Messico, il boss della droga ‘El Chapo’ torna in manette

«Missione compiuta, lo abbiamo preso», ha twittato venerdì il presidente del Messico Enrique Peña Nieto. ‘El Chapo’ Guzmán, potente boss del narcotraffico ricercato dalle autorità del Paese dall’11 luglio 2015, quando era fuggito dal carcere di massima sicurezza per la seconda volta in 14 anni, è stato di nuovo arrestato.  La precedente fuga era avvenuta nel 2001 dal carcere di sicurezza di Jalisco; Guzmán era poi stato ricatturato solo a febbraio 2014. Questa volta la sua latitanza è durata meno: «Voglio informare tutti i messicani del fatto che Joaquín Guzmán Loera è stato arrestato», ha puntualizzato Nieto.

Guzmán, 58 anni, sfruttando anche la sua bassa statura, aveva trasformato i tunnel sotterranei nei suoi alleati più fedeli, sia per il traffico di droga che per nascondersi. Perfino per evadere la scorsa estate dal carcere di massima sicurezza in cui era detenuto, il boss della droga aveva fatto costruire un cunicolo su misura, lungo 1,5 km, che lo aveva fatto sbucare direttamente in una casetta in costruzione ad Almoloya.

Il presidente Nieto ha inoltre ringraziato le forze dell’ordine messicane, che hanno permesso di arrivare al ‘lord’ del cartello di Sinaloa e di rafforzare quindi lo «stato di diritto in Messico». La notizia della cattura è arrivata all’alba dopo un comunicato stampa della Marina Armata messicana, che ha informato di un’operazione presso un’abitazione della città di Los Mochis, a Sinaloa, dove i fuciieri di marina del Messico sono anche stati attaccati da persone armate presumibilmente appartenenti alla «criminalità organizzata». 

Il blitz era scattato a seguito di una denuncia da parte di cittadini, che avevano informato le autorità della presenza di persone armate in una casa, vicino alla quale erano appostati quattro veicoli di cui due blindati. A seguito dell’irruzione un mlitare è rimasto ferito, ma è fuori pericolo. Cinque degli aggressori sono invece stati uccisi e altri sei arrestati.

Per catturare El Chapo (inserito dal periodico Forbes nella lista degli uomini più ricchi al mondo e detentore di un patrimonio è stato stimato in oltre un miliardo di dollari) Stati Uniti e Messico avevano offerto una ricompensa di quasi 9 milioni di dollari in totale, secondo quanto riporta il quotidiano Elespectador. Senz’altro, le autorità sapevano che mettere una taglia era l’unica strada per arrivare al nascondiglio del più potente criminale messicano, che aveva raggiunto la popolarità tra gli abitanti del luogo, fornendo denaro ai disagiati in cambio di lealtà, protezione e favori.

 
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