Purghe politiche a Shanghai, la base dell’ex leader perde altri pezzi

Teste che saltano senza far rumore: il licenziamento di alcuni dirigenti di alto livello nelle industrie dell’acciaio, della sicurezza e della sorveglianza di Shanghai – appartenenti alla fazione dell’ex leader del Partito Jiang Zemin – indicano come l’attuale capo del Partito Comunista Xi Jinping stia consolidando il suo controllo della città.

Durante un meeting tenutosi il 15 e il 16 aprile: tre capi del governo locale sono stati rimossi e sono state effettuate nuove nomine. Dong Weimin ha sostituito Zhu Xiaochao nell’Ufficio di Sicurezza di Stato di Shanghai; Zhu Qinhao è subentrato a Shi Xiaolin nell’Amministrazione Civile della città; Zhang Xiaosong ha preso il posto di Li Mingjun in qualità di capo dell’Ufficio degli Affari esteri del Governo municipale del Popolo di Shanghai.

Le dimissioni del capo della sicurezza di Shanghai Zhu Xiaochao sembrano essere parte di una più ampia tendenza che ha fatto uscire di scena l’ex zar della sicurezza del regime cinese Zhou Yongkang, incastrato a marzo scorso con tre imputazioni, così come Ma Jian, vice ministro della sicurezza di Stato e superiore di Zhu, per corruzione.

Zhu, Ma e Zhou sono tutti connessi a Jiang Zemin, il quale, da quando nel 2002 si è dimesso da capo del Partito, ha assunto nel regime cinese un ruolo da padrino. La rimozione di questi funzionari della sicurezza suggerisce che Xi Jinping abbia assunto la direzione della sicurezza interna strappandola dalle mani dei funzionari fedeli a Zhou Yongkang e Jiang Zemin, che per oltre un decennio l’avevano completamente trasformata nel loro regno personale.

Altre indagini sulla corruzione a Shanghai suggeriscono che Xi stia attuando un’ampia epurazione della base del potere di Jiang Zemin e che non si tratti quindi di un semplice rimpasto nel personale della sicurezza.

Il 17 marzo Dai Haibo, ex vice capo della zona di libero scambio di Shanghai, è stato indagato con l’accusa di ‘gravi violazioni alla disciplina e alle leggi del Partito’, un’imputazione con la quale il Partito identifica la grave corruzione, ed è stato licenziato l’8 aprile. Si dice che Dai avesse relazioni politiche e commerciali con i figli di Jiang Zemin – Jiang Mianheng e Jiang Miankang.

A metà marzo è stato anche rimosso Ma Xiaodong, l’ex vice capo dell’Ufficio di Scienza e tecnologia dell’informazione del Partito.

Si ritiene che Ma abbia svolto un ruolo di primo piano nello sviluppo del ‘Golden Shield Project’, un sistema di sorveglianza che prende di mira i dissidenti con sofisticate operazioni di controllo. In California è in corso un processo nel quale si sostiene che i praticanti del Falun Gong – una pratica di meditazione spirituale contro la quale Jiang ha ordinato una persecuzione illegale – siano stati uno dei principali bersagli del progetto. L’attivista cinese Wang Yuanfei sostiene che nel progetto ‘Golden Shield’ siano stati coinvolti lo stesso Jiang Zemin assieme al figlio Jiang Mianheng, l’ex capo della sicurezza Luo Gan, il vice capo della pubblica sicurezza Zhu Entao, tra gli altri.

Alla fine di marzo, il dirigente della Baosteel Group Corporation di Shanghai Cui Jian è stato indagato per ‘gravi violazioni disciplinari’. L’analista politico Xia Xiaoqiang sostiene che l’azione nei confronti della Baosteel, un’importante società siderurgica statale, rappresenti, dal momento che molte imprese di proprietà statale di Shanghai sono controllate dalla famiglia di Jiang e dai suoi alleati, una svolta significativa nella campagna contro la corruzione di Xi.

Leggi l’articolo in inglese: Shanghai Purge Suggests Further Erosion of Former Leader’s Power Base

 
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