Professore indiano: ecco come ho scoperto per primo lo scandalo Volkswagen

Com’è nato lo scandalo Volkswagen? È noto che la casa automobilistica tedesca ha installato un dispositivo che falsa i dati sulle emissioni inquinanti nelle auto a diesel. Ma come ci si è accorti dell’imbroglio?

Tutto nasce da un professore indiano del West Virginia Center for Alternative Fuels, Engines and Emissions. Il dott. Arvind Thiruvengadam, racconta l’Hindustan Times, ama i lunghi viaggi, e il suo lavoro consiste anche nel testare le emissioni inquinanti delle auto durante i viaggi.

Lui e il suo collega Marc Besch avevano scoperto – con grande sorpresa – che una Passat in viaggio emetteva ossidi di azoto in quantità fino a 20 volte superiore agli standard europei.

I ricercatori hanno poi trovato valori simili nel modello Jetta, sempre della Volksvagen, mentre un terzo veicolo, una BMW X5, non aveva questo problema.

«Marc e io abbiamo fatto molti test di guida in viaggi veri e propri, [e sono] spesso eccitanti, perché visitiamo un sacco di posti [….] Ma tutto ci aspettavamo tranne che i risultati [di questo test] avrebbero portato agli eventi che leggiamo nei giornali oggi», ha detto Thiruvegadam in una intervista con l’Hindustan Times.

Il test della Passat è stato un puro caso, racconta Thiruvegadam. Il compito che aveva ricevuto era semplicemente di testare le emissioni di automobili europee, e una persona ha offerto la sua Passat per il test.

La vera stranezza era che i test fatti ‘al chiuso’, nella California Air Resources Board, avevano dato risultati normali. Ma quelli effettuati nel viaggio vero e proprio, mostravano un quadro completamente diverso.

Le indagini hanno poi scoperto che le auto contenevano un dispositivo che si accorge di quando è in corso un test sulle emissioni e in quel momento le minimizza.

Il resto è storia.

Immagine dell’articolo concessa da Shutterstock

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