Scoperte esplosioni nucleari su Marte

Nell’atmosfera di Marte vi è un’alta concentrazione di Xeno 129, un gas prodotto dalle esplosioni nucleari. Inoltre, la superficie del Pianeta Rosso presenta anche un eccesso di uranio e di torio. Queste condizioni, secondo il dottor John Brandenburg, sono probabilmente il risultato di due grandi esplosioni nucleari avvenute in passato sul suo suolo. Così afferma lo scienziato in un documento del 2014 intitolato La prova di una grande esplosione termonucleare su Marte nel passato.

Sulla Terra, invece, e precisamente a Oklo, nel Gabon, nel 1972 era stato estratto dell’uranio con delle proprietà insolite: i depositi di uranio naturale contengono in tutto lo 0,7% di U235, mentre la miniera di Oklo mostrava livelli di questo gas che si aggiravano intorno allo 0,6%, cosa che suggeriva che l’U235 era già stato ‘bruciato’

Il dottor Francis Perrin, ex presidente dell’Alta Commissione francese per l’energia atomica, il 25 settembre 1972, ha dichiarato di fronte all’Accademia francese delle scienze che circa 1,7 miliardi di anni fa, lì, era avvenuta una reazione nucleare.

Molti scienziati ritengono che le reazioni nucleari avvenute su Marte e sulla Terra potrebbero essersi innescate naturalmente, ma altri non sono d’accordo. Naturalmente, se le reazioni non sono state naturali, si implica che queste siano state causate da esseri intelligenti, umani o alieni.
Inoltre, se le reazioni hanno avuto davvero origine naturale, questi eventi anomali fanno sorgere una domanda: esiste il rischio che in futuro un’esplosione nucleare avvenga per cause naturali sulla Terra, causando devastazioni catastrofiche?

UN REATTORE NUCLEARE PREISTORICO?

Gli studi geologici hanno determinato per i depositi di uranio di Oklo un’età stimata di 1,7 miliardi di anni. Francis Perrin ha suggerito che la reazione sia avvenuta proprio in quel periodo storico, quando l’uranio era al massimo della sua purezza: la concentrazione di U235 invece che allo 0,7% era al 3% circa.

Perché l’uranio bruci in una reazione è necessaria l’acqua. Una spiegazione ampiamente accettata sul perché sia avvenuta la reazione naturale è che sia capitato a dell’acqua di entrare nel deposito minerale, innescando una reazione a catena. Ma, come ha fatto notare il dottor Glenn T. Seaborg, l’acqua deve essere molto pura per avviare una tale reazione. Seaborg è stato a capo della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti e ha vinto un premio Nobel per il suo lavoro nella sintesi degli elementi pesanti. Secondo Seaborg, la reazione non sarebbe potuta accadere naturalmente. 

Il reattore nucleare di Oklo, Repubblica del Gabon. (NASA)

Il suo pensiero è riassunto da Rene Noorbergen nel suo libro Secrets of the lost races:

La sola presenza di alcune parti per milione di un qualsiasi contaminante nell’acqua arresterebbe la reazione. Il problema è che in natura non esiste un’acqua veramente pura!

Una seconda obiezione alla relazione del dottor Perrin riguarda l’uranio stesso: diversi specialisti dell’ingegneria del reattore hanno osservato che in nessun momento geologico i depositi di Oklo presentavano un minerale di uranio ricco abbastanza di U235 perché avvenisse una reazione naturale.

Anche nel periodo in cui si suppone che i depositi si siano formati per la prima volta, il materiale predisposto alla fissione avrebbe costituito solo il 3% dei depositi: un livello troppo basso per un’esplosione. Tuttavia si è verificata una reazione, il che suggerisce che l’uranio originale fosse molto più ricco di U235 di quanto avrebbe potuto essere con una formazione naturale.

ESPLOSIONI SU MARTE

Spesso, quando si vuole sostenere che le reazioni nucleari su Marte siano state naturali, si cita il caso di Oklo. Ma il dottor John Brandenburg ha considerato e respinto questa teoria, sostenendo invece che lo Xeno 129 su Marte sia probabilmente il prodotto di un processo nucleare piuttosto che una frazionamento di massa (un processo in natura per il quale una certa quantità di un isotopo o di un’altra sostanza viene separata da una miscela durante un periodo di transizione).

L’atmosfera di un pianeta può consumarsi nel tempo, specialmente senza un forte campo magnetico, come su Marte; quando accade, gli isotopi più leggeri sulla parte superiore sono più indeboliti di quelli più pesanti, portando a un aumento degli isotopi pesanti. «Tuttavia – sostiene Brandenburg – su Marte qualsiasi processo abbia disturbato […] Gli isotopi ha reso gli isotopi più leggeri relativamente più abbondanti di quelli più pesanti. Ciò richiede un processo prevalentemente nucleare piuttosto che un frazionamento di massa».

Secondo Brandenburg, se le esplosioni fossero state naturali ci sarebbero stati dei grandi crateri nella superficie di Marte. Lo scienziato suggerisce invece che le esplosioni possano essersi verificate a causa di grandi dispositivi di fusione-fissione aerotrasportati dal design simile a quelli visibili sulla Terra.

«Per aumentare la resa di una bomba a idrogeno – ha spiegato Brandenburg circa il modo in cui i dispositivi producono lo Xeno 129 sulla Terra – l’involucro della bomba è tipicamente composto da uranio 238 o da torio. Di conseguenza, lo Xeno 129 viene prodotto solo in piccole quantità da una fissione normale, ma in un’esplosione convenzionale di una bomba a idrogeno viene prodotta in grandi quantità». Ha analizzato la distribuzione dell’uranio e del torio sulla superficie di Marte e ha concluso che corrispondono a delle esplosioni centrate in due punti.

Il dottor David Beaty, responsabile scientifico del programma Marte nel laboratorio Jet Propulsion della NASA, ha dichiarato a FoxNews.com di essere interessato alle idee di Brandenburg ma ha aggiunto che una missione su Marte per constatare queste idee avrebbe dei costi enormi. Anche Edward D. McCullough, consulente scientifico e spaziale, e Harrison Schmitt, geologo e astronauta in pensione, erano d’accordo con parti della teoria di Brandenburg, ma non sono arrivati a dire che le anomalie erano dovute a delle incursioni aeree nucleari aliene.

DOVREMMO TEMERE DELLE ESPLOSIONI NATURALI SULLA TERRA?

Beaty ha riferito a FoxNews.com che una reazione nucleare naturale potrebbe accadere sulla Terra, ipoteticamente nei prossimi miliardi di anni, ma non è una cosa di cui dobbiamo preoccuparci adesso perché le condizioni geologiche non cambiano spesso improvvisamente. Brandenburg ha stimato che le esplosioni su Marte si sono verificate circa 180 milioni di anni fa e che le esplosioni furono abbastanza grandi da aver causato una catastrofe globale e aver cambiato l’intero clima di Marte.

Articolo in inglese: Evidence of Ancient Nuclear Explosions on Mars, Says Scientis

 
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