Ogm 2.0, dalle piante agli esseri umani

Non è da molto che l’America si è abituata a gestire gli organismi geneticamente modificati (Ogm) noti, e già un nuovo tipo di Ogm appare sugli scaffali dei negozi di alimentari. E le autorità di vigilanza non sempre sanno che pesci prendere.
Le nuove tecnologie – che hanno avuto uno sviluppo accelerato negli ultimi cinque anni – sono diverse dai metodi usati comunemente: sono più precise e, secondo gli scienziati porrebbero un rischio minore di mutazioni involontarie nel Dna. Ma, a livello concettuale, non cambia nulla: rimane una modificazione artificiale del Dna di altri esseri viventi.

Queste tecnologie hanno vari nomi, che spesso cercano di non dare troppo nell’occhio, come ‘Crispr-Cas9’ e ‘Talen’; mentre per i processi di modifica genetica, ora si parla di ‘nuove tecniche per la riproduzione delle piante’ o di ‘editing genetico’.
Attualmente, circa il 5 per cento della colza statunitense nasce da semi modificati con una di queste nuove tecnologie, e si prevede che varie industrie lanceranno nel commercio nuovi prodotti nel corso del prossimo anno o due: le nuove tecniche produrranno nuovi tipi di mais, soia, lino, e altri vegetali commestibili.

Le autorità governative in tutto il mondo hanno stabilito delle regole per gli Ogm, ma, in generale, queste tecniche non sono soggette ai regolarmenti preesistenti, perché le definizioni su cosa sia un Ogm cambiano in base alle varie autorità di vigilanza, e spesso non tengono in considerazione le nuove tecnologie.
Chi le difende, sostiene che i prodotti ottenuti tramite di esse non dovrebbero essere considerati Ogm, per via degli importanti miglioramenti ottenuti nei procedimenti. Chi le attacca afferma che modificare i geni costituisca appunto una modifica genetica, e che quindi le nuove tecniche vadano considerate a livello normativo come tali.

COME FUNZIONA LA TECNOLOGIA OGM?

Le tecnologie di ingegneria genetica, sia tradizionali che nuove, sono varie e complesse, ma la differenza tra di loro, in genere, è la seguente: le tecniche tradizionali creano delle piante con le caratteristiche desiderate, forzando i geni di una specie diversa nel loro Dna; per esempio, si può prendere un gene da un batterio e inserirlo nel Dna di una pianta di mais per rendere la pianta resistente ai parassiti; un altro esempio, in commercio negli Usa, sono i semi di soia con il gene di un batterio che li rende resistenti agli erbicidi.

Le nuove tecniche, invece, possono prendere di mira con precisione i geni desiderati e cambiarli senza utilizzare un Dna esterno. La prima tecnica, quindi, crea qualcosa che in natura non potrebbe proprio esistere (il Dna di un batterio non entrerebbe naturalmente nel Dna di una pianta). La seconda tecnica crea un qualcosa che – secondo chi la propone – potrebbe anche formarsi in natura o con l’intervento di tecniche millenarie di coltivazione delle piante.

Le nuove tecniche prevedono l’impiego di macchine molecolari create in laboratorio per tagliare e incollare il Dna di una pianta, rimuovendo i geni indesiderati o creando nuove combinazioni. Per esempio, la compagnia di biotecnologie Calyxt del Minnesota ha rimosso da una patata il gene responsabile per la degradazione degli zuccheri, aumentando in questo modo la durata del tubero negli scaffali dei supermercati. Alcuni scienziati e associazioni di tutela del consumatore temono che potrebbero comunque esserci degli effetti imprevisti, e affermano che questi prodotti andrebbero testati e regolamentati come gli altri Ogm.

Alcune autorità di vigilanza sono d’accordo, e altre no. E la differenza la fa il modo in cui si definisce un Ogm.

