Il racket dei bambini rapiti negli ospedali cinesi

Da anni, in Cina i genitori vivono nell’angoscia che i propri figli possano essere rapiti e venduti nell’ambito del traffico illecito di bambini. Il problema, oltre a essere di notevole entità e diffuso, è anche difficile da risolvere, con decine di migliaia di bambini spariti ogni anno.
L’industria che sta crescendo intorno al traffico dei neonati, vede complici poliziotti, medici, infermieri e ospedali, e questo spiega perché il problema abbia raggiunto una proporzione così rilevante.

Tutto ruota attorno al mercato nero dei falsi certificati di nascita: una volta che il bambino è stato rapito, un intermediario offre una tangente allo staff dell’ospedale affinché crei un nuovo certificato di nascita nel sistema computerizzato dell’ospedale, ‘riciclando’ di fatto il bambino attraverso il cambio d’identità, e permettendo così a nuovi genitori di rivendicarne la paternità. Questi falsi certificati di nascita, non sono contraffatti e sono ottenuti praticamente con la stessa prassi dei certificati regolari, eccetto per il fatto che sono ottenuti pagando elevate tangenti.

Zhao Dapeng, 32 anni, che opera nell’industria del rapimento di neonati da cinque anni, spiega: «Dopo che ti ho procurato il certificato, tu puoi verificare attraverso l’ospedale e se hai accesso al database dei medici sai che il certificato é reale».
Zhao parla a un giornalista del giornale parastatale Beijing News, e racconta che è stato capace di guadagnare 100 mila yuan (circa 15 mila dollari) per un solo certificato (che è riuscito a procurarsi in due settimane) attraverso la collaborazione di ospedali e cliniche statali specializzate in ostetricia: «Non ha importanza quanto buono sia l’ospedale, ci sono medici che vogliono fare più soldi, i loro stipendi ammontano a soli 300/400 yuan al mese [circa 400/600 dollari, ndr]». Basta dare delle tangenti a dottori, direttori di ospedali, infermiere e a ogni persona necessaria a ottenere un falso certificato di nascita, e i certificati vengono registrati nel database dell’ospedale come i normali certificati di nascita.

Secondo il giornale di regime Legal Evening News, nel mese di novembre la polizia ha ritrovato cinque bambini che erano stati rubati ai loro genitori biologici nella regione di Tongfang nel sud della Cina; due coppie di genitori avevano fatto delle adozioni ‘legali’, registrando i bambini nell’anagrafe nazionale dopo aver pagato più di 20 mila yuan (circa 3 mila dollari) per un falso certificato.

Gli investigatori hanno poi rivelato l’estensione della frode: hanno scoperto che il dottore corrotto, tale Liang Shaoquan, direttore del Tieyongzhen Health Center nella regione del Guangdong, aveva pagato fuori busta delle infermiere per falsificare l’archivio medico, registrando false nascite per poi vendere i relativi certificati a donne in attesa per l’adozione; Liang Shaoquan nel luglio del 2015, ha subìto una condanna a un anno per corruzione, tangenti e abuso di potere.

Anche dei funzionari governativi risultano implicati in questo traffico: ad agosto, Liu Xin, un burocrate della ‘Commissione di pianificazione per la salute della famiglia’, della regione di Longhui, è stato sottoposto a fermo dopo essere stato scoperto vendere degli autentici certificati di nascita in bianco nella riga delle informazioni personali (in modo da che potessero essere compilati successivamente dalle famiglie con i dati specifici). Secondo il sito web d’informazione The Paper, l’intermediario Xiong Mingzhong, li ha rivenduti online guadagnando tra i 7.500 e i 15 mila dollari.

Secondo stime riportate dalla stampa cinese, oltre 70 mila bambini vengono rapiti ogni anno, e meno dello 0,1 percento di essi sono rintracciati e riportati alle loro famiglie.
La possibilità di comprare al mercato nero i certificati di nascita per occultare il rapimento, è il fulcro del problema: senza di essi, i genitori adottivi non potrebbero mandare i bambini a scuola, e le famiglie derubate potrebbero ritrovare il figli meno difficilmente.

Risulta inoltre implicata anche una nota piattaforma online, creata per facilitare l’interazione tra le coppie che vogliono adottare un bambino e quelle disposte a dare in adozione il proprio: la Testata Xinhua, nel settembre 2014 riportava che tale «signor Zhou», fondatore della piattaforma (chiamata ‘Realizziamo il sogno dell’adozione’), é stato riconosciuto colpevole di aver venduto oltre 110 certificati di nascita e di aver intascato profitti illeciti per oltre 80 mila euro.
Zhou era solito usare la popolare app per cellulari WeChat [versione cinese di Whatsapp, ndt] per comunicare con i potenziali acquirenti e mediare lo scambio attraverso una gioielleria online sulla piattaforma di acquisti Taobao, l’equivalente cinese di eBay; Zhou é stato arrestato grazie a un’indagine condotta dalla polizia in 27 provincie in tutta la Cina, che ha portato al ritrovamento di 382 bambini adottati illegalmente e all’arresto di oltre mille persone.

Negozi online come quello di Zhou, in Cina operano allo scoperto da anni, spesso vedendo i certificati di nascita sotto la voce ‘certificati di nascita di alta qualità inclusi’. Quando un reporter del giornale di statale Global Times ha contattato uno di questi negozi nel 2013 chiedendo se fosse in grado di produrre un nuovo certificato di nascita, la risposta è stata: «certo che possiamo, caro genitore».

Articolo in inglese: China’s Child Laundering Industry

Traduzione di Fabio Cotroneo

 

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