Pechino, massima allerta per l’imminente congresso del Pcc

Tra pochi giorni si riunisce a Pechino il 19° Congresso Nazionale, per rendere pubblica la prossima generazione dell’élite dirigente del Partito Comunista Cinese: le misure di sicurezza nella città sono al massimo livello.
Prima del Congresso, i trecento membri del Comitato Centrale, composto dai migliori funzionari del Partito, sono tenuti a partecipare alle sessioni plenarie presso l’Hotel Jingxi, dove è vietato l’accesso al pubblico. L’hotel, gestito da militari, è la sede dei convegni dei personaggi di alto rango appartenenti al Pcc. I media di Hong Kong riferiscono che al momento è strettamente sorvegliato con metal detectors situati nelle vicinanze, mentre poliziotti armati pattugliano gli spazi pubblici altamente trafficati, come le piazze, le strade principali, le fermate degli autobus e l’aeroporto.

Un messaggio pubblicato su Weibo, il Twitter cinese, mostra la foto di un militare che accompagna le persone all’ascensore, nella stazione metropolitana di Chaoyangmen. I supermercati hanno sospeso le vendite di coltelli, che sono praticamente scomparsi dagli scaffali di numerosi punti vendita, e in un video postato in rete si vede lo staff di un supermercato di Pechino che rimuove addirittura forbici e rasoi.

Numerose attività della vita quotidiana sono state sospese, come le consegne dei corrieri espresso, che  dal 12 ottobre nell’area di Pechino si sono interrotte e la Reuters informa che, nella capitale, la ricerca di alloggi mediante Airbnb non dà disponibilità fino al 31 ottobre.
Inoltre, da radio Free Asia arriva la notizia che alle stazioni di rifornimento di carburante è vietato riempire bombole di gas, e che i residenti, per effettuare gli acquisti, devono richiedere alla polizia le autorizzazioni, che vengono rilasciate comunque in numero limitato.

Nelle ultime settimane, nello Xinjiang, le autorità del regime hanno  applicato un livello di allerta elevato: nella regione, in passato, le tensioni interetniche sono sfociate spesso nella violenza. Infine, è stata ulteriormente intensificata la censura su Internet, e sono stati arrestati cittadini che organizzavano petizioni e rimostranze.
Secondo quanto affermano i firmatari delle petizioni, fino a 500 uomini sono detenuti a Jiujingzhuang, una ‘black jail’ – prigione clandestina governativa – nei dintorni di Pechino.

 

Articolo in inglese: Beijing on High Alert as Major Party Congress Nears

Traduzione di Giuseppe Di Talia

 
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