REGOLAMENTI CHE CONSIDERANO I NUOVI PRODOTTI DEGLI OGM

A Marin County, in California, nel 2004 è stata approvata un’ordinanza chiamata Measure B che vieta la coltivazione di Ogm.
«Fin dal momento in cui l’ordinanza è stata scritta e votata dai residenti, ha coperto tutte le modifiche possibili – spiega Stacy Carlsen, comissario per l’agricoltura di Marin County – Questa tecnica per gli Ogm (Crispr-Cas9) risulta proibita in base all’attuale ordinanza. Questa tecnica è una modificazione dei geni».

A novembre, il Comitato nazionale sugli Standard Ecologici del ministero dell’Agricoltura Usa ha deciso, su votazione, di proibire l’utilizzo delle nuove tecniche nella produzione biologica in tutta la nazione, e ha dichiarato: «È più imperativo che mai, che la comunità Bio abbia ben chiara la linea di confine, quando si parla di ingegneria genetica».
«Ogni portatore d’interessi nel biologico ha chiaro in testa che l’ingegneria genetica pone una minaccia imminente all’integrità biologica. Il Comitato deve fare, entro i suoi poteri, ogni sforzo per proteggere tale integrità».
Il Comitato definisce ‘Ogm’ un qualsiasi organismo che abbia subito alterazioni nel proprio materiale genetico mediante l’utilizzo di biotecnologie.

Tuttavia, la legislazione federale sugli Ogm, approvata negli Usa l’anno scorso, dà una definizione più specifica, che non si applica alle piante create usando le nuove tecniche (la legge federale richiede che gli Ogm alimentari tradizionali abbiano un QR code che, consultato tramite uno smartphone, fornisca indicazioni sul prodotto).

REGOLAMENTI CHE PERMETTONO L’UTILIZZO DELLE NUOVE TECNICHE

Michael Rodemeyer, esperto di biotecnologie e di leggi relative spiega che, dato che la legge federale statunitense definisce gli Ogm come organismi creati usando il Dna di altri organismi, allora le nuove tecniche esulano da questa definizione. La sua opinione è che i regolamenti non cambieranno presto, per affrontare i cambiamenti: «Penso che per un po’ di tempo probabilmente manterremo lo statu quo, e tutte le incertezze dello statu quo».

Finora, gli Ogm sono stati gestiti da vari enti usando un guazzabuglio di normative pre-esistenti. Per esempio, il ministero dell’Agricoltura americano ha competenza sulle modificazioni genetiche che usano dei patogeni delle piante, perché aveva già il potere di normare l’utilizzo degli agenti patogeni.
In modo simile, l’Ente per la Protezione Ambientale regola la sicurezza dei pesticidi e quindi ha autorità sulle piante geneticamente modificate per essere resistenti agli insetti.

Per i cibi Ogm, la Food and Drug Administration (Fda) prevede un processo di consultazione volontaria: le società che stanno sviluppando gli Ogm possono rivolgersi alla Fda e fornire i risultati di studi interni sui loro prodotti alimentari.

E tutti questi approcci normativi per ora non sono stati applicati alle nuove tecnologie.
Dato che queste nuove tecnologie non impiantano patogeni o altre sostanze di competenza del ministero dell’Agricoltura, il ministero stesso ha già specificato di non avere alcuna autorità su questi prodotti. Mentre l’Fda guarda al prodotto e non al processo, quindi che il cibo venga prodotto con le tecniche tradizionali di coltivazione, o con quelle di modificazione genetica – tradizionali o nuove – non fa differenza, a patto che la pianta finale prodotta sembri la stessa.

L’industria biotecnologica Calyxt ha sviluppato un seme di soia usando una tecnica chiamata Talen, che rimuove un gene in modo che l’olio di soia abbia meno grassi insaturi. Secondo Dan Voytas, capo-ricercatore di Calyxt e fra gli inventori di Talen, la compagnia si è volontariamente sottoposta alle verifiche della Fda, che ora sta analizzando la composizione degli acidi grassi e delle proteine dell’olio di soia di Calyxt, e la sta confrontando con altri oli commerciali.
Secondo Voytas, l’Fda sostiene che siano simili a quelli già sul mercato, e continua spiegando che semi di soia di Calyxt vengono coltivati in circa mille acri nella parte nord del Midwest statunitense. La Talen prevede di cominciare presto a vendere i semi agli agricoltori.

