Nativa americana in Islanda con i vichinghi secoli prima di Colombo?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Gli scienziati sono alla ricerca di risposte agli enigmi della storia passando al setaccio il codice genetico di alcuni islandesi. L’obiettivo della loro ricerca è stato scoprire se una donna nativa americana del Nuovo Mondo fosse arrivata in Europa assieme ai vichinghi, cinque secoli prima che Cristoforo Colombo fosse tornato in Spagna con i nativi americani a bordo.

È ben noto grazie ai resoconti storici e ai ritrovamenti archeologici che i vichinghi hanno istituito delle colonie sulle rive del Nord America poco prima dell’anno 1000 d.C.. Tuttavia ciò che non si sa con certezza è come una famiglia di islandesi sia arrivata sorprendentemente ad avere un patrimonio genetico che include un indicatore risalente all’anno 1000 d.C. che solitamente viene riscontrato nei nativi americani.

Nel 2010, è stato riportato che i primi nativi americani arrivarono nel continente europeo intorno all’XI secolo. Lo studio, condotto dal deCODE Genetics, un importante laboratorio islandese di ricerca sul genoma, ha scoperto la presenza di un gene unico in solo quattro distinte linee familiari. La linea di discendenza, che è stata chiamata C1e, è mitocondriale, il che significa che i geni sono stati introdotti da e tramandati attraverso la linea femminile.

Le prove del dna hanno suggerito che una nativa americana abbia (volontariamente o involontariamente) accompagnato i vichinghi al loro ritorno in Islanda. La donna è sopravvissuta al viaggio in mare e successivamente ha avuto dei bambini nella sua nuova patria. A oggi, ci sono ottanta islandesi che hanno il gene distinto tramandato da questa donna.

Tuttavia, vi è un’altra spiegazione per la presenza del C1e in questi ottanta islandesi. È possibile che i geni dei nativi americani siano comparsi in Islanda in un periodo successivo allo sbarco di Colombo nel Nuovo Mondo. È stato suggerito che una donna nativa americana possa essere stata portata in Europa continentale dagli esploratori molto tempo dopo le spedizioni vichinghe e che poi lei sia andata in qualche modo in Islanda. Tuttavia, considerato il fatto che a quel tempo l’Islanda era decisamente isolata, i ricercatori ritengono questo scenario improbabile.

In ogni caso, l’unico modo per eliminare completamente questa possibilità, è che gli scienziati ritrovino i resti di una donna islandese dell’epoca precolombiana affinché i suoi geni possano essere analizzati e venga dimostrato che contengano il lignaggio C1e.

Un altro problema al quale i ricercatori devono far fronte è che i geni C1e potrebbero non provenire da una nativa americana, ma da una donna di qualche altra parte del mondo. Ad esempio, nessun gruppo di nativi americani viventi ha un lignaggio del dna corrispondente a quello ritrovato negli ottanta islandesi. Tuttavia, potrebbe essere che quei nativi americani, che avevano quel lignaggio, siano attualmente estinti.

Una possibilità, che era stata proposta all’inizio della ricerca, è che i geni provengano dall’Asia. Quest’ipotesi è stata alla fine esclusa, in quanto i ricercatori sono arrivati a capire che il lignaggio C1e era presente in Islanda già nel XVIII secolo, quindi molto prima della comparsa dei geni asiatici negli Islandesi.

Sebbene nelle leggende vichinghe si possano riscontrare incontri con i nativi americani, conosciuti come Skraelings (o stranieri), non vi è alcuna menzione riguardo al fatto che dei vichinghi abbiano portato al ritorno in Islanda assieme a loro una donna nativa americana. Inoltre, la documentazione archeologica disponibile non rivela alcuna presenza di una donna nativa americana in Islanda.

Ripubblicato con l’autorizzazione del sito Ancient-Origins.net. Leggi l’articolo originale.

 
Articoli correlati