Panama Paper, coinvolto il presidente dell’Ecuador

Dopo lo scandalo dei Panama Paper, il presidente ecuadoriano Rafael Correa aveva richiesto la loro completa divulgazione (11,5 milioni di documenti trapelati dallo studio legale Mossack Fonseca), dichiarando con orgoglio l’estraneità ai fatti del suo Paese. Ma pare che le cose non stiano così: secondo i giornalisti di McClatchy DC, i documenti trapelati dimostrano che già nel 2012 Correa e il fratello Fabricio (con cui ha rotto ogni rapporto) erano al centro di un’indagine dei funzionari anticorruzione di Panama.

I pubblici ministeri di Panama hanno dichiarato che gli investigatori hanno indagato su una società offshore nel Paese centro-americano, per una sospetta appropriazione indebita. L’indagine, che compare nei Panama Paper, rivela un’e-mail segreta che mostra Correa e suo fratello al centro delle indagini; l’inchiesta dimostra inoltre il collegamento diretto tra il direttore della società offshore e le imprese di costruzione di Fabricio.
Ma il direttore ha negato di conoscere Fabricio: «il presidente è una persona molto onesta – ha risposto a McClatchy Omar Simon, consigliere superiore del presidente Correa – Tutto questo è assolutamente falso. E non è coinvolto in nessuna società offshore, direttamente o indirettamente».

I giornalisti ecuadoriani hanno scoperto tre nomi di funzionari implicati nei Panama Paper che hanno legami con il governo di Correa. E la scorsa settimana McClatchy ha anche rivelato un’e-mail che cita il presidente Correa: «Il mio nome è Sara Montenegro, avvocato di Mossack Fonseca & Co. e vi scrivo per segnalare un’indagine da parte dell’ufficio del procuratore anti-corruzione di Panama in riferimento al signor Fabricio Correa e Rafael Correa Delgado per il reato di appropriazione indebita ai danni dello Stato ecuadoriano, un’indagine che coinvolge una società panamense, che a voi è stata ceduta nel 2006 e si chiama Orlion Group S.A.». Il messaggio è stato inviato il 4 maggio 2012 a un avvocato della società Legalsa & Asociados, che aveva aperto il conto offshore per un cliente sconosciuto.

In pratica, per due anni Mossack Fonseca stava cercando di entrare in possesso dei documenti know-your-customer (un delicato adempimento antiriciclaggio) della società offshore Orlion, avvalendosi di Legalsa & Asociados (il Gruppo Orlion aveva utilizzato la modalità più nascosta di titolarità di un’azienda offshore: quella che permette di avere un certificato azionario senza rivelare il proproi nome).
Ma nel 2012 Mossack Fonseca, dopo essere stata contattata dai funzionari anticorruzione, ha deciso di interrompere la fornitura di servizi per Orlion; quindi, due anni dopo Legalsa & Asociados ha richiesto per conto del suo cliente sconosciuto di riattivare l’azienda, ma la richiesta è stata negata.

Questa rivelazione è giunta dopo le dichiarazioni piene di orgoglio di Correa sul suo governo.

Ma in realtà nei Panama Paper la parola ‘Ecuador’ compare in più di 160 mila documenti segreti, con 109 mila apparizioni per la città di Guayaquil. A ogni modo, il fratello del presidente ha dichiarato in un’intervista telefonica a McClatchy di non conoscere il gruppo di Orlion Group S.A. o i suoi dirigenti e di non essere mai stato contattato per questo motivo dai funzionari di Panama.

Quel che è certo, è che l’Ecuador quanto a corruzione non naviga in buone acque. Nel 2015 Transparency International ha classificato 168 Paesi e territori nel suo Indice di Corruzione dei governi: l’Ecuador è al 106° posto.

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: ‘Ecuador President Rafael Correa Asks for Full Disclosure of Panama Papers, Realizes He Is in Them

 
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