Altre coltivazioni alimentari prodotte con queste nuove tecniche sono già sul mercato. Per esempio, il nuovo SU Canola (colza) dell’azienda californiana Cibus è resistente agli erbicidi, ed è ora disponibile negli Usa, dove la colza viene ampiamente usata per produrre un olio. La SU Canola vale circa il 5 per cento del mercato di colza statunitense, con 70 mila acri di piantagioni, ed entrerà nel mercato canadese nel 2017.

ANIMALI MUTANTI

Anche se la Food and Drug Administration non si è occupata delle coltivazione degli alimenti prodotti con le nuove tecniche, ha dichiarato che si occuperà di normare tutti i casi relativi ad animali: l’Fda (che si occupa di cibi e farmaci) tratterà qualunque alterazione intenzionale del genoma di un’animale come un farmaco, «in quanto è teso ad alterare la struttura o la funzione dell’animali e, quindi, è soggetto alla regolamentazione relativa ai nuovi farmaci per animali».

EUROPA E GREENPEACE

Greenpeace non ha dubbi sul fatto che le nuove tecniche vadano considerate una forma di ingegneria genetica, indipendentemente dal fatto che si parli di piante o animali.

Quanto alla Commissione Europea, Franziska Achterberg, direttore dell’area alimentazione di Greenpeace Europa, sostiene che l’organismo sovrannazionale non ha ancora preso una posizione precisa su come considerare le nuove tecniche (se farle rientrare nell’ambito della legge europea sugli Ogm o meno). Secondo la Achterberg, la Commissione avrebbe dovuto pubblicare un parere legale su queste nuove tecniche lo scorso anno, ma non l’ha fatto e nemmeno intende farlo: «Abbiamo guardato i documenti della Commissione, che ci sono stati dati in base alle leggi sulla libertà d’informazione, e abbiamo scoperto che [lo stop al procedimento legale, ndt] era dovuto, tra le altre cose, al lobbismo da parte di soggetti statunitensi».

ETICHETTE

Il Non-GMO Project – la maggiore no-profit in Nord America per le analisi e l’etichettamento dei cibi non Ogm – considera i cibi prodotti con le nuove tecniche come dei veri e propri Ogm, e ha dichiarato – tramite il suo direttore esecutivo Megan Westgate – che non concederà la propria etichettà di Non-Ogm a questi cibi: «Ci sono crescenti tentativi, da parte delle aziende biotecnologiche, di reagire al fenomeno del rigetto degli Ogm da parte dei consumatori affermando che i nuovi tipi di ingegneria genetica […] non sarebbero in realtà ingegneria genetica».
Il Non-Gmo Project ha quindi deciso di inserire le nuove tecniche nella sua definizione di Ogm, e la sua etichetta è attualmente la migliore garanzia che un consumatore possa ottenere, in America, del fatto che il suo prodotto sia privo di Ogm.

TECNOLOGIE OGM APPLICATE SU EMBRIONI UMANI IN CINA

Le tecniche di modifica genetica tradizionali non erano mai state utilizzate direttamente sugli esseri umani, ma secondo uno studio del 2015, degli scienziati in Cina hanno cominciato a usare il Crispr-Cas9 per rimuovere dagli embrioni umani dei geni che causano patologie. Il Parlamento americano ha vietato questa pratica l’anno scorso, nonostante la pressione di alcuni scienziati che ritengono che così facendo gli Stati Uniti rimarrebbero indietro nello sviluppo delle biotecnologie.
Ma un gruppo di studio statunitense che si occupa di bioetica ed ecologia, ha approvato le iniezioni di cellule modificate da Crispr-Cas9 per aggredire il cancro negli umani.

Per approfondire:

Articolo in inglese: GMO 2.0: A New Kind of Modified Food Escapes Regulation

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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