Nuovo record di investimenti cinesi verso gli Stati Uniti

Nuovo record di investimenti cinesi negli Stati Uniti: è stato raggiunto un valore di 18,4 miliardi di dollari nel primo semestre del 2016, il triplo dello stesso periodo dell’anno scorso, addirittura oltre i 15,3 miliardi di dollari dell’intero 2015.

Secondo la società di ricerca Rhodium Group, la maggioranza del capitale cinese che si è riversata negli Usa deriva da un’intensa attività di fusioni e acquisizioni. Il crollo del mercato azionario cinese, iniziato a giugno 2015, ha incrementato il flusso di investimenti esteri della Cina verso il resto del mondo. La crescente incertezza sui tassi di cambio, aggiunta alla preoccupazione per le future prospettive economiche e politiche, ha spinto gli investitori della Terra di Mezzo a cercare di mettere in salvo i propri capitali in rifugi sicuri come gli Stati Uniti.

«La rapida crescita dei capitali cinesi in uscita Ide (investimenti esteri diretti) nella prima metà del 2016 – afferma il Rhodium – ha scatenato reazioni politiche sia in Cina che nelle economie ospitanti».

Questa fuga di capitali ha portato a un’ulteriore accentuazione del deficit Ide nella bilancia dei pagamenti della Cina, per cui le autorità di vigilanza cinesi stanno aumentando i controlli sulle transazioni che hanno per oggetto investimenti all’estero, continua Rhodium: «La leadership cinese continua a ribadire il suo impegno verso una maggiore liberalizzazione esterna, ma le preoccupazioni sul deflusso di capitali sono chiaramente cresciute e l’Ente statale di vigilanza sugli scambi valutari esteri, assieme ad altri organismi di controllo, hanno compiuto alcuni ‘passi informali’ negli ultimi mesi per gestire il deflusso di valuta estera».

Questo ha aumentato le preoccupazioni sulla capacità delle imprese cinesi di concludere gli affari, facendo salire i premi al rischio e le reverse break fee [multe che si pagano negli Usa se il compratore viola il contratto d’acquisto, ndt] per gli acquirenti cinesi.

Il netto incremento dell’attività affaristica cinese negli Stati Uniti sta anche preoccupando le autorità di vigilanza statunitensi.

La Commissione per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius), revisiona le acquisizioni estere perché potrebbero rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale; e la Cina negli ultimi anni è prima per numero di transazioni coperte (operazioni che comportano o potrebbero comportare il controllo di un’azienda statunitense da parte una persona straniera). Inoltre, un certo numero di transazioni hanno incontrato ritardi a causa del Cfius e di altri pareri degli enti di vigilanza tra i quali Syngenta, Ironshore, Fidelity e Guaranty vita.

STRATEGIE CONTRO INVESTIMENTI FINANZIARI

Nel 2016, gli investimenti cinesi negli Stati Uniti sono stati distribuiti su una vasta gamma di settori, tra i quali intrattenimento, prodotti e servizi per il consumatore, tecnologia e settore automobilistico.

Oltre alle attività di fusione/acquisizione, i progetti Greenfield (in cui le start-up iniziano a costruire le loro operazioni da zero) guidate da progetti ad alta intensità di capitale nel settore immobiliare e manifatturiero.

Più dell’80 per cento di tutte le transazioni di investimenti cinesi negli diretti Stati Uniti nel 2016 sono considerati investimenti strategici (imprese che investono nelle loro principali aree di attività). Il più grande investimento strategico è stata l’acquisizione da parte di Haier del reparto elettrodomestici di GE per 5,6 miliardi di dollari, nel settore dei prodotti di consumo; mentre il secondo per grandezza si è verificato nel settore dell’intrattenimento, dove Wanda ha acquistato Legendary Entertainment per tre miliardi e mezzo di dollari.

Altri settori che attraggono grandi investimenti includono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (l’acquisizione della Omnivision Technologies da parte di un consorzio cinese per 1,9 miliardi di dollari) e il setttore automobilistico (acquisizione di Ningbo Joyson di sistemi di sicurezza a chiave per 920 milioni di dollari).

Sempre secondo Rhodium, gli investimenti finanziari (investimenti a rendita finanziaria) sono stati circa tre miliardi e mezzo di dollari, il 20 per cento del totale nel 2016. La maggior parte dei quali sono stati guidati da investitori privati che hanno acquistato immobili commerciali nelle principali città costiere.

PROSPETTIVE

A fine giugno 2016, il valore degli investimenti cinesi annunciati ma non ancora completati, secondo l’analisi di Rhodium, si avvicinava di nuovo a un massimo storico (33 miliardi di dollari). Le principali transazioni di fusione/acquisizione includono l’offerta di 6 miliardi di dollari del gruppo HNA per il distributore di tecnologia Ingram Micro, i sei miliardi e mezzo dell’acquisizione della Strategic Hotels & Resorts da parte di Anbang, e l’acquisizione di Lexmark da parte dell’Apex Technology per 3,6 miliardi di dollari.
Restano pendenti anche gli investimenti in progetti di sviluppo immobiliare a New York e in California.

«L’appetito delle aziende private cinesi per gli investimenti degli Stati Uniti rimane alto […] è ragionevole supporre che gli shock geopolitici recenti (Brexit) e il conseguente rafforzamento del dollaro, aggraveranno i deflussi di capitali nei prossimi mesi», conlude Rhodium «In questo modo, è probabile che le autorità di vigilanza dovranno mantenere o addirittura incrementare il controllo delle operazioni di investimenti esteri diretti, in particolare per le offerte che coinvolgono grandi quantità di valuta estera e quelle di natura finanziaria».

Articolo in inglese: Chinese Set New Record for US Investments

 

 
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