Prigioniera di coscienza torturata a morte in Cina

La cittadina cinese Yu Baofang è deceduta in circostanze misteriose, dopo che la polizia l’aveva trattenuta in stato di fermo per dodici giorni a causa del suo credo spirituale. Baofang proveniva dalla città di Anshan, era una praticante del Falun Gong, conosciuto anche come Falun Dafa, una disciplina di auto-perfezionamento spirituale che implica il vivere in accordo con i principi universali di Verità, Compassione e Tolleranza.

Secondo quanto riportato da Minghui.org, un sito web dedicato alla pubblicazione di informazioni sulla persecuzione del Falun Gong in Cina, anche il marito e il figlio di Yu sono stati arrestati e incarcerati dalle autorità locali, per essersi rifiutati di rinunciare alla loro fede. Il marito Wang Dianguo è ancora in carcere e gli è stato negato di occuparsi del funerale della moglie, mentre il figlio Wang Yu è stato rilasciato.

Il 17 luglio scorso, Yu è stata ricoverata in un ospedale di Anshan city, dove è morta poche ore dopo. Il figlio ha dichiarato a Minghui.org che gli è stato consentito di visitarla, ma non di starle vicino nè di toccarla: «Ho tentato di starle vicino, volevo tenere le sue mani, quella poteva essere la mia ultima possibilità di stringere le sue mani, ma la polizia non me lo ha permesso.  Mi hanno trascinato a forza fuori dalla stanza, sono rimasto lì solo per qualche minuto».

Il personale dell’ospedale ha detto a Wang che hanno tentato di rianimarla, ma che le cause della morte erano sconosciute. Il giorno seguente, il Centro di detenzione femminile dove Yu era detenuta ha informato Wang  che la donna è morta a causa del diabete, ma non ha fornito nessuna certificazione medica. Il ragazzo ha precisato che la madre prima dell’arresto non aveva problemi di diabete.
E ha proseguito: «Il centro detentivo sottopone a visita medica i detenuti al loro ingresso, ma per mia madre non ha rilasciato nessuna documentazione che attestasse qualcosa sulle sue condizioni di salute: se avesse avuto veramente seri problemi, perché il personale medico l’avrebbe accettata senza dire una parola? Perché ci hanno informati  [dell’avvenuto decesso] solo un’ora dopo la sua morte e non prima o durante il trattamento di emergenza?».

I familiari sospettano che Yu sia deceduta dopo essere stata torturata e che le autorità locali stiano tentando di nascondere la verità, e  per fare luce sull’accaduto hanno intentato un’azione legale. Wang ha inoltre raccontato a Minghui.org che quando è rientrato a casa dopo il suo rilascio, ha scoperto che la polizia aveva saccheggiato l’appartamento e sottratto del denaro e un odore nauseabondo riempiva l’abitazione: gli agenti avevano staccato la corrente dal frigorifero e lasciato lo sportello aperto, col tempo il cibo all’interno era marcito e i vermi ricoprivano il pavimento.

Secondo le informazioni di Minghui.org, sono sicuramente più di 4.000 i praticanti del Falun Gong deceduti a causa di torture e abusi da parte della polizia cinese, anche se le cifre reali sono probabilmente molto più alte, ma sono occultate dalla rigida censura delle autorità sull’informazione riguardante la pesecuzione in atto.

A questo già alto numero di vittime, si aggiungono le decine di migliaia di praticanti uccisi per il prelievo forzato di organi, eseguito mentre sono ancora in vita.

Traduzione di Giuseppe Di Talia

 
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