Sdr nuova moneta globale? Sì, ma si rischia una guerra

Warren Buffett sostiene che l’oro non vale nulla perché non produce nulla. Abbastanza sensato. Ma come la vedremmo se anche altri settori dell’economia, a causa di vari problemi, non fossero più capaci di produrre nulla?

Victor Shvets, esperto di strategie di investimento bancario globale di Macquarie group, per spiegare il valore dell’oro in una intervista con Epoch Times ha affermato:«Se si prende in considerazione l’oro, l’unico modo per perdere con esso è nel caso in cui i normali affari e il settore privato abbiano un tracollo, in tal caso l’oro ritornerebbe al valore di 100 dollari all’oncia. Negli altri tre casi possibili di crisi economica come la deflazione, la stgflazione o l’iperinflazione, l’oro ne beneficia». Si può allora concludere che dei quattro scenari di crisi possibili, l’oro ne esce indenne o avvantaggiato in tre casi su quattro, sebbene essi non siano particolarmente auspicabili.

Shvets crede infatti che le azioni aggressive intraprese dalle banche centrali mondiali dopo la crisi economica, siano andate a coprire i buchi prodotti dalla mancanza di produttività del settore privato. Inoltre aggiunge che i movimenti (di capitali) delle banche e dei governi hanno preso il posto dei veri dati riguardanti gli investimenti del settore privato, dei guadagni e dell’occupazione; perciò tutto si è ridotto in definitiva a una questione di fiducia nelle banche centrali.

«Se le persone si sentono più sicure, l’oro facilmente ritorna in auge. Quando le pecore ‘tornano all’ovile'[…] l’oro torna con loro! Dopo che nel dicembre dell’anno scorso si è visto con stupore la Federal Reserve incapace di controllare il mercato alzando i tassi di interesse, i future dell’oro sono arrivati al 26% quest’anno; inoltre i ‘junior gold mining stock’ delle compagnie che sono più sensibili all’aumento del prezzo dell’oro, sono saltate al 155% quest’anno.

L’insuccesso delle politiche monetarie convenzionali nello stimolare il mercato, ha spinto alcuni funzionari della Fed a cercare metodi non convenzionali nel caso ci fosse un nuovo picco in discesa.

John William, presidente della Fed di San Francisco scrive in un saggio:«La politica economica tradizionale ha meno possibilità di stimolare l’economia durante un periodo di recessione economica; avremo bisogno di ricorrere a metodi non convenzionali come la copertura dei bilanci da parte delle banche centrali, forward guidance o addirittura una quotazione negativa in borsa. In questa recessione economica che tende a essere più profonda e lunga del solito, la ripresa lenta porta il rischio di una inaccettabile bassa inflazione […] diventa alto. Quello che spaventa molto gli investitori di alto profilo, sono gli interessi in negativo».

In proposito Lord Jacob Rothschild, presidente della Rothschild Investment Trust, ha scritto in una lettera:«I sei mesi in esame hanno visto le banche centrali portare avanti uno dei più grandi esperimenti di politica monetaria della storia del mondo. Navighiamo in acque inesplorate, è impossibile prevedere le conseguenze di tassi d’interesse non voluti cosi bassi con il 30% di debito pubblico globale a rendimenti negativi combinati con così tanti quantitative easing su larga scala».

Secondo Shvets per gli investitori e i cittadini questo potrebbe essere l’inizio di un rifiuto generalizzato di queste politiche, con la conseguente ricerca di alternative come oro, denaro contante, bitcoin, e beni immobili:«I bitcoin e l’oro possono essere proibiti dallo Stato. Allora come si fa a costringere qualcuno a fare quello che non vorrebbe fare? Un modo è appunto quello di bloccare le alternative possibili come i beni immobili, l’oro e i contanti! Così si costringerebbe implicitamente le persone ad accumulare contanti con ricevute di deposito o mettere in magazzino oro illegalmente».

In un certo senso sta già accadendo: secondo un’inchiesta di marzo della ‘Schweizer Radio und Fernsehen’ quando un istituto di previdenza ha chiesto a una delle più grandi banche svizzere di pagare con una maggiore quantità di denaro, per salvarsi dalla penalizzazione del tasso negativo, e la banca glielo ha negato.

Ma dove porterà tutto questo? Shvets crede che debba avvenire un reset finanziario di un paio di miliardi di dollari:«In questo momento stiamo ancora nel sistema standard del dollaro, siamo in questo sistema sin dalla fine del sistema di Bretton Woods che si è concluso nel 1971. Ora su quali basi il sistema rifonderà se stesso? Sarà l’oro? Sarà una moneta globale?».

L’economista britannico John Maynard Keynes aveva suggerito già nel 1944 di creare una valuta globale. In realtà qualcosa di simile esiste già: la nuova moneta globale può essere fatta derivare dalle cinque valute internazionali emesse dal Fondo Monetario Intenzionale. È chiamata Sdr, Special Drawing Rights [Diritti Speciali di Prelievo, ndt], e rappresenta il diritto di prendere e usare il paniere comune dei membri del Fondo Monetario Internazionale, cioè dollari, euro, yen, sterline. E dal 1 ottobre 2016, anche yuan cinesi.

Fin dall’inizio del 2016, accademici a favore del globalismo, banchieri delle banche centrali, così come Fondo Monetario Internazionale stesso e altre organizzazioni internazionali, hanno iniziato una massiccia campagna pubblicitaria per promuovere l’Sdr come moneta internazionale, che è culminata in agosto con l’emissione da parte della Banca Mondiale di un prestito obbligazionario privato di Sdr del valore di 2,8 miliardi di dollari, da immettere nel mercato obbligazionario cinese.

Shvets conclude :«Stiamo per avere una moneta internazionale? I Paesi dovrebbero rinunciare alla propria indipendenza, ma sono riluttanti a farlo. Di solito lo fanno solo dopo una guerra». Che dire di un ritorno all’oro? Forse, ma solo dopo una guerra.

 

Articolo in inglese: Gold Wins in Three out of Four Scenarios, Says Macquarie Strategist

Traduzione di Fabio Cotroneo

 
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