Prima vittoria al Giro Rosa per l’ex iridata Annalisa Cucinotta

Martedì, a Pozzo d’Adda nella quarta tappa del Giro Rosa 2015, l’ex campionessa del mondo di ciclismo su pista, Annalisa Cucinotta, ha conquistato la sua prima vittoria al Giro d’Italia femminile, salendo sul gradino più alto del podio, per la prima volta tutto italiano in questa edizione della corsa rosa.

«Già negli scorsi giorni la squadra aveva provato più volte, ed eravamo sempre presenti negli attacchi, ma non è mai andata bene. Invece oggi sono riuscita a finalizzare al massimo il lavoro svolto durante la tappa… se non ci fossero loro (del Team Ale –Cipollni) non saremmo arrivati a questo risultato oggi», ha dichiarato la campionessa friulana dopo aver ottenuto la sua seconda vittoria stagionale nella seconda e probabile ultima volata di gruppo, nonché ultima opportunità di vittoria per le velociste come lei, in questa edizione del Giro Rosa.

Quest’anno, la 29enne ciclista udinese ha conquistato la sua prima vittoria stagionale su strada indossando la maglia giallo fluo della sua nuova squadra a febbraio, nella prima tappa del Ladies Tour of Qatar; però dopo il brillante avvio di stagione, ha continuato ad ottenere buoni piazzamenti come il secondo e i quarti posti in Cina, al tour Tour of Chongming Island, dove è arrivata terza anche in classifica generale, «ma una vittoria non era (più) arrivata», racconta.

Annalisa ha sempre vinto moltissimo su pista: invece su strada arrivava a disputare le volate troppo stanca per riuscire ad esprimersi al meglio. Così da quest’anno «ho cambiato modo di allenarmi: faccio più chilometri, più lavori su strada e mi dedico d’inverno di più alla pista».

A guidare la pistard azzurra negli allenamenti c’è il fratello Claudio, ex ciclista professionista e ora preparatore atletico, che assieme al papà Nunzio ha trasmesso ad Annalisa la grande passione per la bicicletta. EpochTimes ha raggiunto al telefono l’ex campione italiano di ciclismo per conoscere meglio la sorella nella sua avventura sportiva e per capire quanto conta una vittoria al Giro Rosa nel ciclismo femminile:

La vittoria era nell’aria…

Nella prima tappa ha fatto settima perché è rimasta un po’ chiusa. Ieri ha vinto la volata del gruppo (ma davanti è arrivato un gruppetto di nove corridori). Oggi non c’era nessuno in fuga, quindi ha vinto.

La quarta tappa del Giro Rosa 2015 è stata l’ultima adatta per le sue caratteristiche.

Sì, adesso ci sono tutte tappe molto dure, quindi cercherà di aiutare, per quanto può, le sue compagne (come Francesca Cauz già maglia bianca al Giro Rosa 2013), e non potrà puntare a risultati personali, perché sono tappe non adatte alle sue caratteristiche.

Come avete vissuto la vittoria in famiglia?

Ho sentito i miei… per telefono. Ovviamente erano molto contenti. Ho saputo la notizia tramite internet, invece mio papà è stato avvisato dal papà di Elena Cecchini (campionessa italiana in carica), che era a vedere la gara. Appena dopo la volata ha chiamato mio papà e gli ha comunicato la notizia.

Quindi c’è anche un po’ di cameratismo tra friulane…

Certo dai. Già gli atleti friulani di alto livello non sono tantissimi, le ragazze ancora meno. Ovviamente fa piacere quando una delle poche che ci sono ottiene buoni risultati. Anzi oggi tutte e due perché anche la Cecchini ha fatto terza. Un podio quasi tutto friulano non capita tutti i giorni…

Cosa significa avere una sorella che segue le tue orme?

