Referendum trivelle, Greenpeace: «Insensata la ‘deriva fossile’ di Renzi»

Il 2016 è anno di referendum: non solo quello sulle riforme costituzionali in autunno, ma anche quello sulle trivelle, se non altri. E su quest’ultimo referendum è in corso la battaglia tra le regioni interessate – spalleggiate da Greenpeace – e il Governo.

Il referendum si concentrerà sull’abrogazione del principio secondo cui le trivellazioni, una volta autorizzate, possano svolgersi a tempo indeterminato in una certa area. Altri quesiti proposti dal comitato referendario sono stati bocciati dalla Cassazione dopo che le forze governative hanno modificato la legge per assecondare le richieste delle regioni. Tuttavia su due di questi quesiti bocciati, il comitato referendario ha fatto ricorso.

Il trivellamento dei mari alla ricerca di petrolio è ritenuto problematico da organizzazioni ambientaliste e dalle regioni interessate, in particolare per motivi ecologici (scarti tossici, possibile inquinamento in caso di problemi) e paesaggistici (le trivelle a poca distanza dalla costa non sono una bellezza). Inoltre secondo molti non produrranno molta occupazione. Il vantaggio, invece, è ovviamente l’acquisizione di petrolio.

Quel che ora preoccupa Greenpeace è che il Governo possa fissare il referendum in un momento diverso dalle elezioni amministrative. Fissarlo nello stesso giorno provocherebbe un aumento della partecipazione cittadina, mentre due date diverse significano maggiori spese, e meno partecipazione al referendum.

«È un vizio tutto italiano quello di ostacolare i referendum, che evidentemente resiste anche alle rottamazioni», afferma in un comunicato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. «Ma non è ammissibile che per scongiurare il quorum e compiacere i petrolieri si sottraggano centinaia di milioni di euro dalle tasche dei cittadini. È importante che adesso anche le regioni promotrici del referendum si uniscano alle decine di migliaia di italiani che si sono già mobilitati per chiedere l’Election Day. Cosa aspettano Emiliano e gli altri governatori a far sentire la loro voce? A chiedere che il voto referendario non venga sabotato a spese degli italiani?».

Il Governo non ha ancora stabilito ufficialmente la data del referendum. Agli oppositori, il premier Renzi risponde che bloccare i lavori di trivellazione già partiti «significa perdita posti di lavoro ed è un controsenso, perché se c’è gas e si stanno già facendo prelievi si blocca il lavoro a metà», riporta Ansa.

 
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