Pechino promette solo di «ridurre la dipendenza» dal prelievo forzato di organi

Di David Kilgour

Il 15 agosto l’agenzia di stampa Reuters a Pechino ha riferito che il Governo cinese si è impegnato a «ridurre la dipendenza» dalla sua prassi di raccogliere forzatamente gli organi vitali dai prigionieri per il trapianto, senza però fissare un termine ultimo per porre fine al commercio.

La Cina è l’unico Paese al mondo che nelle operazioni di trapianto utilizza sistematicamente organi di persone condannate per reati capitali e di prigionieri di coscienza, solitamente condannati per nessuna ragione accettabile. Questo traffico di organi ha richiamato una condanna internazionale.

Huang Jiefu, ex vice ministro della Salute ora a capo dell’ufficio di trapianto d’organi del Ministero, ha detto a Reuters che il Ministero inizierà ad utilizzare organi da donatori volontari da novembre di quest’anno. Fino al 2005 Huang e altri funzionari del Partito hanno negato che tutti gli organi provenissero da prigionieri; quell’anno però, in qualità di vice ministro della Salute, ha detto che oltre il 95 per cento degli organi trapiantati in Cina proviene da prigionieri giustiziati. Nel 2010 a Madrid ha aggiunto che tra il 1997 e il 2008 la Cina aveva eseguito oltre 100 mila trapianti, con più del 90 per cento degli organi provenienti da prigionieri.

Verso la fine del 2012 però, Huang ha stranamente affermato che solo il 64 per cento circa degli organi trapiantati in Cina proviene da prigionieri, una percentuale che secondo lui è scesa sotto il 54 per cento nel 2013.

«Perché disapprova?», ha chiesto Huang a un giornalista dell’Australian Broadcasting Corporation nel maggio 2013, quando ha fatto domande sull’etica del commercio di organi in Cina; ora è invece d’accordo sul fatto che debba finire perché «offusca l’immagine» della Cina. Quest’anno ha ammesso che, come chirurgo che si è formato in Australia nei trapianti di fegato, ha trapiantato personalmente organi dai prigionieri due volte alla settimana fino al 2011.

L’Ong internazionale Dafoh [Medici Contro il Prelievo Forzato di Organi, ndt] e molti altri, hanno esortato per anni il Governo cinese a cessare la razzia di organi. Gli standard etici internazionali per la medicina richiedono un’immediata cessazione del traffico, non un vago e graduale arresto.

Dal 2006, quando io e David Matas abbiamo iniziato il nostro lavoro indipendente sulla sottrazione di organi a praticanti del Falun Gong, il numero dei cinesi condannati a morte e poi giustiziati è diminuito, ma il numero di trapianti, dopo un leggero calo, è salito ai livelli precedenti. Dal momento che l’unica altra notevole fonte di organi per i trapianti in Cina, oltre ai praticanti del Falun Gong, sono i prigionieri condannati a morte, un decremento dell’utilizzo di quella popolazione suggerisce un incremento involontario di rifornimento dai praticanti del Falun Gong.

Io e Matas abbiamo trovato delle prove schiaccianti su questo traffico di organi. Secondo una ricerca presente nel nostro libro Bloody Harvest, dal 2001 sono stati uccisi migliaia di praticanti del Falun Gong. Per esempio per il periodo 2000-2005 siamo arrivati alla cifra di 41.500 di tali trapianti, sottratti dai 60 mila trapianti rivendicati dal Governo per quel periodo, che ci sembrava ragionevole per la nostra migliore stima del numero di criminali giustiziati (18.550).

Nel libro del 2012 Organi di Stato, lo scrittore/ricercatore Ethan Gutmann stima che 65 mila praticanti del Falun Gong siano stati uccisi per i loro organi durante gli anni 2000-2008, selezionati dai circa 1,2 milioni di internati nei campi di lavoro forzato in Cina. Una sola firma della polizia è sufficiente per inviare chiunque in questi campi per un massimo di tre anni. Nel 2007 un resoconto del Governo degli Stati Uniti stima che almeno la metà dei detenuti in 340 di questi campi erano praticanti del Falun Gong. L’amministrazione leninista e l’economia del «tutto è permesso» incoraggia il proseguimento del traffico di organi in tutta la Cina.

Il Falun Gong (o Falun Dafa) è una pacifica pratica di esercizi e una disciplina spirituale che cerca di migliorare il corpo e il carattere morale. Contiene caratteristiche dei sistemi tradizionali, come il qigong cinese, il buddismo e il taoismo, combinati con esercizi dolci. Il numero di Cinesi di tutte le estrazioni sociali che la praticano sono straordinariamente aumentati dopo la sua introduzione al pubblico nel 1992. I suoi valori di fondo, quali verità, compassione e tolleranza, non sono in sintonia con quelli del Partito Comunista; così Jiang Zemin, l’allora presidente della Cina e capo del Partito, ha ritenuto che la pratica fosse una minaccia per il Governo del partito unico, arbitrariamente etichettato come culto e ha avviato una brutale persecuzione contro i suoi praticanti apolitici dalla metà del 1999 fino ai giorni nostri.

Per la Cina di oggi, quando si tratta di praticanti del Falun Gong non ci sono differenze sostanziali tra torturare, torturare a morte ed espiantare forzatamente gli organi. Quando sono stati messi fuori legge dal Partito-Stato, i loro diritti umani fondamentali sono scomparsi.

Dopo il 1980, il Partito post-Mao ha iniziato a tagliare i fondi riservati al sistema sanitario, imponendogli di compensare il deficit dai costi di servizio per i pazienti per lo più non assicurati. Vendere gli organi dei condannati a morte è diventata una fonte di reddito per i chirurghi, l’esercito ed altri partecipanti. A partire dal 1999, i prigionieri di coscienza del Falun Gong sono diventati una banca di organi per i pazienti cinesi benestanti, che spesso preferivano come ‘donatori’ i praticanti del Falun Gong, solitamente sani, piuttosto che i prigionieri condannati. Gli organi sono stati inoltre venduti ai ‘turisti d’organi’ provenienti dall’estero.

Decine di migliaia di praticanti del Falun Gong non-violenti sono stati da allora ritenuti inferiori agli umani dal loro Governo e dalla classe medica in tutta la Cina. Possono quindi essere uccisi su richiesta e vi è la possibilità che i loro organi vengano espiantati forzatamente e acquistati a caro prezzo dai concittadini e stranieri ignari della loro provenienza. Il Partito-Stato in tutta la Cina continua a utilizzare questo nuovo crimine contro l’umanità come parte della sua politica per sradicare dissidenti e altri ‘indesiderabili’.

L’attuale smentita ufficiale dell’espianto forzato di organi dai prigionieri di coscienza del Falun Gong suggerisce che il Partito-Stato di Pechino abbia pianificato di continuare a utilizzare questa fonte di organi nonostante sia intenzionato ad eliminare gradualmente l’espianto forzato d’organi da prigionieri condannati alla pena capitale. L’etica medica internazionale dei trapianti richiede l’immediata cessazione delle razzie di organi provenienti da tutti i prigionieri.

David Kilgour è un ex deputato, segretario di Stato (Asia-Pacifico) e avvocato che trascorre gran parte del suo tempo a effettuare campagne per i diritti umani in tutto il mondo.

Visita la nostra pagina Facebook

Articolo in inglese: Beijing Commits Only to ‘Reduce Dependency’ on Organ Pillaging
 
Articoli correlati