Le verità nascoste del sistema bancario

Adair Turner, Barone di Ecchinswell, non è un comune funzionario, se non altro perché come capo della Financial Services Authority (l’ex Autorità di vigilanza finanziaria della Gran Bretagna) ha guidato il sistema bancario britannico attraverso la crisi del 2008.

Ma Turner è diverso da personaggi come Timothy Geithner e Ben Bernanke: ha fatto domande che vanno oltre i ratio patrimoniali e la gestione del rischio di controparte. Ha messo in discussione l’intero sistema finanziario ed è arrivato alle stesse conclusioni che precedentemente economisti come Hyman Minsky e Steve Keen avevano mantenuto riservate.

Turner, una delle massime autorità al mondo in campo finanziario, sostiene coraggiosamente quello che altri economisti sanno ma non dicono: le banche fabbricano denaro sotto forma di credito. E non sempre per il bene della società. Nel suo libro ‘Tra il debito e il diavolo’, descrive il processo in dettaglio e smonta il caso per cui si stampa moneta per finanziare i disavanzi pubblici.

Quando ha capito che il credito bancario è pericoloso?

«Sentivo che non ci stavamo facendo alcune domande fondamentali che ci dobbiamo porre. Mi ricordo di un epiodio del 2008: stavamo discutendo se intervenire per regolamentare il mercato dei credit default swap [strumenti di copertura finanziaria, ndr], che avevano avuto un certo ruolo nella crisi».

«Alcuni degli esperti del mio personale presso la Fsa dissero: “Se noi regoliamo i credit default swap ridurremo la liquidità e questo renderà più difficile la creazione di credito nell’economia”. Anche in quel caso mi sono chiesto: “Siamo sicuri che tutto quel credito nell’economia sia una cosa buona?”».

«E ho cominciato subito a fare domande in questo senso; poi nella primavera del 2010 ho fatto un intervento intitolato: “Cosa fanno le banche e cosa dovrebbero fare?”».

«Da allora ho fatto molte analisi, e questa è stata la prima fase in cui ho cominciato a essere colpito dalla grande differenza tra quello che i libri di testo affermano essere stato fatto, e quello che in realtà si fa».

La gente pensa che le banche competano per i depositi bancari e che poi prestino quei soldi. Che cosa fanno le banche secondo lei?

«Le banche creano denaro di credito e potere d’acquisto. È matematico che una volta che una banca crea del prestito, vi sia una passività della banca e non potere di acquisto».

«Il fatto che le banche creino denaro, credito e potere d’acquisto è un qualcosa che è stato ben compreso da economisti del XX secolo come Knut Wicksell e Friedrich von Hayek, ma dagli anni ’60 in poi questo modo di pensare è scomparso».

«Pongo questa questione nell’ultimo capitolo del mio libro, “Perché l’economia ha fatto così tanti errori fondamentali?” Penso che si sia sviluppato il desiderio di modellare il sistema in un modo altamente matematico e che successivamente si sia scoperto che è molto più facile da fare se si ignora semplicemente il sistema bancario».

«Quello che succede è che l’economia è matematicamente molto sofisticata, ma del tutto irrealistica. Uno dei modi in cui è totalmente irrealistica è la sua rappresentazione del sistema bancario».

Quindi fondamentalmente le banche stampano denaro. Perché lei è il primo funzionario di alto livello ad aver approfondito questo argomento?

«Gli esperti sono molto lontani dalla reale teoria economica, e dalla realtà. Lo trovo un po’ strano perché è ormai diventato evidente quanto questa sia una comprensione fondamentale del processo economico. È lo stesso mistero per cui le intuizioni di Hyman Minsky [economista famoso per le sue teorie dell’instabilità finanziaria e speculazione, ndr] sono state ignorate per così tanto tempo?».

«C’è davvero qualcosa di molto strano nella ‘resilienza’ di alcuni metodi economici di osservazione del mondo, che sono rintracciabili matematicamente ma anche profondamente falsi».

Pensa che le banche proteggano attivamente il proprio monopolio di creazione del denaro?

«Che le banche abbiano influenzato direttamente il mondo accademico riguardo a questa particolare questione (cioè: “cerchiamo di coprire il fatto che creiamo credito, denaro e potere di acquisto”) non ne sono così sicuro, perché penso che in molti fra gli stessi banchieri non capiscano quello che fanno».

«Per loro è come se io debba ottenere un deposito prima di poter prestare. Non riescono a pensare a come l’interazione di diverse banche e il funzionamento del mercato interbancario significhino che il sistema nel suo complesso può creare nuovo credito e denaro che non esisteva in precedenza».

«E infatti, una delle cose che mi ha colpito è quanto poco numerosi siano i banchieri bravi, pratici e di successo che hanno compreso la totalità del sistema di cui rappresentano solo un particolare ingranaggio».

E per quanto riguarda il sistema politico?

«Vi è sempre un certo gruppo che ha interesse nel fatto che ci sia più credito. Così le banche hanno voluto far crescere i propri bilanci e hanno voluto dei bassi requisiti patrimoniali».

«Prendiamo gli Stati Uniti: ci sono stati politici che hanno voluto un sistema bancario – o un sistema del mercato dei capitali – che permettesse di prestare ai capifamiglia più soldi possibile, in modo da far credere loro che stessero partecipando al sogno americano, anche se non ricevevano alcun aumento nei salari reali».

«L’idea era che dovevamo espandere il settore immobiliare, e il modo per farlo sono i mutui facili. Questa è stata una convinzione condivisa da tutti i politici in blocco, in corrispondenza di un sistema bancario che a sua volta diceva: “Ah sì! Se ci lasciate in pace, ci imponete dei blandi requisiti patrimoniali e ci lasciate sviluppare tutti questi complicati nuovi strumenti derivati saremo in grado di assicurare quel credito».

Articolo in inglese: ‘The Truth About Banking: Former Top Regulator Speaks Out

 
Articoli correlati