Pechino non annuncia il sostituto di un alto funzionario: cosa c’è sotto?

Nel mese di gennaio l’agenzia disciplinare del Partito Comunista cinese (Pcc) ha annunciato che Liu Jinguo, capo di una losca organizzazione extralegale definita dagli attivisti per i diritti umani la ‘Gestapo cinese’, si è dimesso nel mese dalla sua carica. Il fatto strano è che questa agenzia non si è preoccupata di annunciare un successore. 

Il 26 maggio, una nota pubblicata sul sito web della Commissione centrale di Disciplina e di Ispezione (Ccdi) del Pcc affermava che Lin Jinguo, che ha guidato l’Ufficio 610 e prestato servizio in qualità di vice segretario della commissione, si era dimesso lo scorso gennaio dal suo incarico. Non si sa se qualcun altro, e in tal caso chi, sia stato nominato in sostituzione di Liu come capo dell’Ufficio 610. 

L’Ufficio 6-10, chiamato così perché istituito il 10/6/1999, è un’agenzia di sicurezza del Pcc istituita dall’ex capo del regime Jiang Zemin per sradicare la pratica spirituale del Falun Gong. L’Ufficio opera al di fuori della legge e i suoi agenti hanno autorità a ogni livello del Partito e dello Stato. 

Gli agenti dell’Ufficio 610, coprendo le loro tracce attraverso la trasmissione degli ordini per via orale, hanno avuto un ruolo diretto nell’attuazione della persecuzione a livello nazionale del Falun Gong. Secondo una ricerca condotta da attivisti e giornalisti indipendenti, nel corso di questi anni centinaia di migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati continuamente arrestati e incarcerati, e decine di migliaia di loro sono stati uccisi in conseguenza delle torture subite o del prelievo forzato degli organi. 

L’INIZIO DELLA FINE? 

Sebbene per oltre venti anni Jiang Zemin abbia esercitato una forte autorità e influenza nella politica del regime cinese attraverso la sua vasta rete di amici fidati e tirapiedi, adesso la cricca si sta sgretolando. Questo a causa della campagna anticorruzione avviata due anni fa dall’attuale segretario generale del Pcc Xi Jinping

Liu aveva sostituito nel febbraio scorso Li Dongsheng. Li, membro fidato della fazione di Jiang che ha comandato l’Ufficio 610 fino a quando nel dicembre 2013 è stato rimosso dal suo incarico, è stato messo sotto inchiesta ed espulso dal Partito presumibilmente per corruzione. 

L’annuncio fatto dalla Commissione disciplinare inerente alle dimissioni di Liu Jinguo solleva interrogativi sul futuro dell’ombroso e, secondo la legge cinese, incostituzionale Ufficio 610. 

Zhou Xiaohui, analista di Epoch Times, ritiene che le dimissioni di Liu possano far presagire che saranno intraprese delle future azioni nei confronti dell’Ufficio 610. Le sue dimissioni sono viste in connessione con l’insolita pubblicità che i media statali cinesi hanno fornito su un altro, del resto irrilevante, caso di corruzione che coinvolge l’Ufficio 610. 

Luo Jian era il vice direttore dell’Ufficio 610 nella provincia meridionale cinese del Guangdong. Il 25 maggio, la commissione disciplinare provinciale ha annunciato che Luo era stato messo sotto inchiesta per «grave violazione della disciplina del Partito e della legge», una frase onnipresente utilizzata negli ultimi mesi decine di migliaia di volte nei confronti dei funzionari indisciplinati. 

Il fatto che il caso di Luo sia stato ampiamente riportato dai media statali sta a indicare che l’Ufficio 610 sia divenuto un forte bersaglio dell’amministrazione di Xi Jinping, ha detto Zhou. 

«In primo luogo, si tratta di un avvertimento per l’ex leader Jiang Zemin che ha istituito l’Ufficio 610», ha detto Zhou. «Il fatto che i media statali stiano discutendo dell’argomento, sta a indicare che il governo di Xi sta per passare all’offensiva». 

Secondo Zhou, la possibilità che Xi Jinping sopprima completamente l’Ufficio e porti in tribunale il suo capo del personale è «molto credibile». Ma il Partito rifuggirà comunque dal menzionare la portata dei loro abusi dei diritti umani nei confronti dei praticanti del Falun Gong e di altre fedi che vengono perseguitate. 

«Anche se stiamo in realtà parlando di ‘crimini contro l’umanità’, in apparenza la questione ruota ancora una volta intorno alle ‘violazioni della disciplina’», ha detto Zhou. «Il Pcc eviterà di menzionare questi crimini, che rappresentano anche la ragione per cui non annuncerà apertamente lo scioglimento dell’Ufficio 610, ma cercherà invece di risolvere queste malefatte silenziosamente e a porte chiuse». 

Articolo in inglese: ‘Speculation Mounts as Beijing Leaves Top Post in Secret Police Empty

 
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