Terza giornata, oggi come vent’anni fa è Totti Gol

Per raccontare questa terza giornata di campionato, in attesa dell’ultima gara tra Empoli e Crotone, si potrebbe iniziare dal posticipo serale di domenica, elogiando le qualità del Pescara di Massimo Oddo, che dopo aver fermato il Napoli sul 2 a 2 nella prima giornata, e steso il Sassuolo per 3 reti a 0 nella seconda, si è dovuto arrendere all’Inter dagli occhi a mandorla, oggi più che mai Internazionale, ma che ancora non riesce a ingranare la marcia e sembra una spanna indietro rispetto alle grandi.

Oppure si potrebbe iniziare dall’anticipo serale di sabato, dalla girata in mezza rovesciata di Higuain, i cui gol con la Vecchia Signora, già 3 in 3 partite, stanno facendo mordere le mani ai tifosi napoletani che non hanno ancora realizzato, e forse non digeriranno mai, la dipartita del loro ormai ex idolo. Ma il Napoli sembra, almeno per ora, non aver avvertito il colpo, lì davanti. Finora, insieme alla Roma ha il miglior attacco con 9 reti, segnale del fatto che quando i meccanismi e tutti i reparti funzionano bene, insaccare la palla in rete diventa un gioco da ragazzi, a prescindere da chi c’è a buttarla dentro. I partenopei sono infatti sempre lì, come lo scorso anno, a tallonare i bianconeri, gli indiscussi favoriti, anche quest’anno, per lo scudetto.

Si potrebbe anche iniziare dalla disfatta casalinga dell’altra cinesina della serie A. I ‘rosso’-neri sono alla seconda sconfitta consecutiva, e aspettano impazienti un’iniezione di capitali per il mercato di gennaio, che possa rinforzare la squadra con nuovi innesti e rilanciare le speranze dei tifosi.

E si potrebbe parlare, ancora, della prodezza su punizione di Bruno Alves per il Cagliari, che però non è servita a risollevare le sorti dell’incontro perso contro il Bologna, che ha disputato una buona prova. Stessa discorso vale per l’impeccabile esecuzione su punizione di Iago Falque per il Torino, sconfitto 2 a 1 dall’Atalanta a Bergamo.

Altro argomento rilevante sarebbe poi quello del meteo, del caldo da una parte, che a Verona ha viziato l’1 a 1 tra Chievo e Lazio (portando molti a pensare se, almeno per settembre, non sia meglio continuare a giocare la sera), e della grandine dall’altra, che ha fatto sospendere e rimandare a data da destinarsi la partita al Ferraris tra Genoa e Fiorentina, e a sospendere altrettanto la gara tra Roma e Sampdoria all’Olimpico, poi ripresa dopo ben 80 minuti.

E proprio in quest’ultima gara probabilmente, giace l’argomento dal quale si dovrebbe partire per raccontare questo inizio di campionato 2016/17, e non è lo straordinario gol al volo del talento colombiano Muriel né la bella prestazione del portiere blucerchiato Viviano, né tanto meno il ritrovato Dzeko. Qui parliamo di un giocatore infinito, le cui lodi sono altrettanto infinite e prescindono da ogni rivalità calcistica, di quel ragazzo che ha rappresentato l’elite di un’era calcistica destinata a concludersi con il suo imminente addio al calcio: parliamo di Francesco Totti. Un dono che il calcio ha avuto l’onore di ricevere, e che purtroppo sarà costretto a salutare a breve.

Dopo 25 anni passati in serie A (come Paolo Maldini), il capitano giallorosso che festeggerà tra pochi giorni 40 anni, continua a segnare, ma soprattutto, continua a essere decisivo. E ieri contro la Samp, sulla scia delle ultime giornate della passata stagione romanista, ha risolto ancora una volta nel finale la partita, dimostrando ancora a Spalletti  ? se ci fosse ancora qualcosa da dimostrare  ? di essere una carta di cui la Roma, che ancora fatica a costruire la mentalità vincente, almeno quest’anno non può fare a meno. E dimostrando soprattutto ai suoi tifosi e a se stesso tutto il cuore che mette nel giocare per quella maglia.

 

 

 

 
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