Parabola cinese sulla leadership: manager, fidatevi dei vostri dipendenti

I Cinesi hanno un detto: «Se dubiti di qualcuno non usarlo; se usi qualcuno, non dubitare di lui». Si potrebbe anche tradurre con: «Se non ti fidi di qualcuno, non lo assumere; se lo assumi, non metterlo in dubbio».

Nell’attuale mondo commerciale quest’idea è più importante che mai. Se stai leggendo, è possibile che tu sia un capo, lavori per un capo o lo abbia fatto in passato. I leader di successo di vari settori hanno ammesso che il lavoro creativo e cosciente richiede un modo di lavorare aperto, trasparente e socialmente consapevole. Alcuni posti di lavoro, tuttavia, continuano a rimanere indietro, aspirando a una mentalità di comando-e-controllo tipica dell’era industriale. In queste organizzazioni l’equilibrio tra il bisogno di controllo di un datore di lavoro e la necessità di autonomia di un impiegato rimane carico di tensione.

I leader dell’antica Cina forniscono alcuni spunti di riflessione su questa relazione. Con il racconto degli episodi tratti dalle carriere del duca Huan e Guan Zhong, che governarono insieme lo stato della Cina orientale oltre duemila anni fa, mostriamo alcuni principi sulla leadership che riguardano la fiducia e l’autonomia.

ASSUMERE PER L’INDOLE E L’ADATTAMENTO CULTURALE

Assumereste qualcuno che una volta ha cercato di uccidervi? E qualcuno con un curriculum pieno di progetti non portati a termine? Il duca di Qi fece esattamente questo quando assunse Guan Zhong, che era colpevole di entrambe le cose.

Guan Zhong era stato al servizio di uno dei rivali del duca e sotto quel vecchio capo aveva cercato di uccidere il duca Huan. Ma non solo; nessuna delle sue imprese aveva portato frutti. Come soldato una volta disertò e le sue azioni in qualità di uomo d’affari erano mediocri.

Tuttavia attraverso uno dei suoi ministri più anziani, che era un amico stretto di Guan Zhong, il duca imparò a valutare Guan con altri criteri.

Per il ministro, che aveva lavorato con Guan fin da quando erano giovani, la missione fallita per uccidere il duca non era segno di incompetenza. Né il fallimento nel sostenere il suo precedente signore feudale voleva dire che Guan non fosse affidabile. Sulla base delle loro esperienze condivise, il ministro riteneva che quell’azione mettesse in risalto le priorità di Guan: servire il popolo al massimo delle sue capacità, senza guardare chi fosse al potere. Era disposto a perdere la battaglia se significava vincere la proverbiale guerra.

«Se tu volessi governare un singolo Stato, io sarei abbastanza adatto» disse il ministro, «ma se speri di portare ordine in tutta la Cina, non usare altri che Guan Zhong».

Il duca interrogò Guan per due giorni di seguito. Il duca Huan vide che proprio per tutti i suoi apparenti difetti Guan Zhong incarnava i principi di generosità e apertura mentale che voleva per il suo governo.

L’uomo venne assunto e iniziò l’ascesa dello stato di Qi.

QUANDO LA FIDUCIA È MOLTIPLICATA NE SEGUE LA PROSPERITÀ

Non appena venne assunto per lo stato di Qi, Guan Zhong governò con i principi naturali taoisti, insegnando nel frattempo quella che in seguito venne resa nota alle persone come l’etica confuciana, migliorando il carattere morale dell’intera nazione. Ad esempio promosse i quattro principi fondamentali di decoro, giustizia, integrità e onore, che facevano leva sugli aspetti positivi della natura umana.

Nella stessa maniera in cui il duca si era fidato di lui per governare sul suo stato, Guan Zhong confidava che le persone fossero operose, e non le bombardava con tasse o amministrazioni superflue.

Entro pochi decenni, sotto la guida di Guan Zhong, Qi divenne il più ricco degli stati cinesi. L’esercito, che era stato schierato solo come difesa e per proteggere gli alleati contro gli aggressori, era ben preparato e adeguatamente equipaggiato e raggiunse la vittoria in ogni battaglia intrapresa. In più gli studenti e gli insegnanti da tutta la Cina andarono nello stato di Qi per studiare e lodarne le scuole di pensiero.

Il duca Huan di Qi divenne noto in tutti gli stati cinesi come un egemone; alla guida di una vasta alleanza tra i governanti feudali riuscì non solo a portare l’ordine nella sua terra ma anche a mantenere la pace con gli stati limitrofi.

Guan Zhong era profondamente consapevole dell’idea taoista secondo cui il miglior governo è quello che le persone percepiscono meno. I principi che usava per governare Qi si diffusero per tutta la Cina e successivamente influenzarono gli insegnamenti di Confucio.

AL PRIMO CONSIGLIO TRASCURATO INIZIA IL DECLINO

Passarono gli anni e Guan Zhong invecchiò. Nel vedere il saggio ministro sul letto di morte il duca Huan si sforzò di cercare un sostituto. Propose tre uomini, ma Guan li disapprovò tutti. Questi funzionari, notò, anche se esternamente apparivano leali, avevano ciascuno commesso atti disonorevoli contro le proprie famiglie, il che rifletteva il carattere mediocre e la scarsa comprensione dei principi morali fondamentali.

Come insegnarono Guan e in seguito Confucio, la famiglia rappresenta l’unità di base delle relazioni sociali umane. Non ci si può fidare di una persona che maltratta la propria famiglia assegnandogli potere sulla società.

Guan Zhong morì ma stavolta il duca Huan non aveva preso seriamente i suoi consigli. Anziché interpretare quei comportamenti come dimostrazione del fatto che i tre uomini erano dedicati unicamente al proprio avanzamento, il duca li prese come segni di lealtà.

Assunse i tre uomini come suoi ministri ed è abbastanza certo che i nuovi subordinati pianificarono immediatamente una ribellione.

I tre ministri rinchiusero il duca nel suo palazzo fingendo di andare a consegnare i decreti ufficiali. Il duca Huan, un tempo l’uomo più potente della Cina, morì di fame durante la prigionia e lo stato di Qi precipitò nel declino.

Articolo in inglese: Managers, Trust Your People: An Ancient Chinese Leadership Parable

 
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