Il Santiago Bernabeu si inchina al Capitano, standing ovation totale per Totti

Questa eliminazione dagli ottavi di Champions, per la Roma è tutt’altro che esente da rimpianti. I giallorossi a Madrid hanno letteralmente divorato almeno tre gol ‘fatti’, quando il risultato era ancora sullo 0 a 0. Ghiotte occasioni che hanno condito la serata dei ragazzi di Spalletti con un piatto dal sapore piuttosto amaro. Eppure, la cornice del Bernabeu ha comunque addolcito la serata, almeno per uno di loro.

Non che alle standing ovation e agli elogi Francesco Totti non ci sia abituato, basti pensare allo stesso stadio Olimpico in delirio davanti alle sue giocate, i suoi gol o le sue entrate e uscite dal rettangolo di gioco; ma se proprio si vuole scavare nel tempo e cercare episodi simili a quello di ieri a Madrid, in cui degli avversari applaudono il Capitano, ci sono Sampdoria-Roma del 26 novembre 2006, quando i tifosi blucerchiati non hanno potuto fare a meno di alzarsi in piedi e applaudire davanti a quel sinistro da posizione defilata che si è insaccato incredibilmente in rete all’angolino. O andando ancora più indietro, al 3 ottobre 2004: i tifosi romanisti ricorderanno il gesto di Toldo come a dire ‘tanta roba’, dopo l’imparabile punizione battuta da Totti e che scandiva il suo 100esimo gol. 


L’ovazione del pubblico del Ferraris al grande gesto tecnico di Totti

E di questi esempi ce ne sarebbero tanti altri, ma la standing ovation di ieri è stata diversa. Questa volta l’elogio dai tifosi della squadra avversaria non è arrivato dopo un gol o una giocata spettacolare: a Totti è bastato entrare in campo.
Gli applausi sono arrivati anche dai giocatori del Real, con Marcelo e Casemiro che si sono affrettati a stringere la mano al capitano giallorosso. Segnale che Francesco ha dato tanto a questo calcio, a livello mondiale, e che tutti conoscono il suo grande valore, a dispetto degli sfottò dei tifosi laziali che lo vogliono relegato ‘dentro il Raccordo’. E nell’occasione di ieri, sicuramente nelle menti di quei tifosi spagnoli che applaudivano con rispetto, passavano ancora le immagini dei tre gol segnati dal capitano al Madrid quando era all’apice della sua carriera.

L’ovazione a Totti vista da un’altra angolazione dello stadio

 

 

Totti stesso ha commentato così l’ovazione del Bernabeu:

 

Un’ovazione diversa da quelle a cui Francesco Totti era abituato dunque, perché arriva in un momento particolare e delicato della sua carriera da calciatore. Un’ovazione dal sapore agrodolce, perché da una parte c’è il calore e l’affetto del pubblico, anche non romanista, che ti fa sentire speciale, unico; dall’altra sai che questa pioggia di applausi che arrivano non appena metti il piede in campo, senza neanche toccare il pallone, significano forse che non hai più bisogno di dimostrare nulla al mondo del calcio, o che il più lo hai già fatto. E questo da una parte è gratificante, dall’altra mette un po’ paura, perché significa che prima o poi quel passo fatidico lo dovrai fare; e questo, a sua volta, non fa altro che generare un senso di malinconia, e quindi voglia di voler dare ancora, e ancora.

Tutti vorremmo che Totti fosse ‘infinito’, che non smettesse più di giocare e che continuasse a regalarci quelle emozioni uniche, che solo una personalità intensa come la sua riesce a trasmettere. Emozioni calcistiche e sportive, emozioni sul lato umano, emozioni a tutto tondo fatte di lacrime e sorrisi. Questo perché per un tifoso giallorosso Totti è tutto. Ma, sopratutto, Totti è il calcio. Che senza di lui, già lo sappiamo, non sarà più lo stesso.

 
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