cosa che mi sconvolge», ha detto a margine di un incontro a Palazzo Chigi.

Una delle strade percorribili è che Giardiello possa essere entrato da uno degli ingressi laterali, riservati agli avvocati. L’accesso è garantito mostrando il tesserino dell’ordine forense. Se questo fosse il caso il killer avrebbe avuto con sé un badge falso, che gli sarebbe bastato per eludere i controlli.

Una mancanza bollata come «gravissima e incomprensibile» dal premier Matteo Renzi che annuncia di volere «massima chiarezza sulle falle del sistema che ci sono state, perché è impensabile e impossibile che si sia potuto introdurre un’arma in un tribunale. Chi ha sbagliato pagherà».

Tra le vittime mancate Luigi Orsi, Pubblico ministero milanese che era nell’aula dove Giardiello ha premuto il grilletto. «Ho visto colpire delle persone. Ho visto morire un testimone davanti a me», ha riferito il Pm a Il Giornale. Drammatica la testimonianza dell’avvocato Agostino Crosti a La Stampa, che si trovava in un’aula attigua. «Abbiamo sentito distintamente gli spari […] ci siamo ritrovati dietro il bancone del giudice […] mi sono sentito in trappola». Per Crosti si è tratta di una «situazione paradossale», nella quale non ha visto l’intervento delle forze dell’ordine contro «un pazzo che poteva far fuori altre persone».

Esprime la sua ansia il leader della Lega Matteo Salvini: «Il primo pensiero è per le famiglie delle vittime del Tribunale, il secondo è che sono preoccupatissimo: se questo è il livello di sicurezza nella Milano di Expo immagino cosa possano pensare di fare dei potenziali terroristi; come sentirsi sicuri se questa è la sicurezza di cui parla Alfano?», le sue parole riportate da Adnkronos.

 

 
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