Oricalco, il leggendario metallo di Atlantide, trovato in un relitto di 2.600 anni

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Secondo la leggenda gli uomini di Atlantide desideravano e ricercavano un metallo chiamato oricalco. I ricercatori ritengono di aver scoperto enormi quantità di questo metallo in un relitto di 2600 anni rinvenuto al largo della Sicilia, come annunciato all’inizio dell’anno.

La nave che trasportava il metallo, che corrisponde alla descrizione dell’oricalco, è affondata al largo della costa di Gela mentre entrava nel porto. Si pensa che il naufragio sia stato causato da una tempesta.

«Il relitto risale alla prima metà del VI secolo a.C.», ha dichiarato Sebastiano Tusa, sovrintendente del Mare della Regione Siciliana, in un’intervista a Discovery News. «È stato ritrovato a circa 300 metri dalle coste di Gela e a tre metri di profondità».

La nave proveniva probabilmente dalla Grecia o dall’Asia Minore. Il suo carico comprendeva 39 lingotti (o tavole, blocchi, mattoni rettangolari) del prezioso metallo. L’oricalco era considerato un metallo misterioso persino ai tempi di Platone, che ne parlò in uno dei suoi dialoghi, Crizia, del 360 a.C. In quel tempo si conosceva solo il nome di questo metallo, nessuno lo aveva mai visto personalmente.

«Tutte le pareti esterne del tempio (dedicato a Poseidone e Cleito), con l’eccezione dei pinnacoli, le avevano ricoperte con argento e i pinnacoli con l’oro», scrive Platone. «All’interno del tempio il soffitto era di avorio, curiosamente lavorato ovunque con oro e argento e oricalco; tutte le altre parti, i muri, le colonne e il pavimento, le avevano rivestite di oricalco».

Ma che cos’è l’oricalco esattamente? Poiché non appare nella tavola periodica degli elementi, sicuramente non era un singolo metallo. Si ritiene che fosse una lega, o una combinazione di metalli in una certa proporzione. Ma la formula esatta è stata discussa da scienziati e studiosi durante il corso della storia.

Inoltre Platone descrive il metallo dicendo che riflette una tonalità di rosso: «L’intero perimetro del muro, che circondava la parte più remota del muro, essi la rivestirono di ottone e il perimetro del muro vicino lo rivestirono con dello stagno e il terzo, che circondava la cittadella, risplendeva della luce rossa dell’oricalco».

Si sostiene che l’oricalco sia stato inventato da Cadmo, un personaggio della mitologia greca, che si dice essere anche il responsabile della nascita di Tebe e dell’importazione in Grecia dell’alfabeto fenicio.

Dario Panetta, amministratore di Technologies for Qualities (TQ), ha analizzato la composizione dei lingotti utilizzando la fluorescenza a raggi X. Si è scoperto che i 39 lingotti erano composti per il 75-80 per cento da rame, per il 15-20 percento da zinco e per la percentuale restante da nichel, piombo e ferro, ha dichiarato a Discovery News.

Questa composizione è simile a quella del moderno ottone, una lega di rame e zinco. Gli studiosi hanno sempre pensato all’oricalco come una lega simile al bronzo, che potrebbe essere stata prodotta nell’antichità con la cementazione con un crogiolo attraverso la reazione con minerale di zinco, carbone e rame.

«Non è mai stato trovato niente di simile», continua Tusa. La città di Gela è stata fondata nel 689 a.C., ed è cresciuta fino a diventare ricca, con una vasta gamma di botteghe artigiane. Tusa ritiene che l’oricalco fosse destinato per essere usato nei negozi degli artigiani e lavorato per creare decorazioni di qualità.

Immagine di una pepita di bronzo e un illustrazione di una città sommersa fornita da Shutterstock

Articolo in inglese: ‘Orichalcum: Legendary Metal of Atlantis Found in 2,600-Year-Old Shipwreck

 
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