Pechino: esercitazioni nel mare di Taiwan

Creano scompiglio le esercitazioni della marina cinese annunciate per mercoledì 18 aprile 2018 nello stretto che divide la Cina continentale dall’isola di Formosa.
Anche nota come Taiwan, l’isola è di fatto uno Stato autonomo democratico, ma il regime cinese la considera ancora parte del proprio territorio. L’allarmante annuncio viene dal Global Times, un organo ufficiale del regime spesso utilizzato a fini di propaganda.

L’esercitazione, in realtà, si terrà a 12 miglia nautiche dalla costa cinese e a 100 miglia nautiche dall’isola di Taiwan: una distanza sufficiente da evitare tiri mancini. Tuttavia il Global Times e altri giornali hanno scelto le loro parole in modo tale da creare allarme: per esempio hanno affermato, in modo in parte fuorviante, che le esercitazioni si terranno nello Stretto di Taiwan. Le testate internazionali hanno riportato questo fatto, ascrivendolo alla volontà di Pechino di provocare l’isola democratica e il mondo occidentale.
Il governo di Formosa, comunque, ha tranquillizzato i cittadini, assicurando che si tratta solo di esercitazioni di routine.

«L’esercito cinese sta usando i giornali per generare un falso senso di insicurezza a Taiwan – ha dichiarato Ian Easton, ricercatore del Project 2049 Institute, un gruppo di esperti americano – A questo punto, non c’è nulla di cui preoccuparsi; semmai navi o aerei cinesi potrebbero scontrarsi tra loro nella nebbia delle otto di mattina nella Baia di Quanzhou».

Easton ha anche scritto un libro sull’eventualità di un attacco della Cina contro Taiwan (intitolato The Chinese Invasion Threat). Conoscendo la materia, fa notare che l’aerea scelta per le esercitazioni è piccola, e non sono state riportate grandi manovre che possano generare preoccupazione; inoltre «l’intelligence militare degli Usa e di Taiwan monitoreranno quest’esercitazione con attenzione, nel caso improbabile che l’esercito cinese colga l’opportunità per lanciare qualche provocazione».

Un’analista, intervistato dal South China Morning Post di Hong Kong, ha inoltre affermato che l’esercitazione potrebbe avere lo scopo di distogliere l’attenzione mondiale dalla Siria, in modo da aiutare la Russia, grande alleato della Cina. In pochi però sono d’accordo con questa interpretazione: Easton fa notare che l’esercitazione era stata «quasi certamente pianificata molti mesi fa».

Il presidente americano Trump, a partire dalla discussa telefonata al governo di Taiwan nel giorno dell’insediamento, ha sempre mostrato amicizia verso questa ‘Piccola Cina’ insulare democratica. Di recente l’America ha anche accettato la richiesta di Formosa – avanzata da parecchio tempo – di aiuti da parte di imprese statunitensi nella costruzione di sottomarini. E nemmeno quest’ultimo segno di amicizia – prevedibilmente – è piaciuto al regime cinese.

In più Trump ha già firmato il Taiwan Travel Act – dopo l’approvazione del Congresso statunitense – che spiana la strada per gli incontri diplomatici del massimo livello tra Usa e Taiwan: fino a poco tempo fa, infatti, non era permesso alle massime cariche dell’isola di recarsi in visita diplomatica a Washington, dal momento che la maggior parte degli Stati del mondo – Usa compresi – aveva accettato la versione del gigante cinese, secondo cui Taiwan sarebbe solo una provincia della Cina. Evidentemente, ora qualcosa è cambiato.

 

Articolo in inglese: Beijing Stages Live-Fire Drills For Propaganda, But Taiwan Says It Will Not Be Scared

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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