Io sono il fratello e anche il preparatore, quindi ho doppia soddisfazione da questo punto di vista. Mi fa piacere due volte. Spesso mi alleno anche con lei, quando è a casa, perché è spesso in ritiro con la nazionale per l’attività su pista, e le gare in coppa del mondo sono spesso all’estero.

Annalisa dice che alla base dei suoi successi su strada di quest’anno c’è il cambio preparazione…

Sì, visto che quest’anno è stata ingaggiata da una squadra importante su strada, (l’obbiettivo) era quello di ben figurare sulla stagione su strada e di far bene al Giro, una delle poche occasioni in cui hanno visibilità.

Qual’è l’importanza del Giro d’Italia nel panorama ciclistico femminile?

A livello internazionale è la corsa più importante al mondo. Dopo olimpiadi e mondiali c’è il Giro d’Italia. Ci sono tutte le atlete più forti al mondo. Quindi una è vetrina molto importante.

Da ex ciclista professionista su strada quali differenze hai notato tra ciclismo maschile e femminile?

I maschi è inevitabile che abbiano prestazioni superiori per questioni genetiche; ma dal punto di vista dell’allenamento, del sacrificio, dell’impegno non cambia assolutamente niente tra un maschio e una femmina. A livello mediatico c’è un abisso, e di conseguenza a livello economico e a tutto quello che ne consegue; ovviamente, un ragazzo di pari livello che vince una tappa al Giro d’Italia l’anno dopo riesce ad avere un ingaggio di decine di migliaia di euro. Una ragazza no.

Le atlete di buon livello trovano posto in squadre come quella di Annalisa, che è un’ottima squadra. Però sono poche le ragazze con la fortuna di finire in squadre così. Perchè ce ne sono poche. Anzi Annalisa è ancora più fortunata, come la Cecchini e qualche altra che è in un corpo di stato (Cucinotta è anche un’atleta del Corpo della Forestale). Quindi da quel punto di vista ha la sicurezza economica.

Annalisa ha passato un momento difficile nel 2008 quando è stata squalificata…

Sì, grazie alle persone che le stavano vicino, che sapevano realmente com’era andata, si è impegnata ancora di più per tornare al livello di prima. Comunque si è sempre allenata. Adesso sta bene, ma anche quando ha avuto i momenti difficili, perchè doveva stare due anni fuori dalle gare, ho cercato di farla uscire in bici anche se non ne aveva nessuna voglia. Questo l’ha aiutata a pensarci di meno e a farle crescere la voglia di riscattarsi.

Come descriveresti Annalisa?

È una ragazza tranquilla, modesta, mai sopra le righe o che fa polemiche per qualsiasi tipo di cosa.

E le sue qualità come ciclista?

Dal punto di vista atletico la volata. È veloce. Come ha dimostrato adesso e tante volte su pista. È una velocista di fatto. Anche per questo su strada non ha ottenuto grandissimi risultati, perché le gare su strada non sono tante che finiscono in volata a ranghi compatti. Perchè molte hanno salite; quindi capita spesso che alla volata non ci arrivi perché in salita non tiene il ritmo delle prime. Però adesso, grazie al lavoro svolto, è migliorata parecchio. Quindi anche nelle gare con qualche strappo riesce a tenere duro e ad arrivare a disputare la volata.

Poi è molto determinata, sa tenere le posizioni in gruppo e anche dal punto di vista tecnico è molto brava – guida molto bene la bici – quindi questo le consente di stare molto spesso nella posizione migliore per fare la volata, che conta moltissimo.

Cosa consiglieresti a una ragazza che come lei si avvicina a questo sport?

Di dotarsi di tanta pazienza e tanta passione, perché tutte le ragazze che corrono lo fanno per passione. Non bisogna pensare di arrivare al professionismo come miraggio, perchè pochissime vivono di ciclismo. Poi se avranno le doti e fortuna un domani potranno vivere di questo, però non deve essere la motivazione principale.

Intervista rivista per brevità e chiarezza.

 
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