Prime medaglie europee mtb: Oberparleiter, Teocchi. Giallo nell’Xce uomini

Sabato 25 luglio, le donne del mountain bike Xceliminator conquistano le prime medaglie ai campionati europei di mountain bike a Lamosano di Chies d’Alpago. Anna Oberparleiter si laurea nuova vicecampionessa continentale nella spettacolare disciplina ad eliminazione diretta, sempre ricca di imprevisti. Solo la possente elvetica Kathrin Stirnemann riesce a piegarla allo sprint negli ultimi metri della finale a quattro. Dietro all’altoatesina, l’azzurra under 23 Chiara Teocchi si conferma il giovanissimo talento delle azzurre: staccata di qualche metro difende il suo terzo posto a denti stretti.

«Sono felicissima. Sapevo che potevo far bene. Però nell’eliminator non sai mai cosa succede. Infatti siamo state un po’ fortunate. Però siamo anche forti, noi…

«Questo significa tanto per me. Perchè in maglia azzurra non sono mai riuscita a farmi vedere bene. Ci tenevo soprattutto qua, in Italia. Infatti sono ancora più felice di avercela fatta», ha dichiarato a caldo Anna dopo l’arrivo.

Questa medaglia corona un’annata per lei già ricca di soddisfazioni: oltre ad essere la campionessa in carica di questa specialità, è arrivata seconda agli italiani di ciclocross e di enduro. Essere scattante «è un po’ la mia dote. Per esempio, le salite lunghe non mi piacciono tanto, quindi domenica (nella prova cross country elite donne) farò un po’ fatica».

Invece Chiara ha già disputato la prova cross country under 23 prima di correre nell’eliminator, chiudendo al decimo posto. «Non sembra, ma ero arrivata sfinita. Poi però il ct Hubert Pallhuber mi dato tanta motivazione. Nella semifinale, comunque sia, le gambe le sentivo un po’ dure. Però ci credevo.

«Quando son passata alla finale ero contentissima. Poi in finale c’è stata una caduta e io ne ho un po’ risentito, perché mi è caduta una davanti. Le prime due sono andate però io ho lottato per la terza posizione. E sono contentissima comunque.

«Per me è la prima medaglia europea. E comunque sia, è un bronzo nella categoria elite; perché nell’eliminator non c’è distinzione di categoria. Vuol dir tanto per me. Vuol dir tanto dopo i sacrifici. Vuol dir tanto per il team e sono contentissima», ha dichiarato la 18enne bergamasca che vanta nella breve carriera già sette titoli nazionali nelle varie specialità del fuori strada e la medaglia d’oro olimpica, conquistata un anno fa alle olimpiadi giovanili di Nanchino.

«Siamo molto contenti. Le ragazze sono andate molto molto forte. Ovvio nell’eliminator ci vuole anche un po’ di fortuna. Anna era sicuramente la favorita per fare una medaglia però Chiara, dobbiamo ripetere che appena un’ora prima aveva finito la sua fatica nelle gare Under 23 e adesso è salita sul podio, con un pizzico di fortuna. Però in questo sport bisogna essere anche bravi a non cadere, e a non sbagliare», spiega il ct della nazionale, Hubert Pallhuber.

Secondo il tecnico azzurro questo risultato mitiga in parte la delusione, di giovedì, per la rottura della catena dell’ultimo componente della staffetta, ormai lanciato verso una quasi sicura medaglia d’oro nella gara inaugurale. Ma dopo due quarti posti, nel cross country femminile, le due medaglie confermano che «comunque ci siamo in tutte le gare», aggiunge.

GIALLO NELLA FINALE MASCHILE

«Le sensazioni erano buone oggi, anzi erano ottime. Perchè non è la mia disciplina e perchè vedevo che come potenza nello sprint ne avevo più degli altri… sono riuscito a superare il secondo proprio sulla linea del traguardo. Ero un po’ arrabbiato perché gli altri avevano fatto falsa partenza. Sono andato giù (alla partenza) e ho trovato la sorpresa che invece la falsa partenza, secondo i giudici, l’avevo fatta io», dichiara il corridore di casa Michele Casagrande. Sarebbe stato l’unico azzurro in semifinale. Inutili le proteste dei membri della federazione per cercare di far ritornare i giudici sui propri passi, anche portando come prova una foto scattata subito dopo il via, in cui si vede il corridore italiano in netto ritardo.

Secondo i tecnici della nazionale se si parte prima degli altri è impossibile finire ultimi in pochi metri, come si vede nella foto; e se avesse ricevuto una spinta alla partenza lo avrebbe più danneggiato, sbilanciandolo, che favorirlo.

Forse in futuro se si adottassero i cancelletti di partenza come nel motocross e nelle altre discipline simili a questa si potrebbero evitare incidenti di questo tipo, suggerisce il padre dell’azzurro.

 
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