Perché i cinesi comprano squadre di calcio europee

Ebbene sì: la Cina vuole diventare potenza leader nel mondo del calcio entro il 2050. Questo emergeva già da un documento del marzo 2015. Come spesso accade con qualsiasi tipo di direttiva politica in Cina, questa strategia sta portando a bolle e cattivi investimenti. Basti pensare all’acquisto da parte dello Shanghai Sipg del giocatore brasiliano Hulk, per 61,4 milioni di dollari (e ricordare la sua scarsa performance nella Coppa del Mondo 2014).
Per farsi un’idea di quanto abbia speso lo Shanghai Sipg, basta considerare il prezzo del giocatore cinese più costoso, Linpeng Zhang, che gioca per il Guangzhou Evergrande Taobao: secondo Transfermarkt.com vale appena 1,3 milioni di dollari.

Ma perché i produttori cinesi di elettrodomestici e di automobili comprano interi club di calcio europei? Potrebbe non essere semplicemente una direttiva politica, ma un’accoppiata vincente tra politica ed economia cinese.

In primo luogo, per queste aziende è il modo più semplice per incanalare denaro fuori dal Paese. Le aziende cinesi stanno comprando qualunque cosa non abbia una forte stabilità economica, e hanno fatto offerte a società estere per 119 miliardi di dollari nei soli primi cinque mesi del 2016.

In secondo luogo, è vero che il presidente Xi Jinping sta personalmente spingendo l’iniziativa. Così, chiunque voglia ‘accodarsi’ si prende un premio di consolazione e aumenta le proprie attività estere, in un periodo in cui l’economia cinese sta rallentando e la moneta potrebbe svalutarsi da un momento all’altro.

I numeri sono piccoli in confronto, ma comunque notevoli. Dal 2014, le imprese cinesi dei settori immobiliare, vendita al dettaglio, manifatturiero ed energetico, hanno investito un miliardo di dollari in dieci squadre di calcio europee tra cui Manchester City e Inter.

Altre offerte, come gli 825 milioni di dollari proposti dalla Gsr Capital per acquistare il Milan, e l’acquisizione confermata del club inglese Wolverhampton Wanderers da parte della Fosun International per 59 milioni di dollari, andrebbero quasi a raddoppiare quella cifra.

CALCIATORI

Parlando di giocatori, la Super League cinese ha speso 145 milioni di dollari quest’anno, e l’enorme cifra di 443 milioni di dollari lo scorso anno.

Hulk è il giocatore di maggior valore, e altri trasferimenti di rilievo includono l’attaccante colombiano Jackson Martinez (46 milioni di dollari) dall’Atletico Madrid e Ramirez dal Chelsea (31 milioni di dollari).

Nonostante i 600 milioni di dollari spesi, il valore totale di tutti i giocatori della Super League cinese ammonta a 360 milioni di dollari, e la lega ricava, in cinque anni, solo 200 milioni di dollari dai diritti televisivi. Così le aziende cinesi e i magnati dietro ai club devono ripianare le perdite (inclusi i costi degli stipendi); ma è una cosa che fanno volentieri.

È noto oramai che le aziende cinesi e gli investitori cinesi paghino più del dovuto per qualsiasi cosa, dagli immobili a Vancouver alle cantine australiane, ma perché? Se la valutazione dei gestori di hedge fund come Kyle Bass fosse vera, detenere dei depositi bancari cinesi potrebbe essere meno conveniente che acquistare, a caro prezzo, una squadra di calcio europea o un giocatore brasiliano.
Bass, secondo quanto ha riferito in un’intervista a RealVisionTV, pensa infatti che la Cina dovrà presto affrontare una crisi bancaria e una svalutazione della moneta: «Sta costando loro il 30 per cento del Pil. La perdita in caso di default sarà più dell’80 per cento; vanno incontro a una perdita di 3 mila miliardi di dollari di capitale bancario, ma hanno solo 2 mila miliardi».

Se lo scenario di Kyle Bass è veritiero, un portafoglio diversificato di oro, bitcoin, immobili a Vancouver e qualche calciatore, dovrebbero aiutare a superare la tempesta.

Articolo in inglese: Just Another Foreign Asset: Why Chinese Buy Up European Soccer Clubs

 
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