Los Angeles, i praticanti del Falun Gong raccontano la brutale persecuzione

LOS ANGELES – Dal 15 al 17 ottobre, oltre quattromila praticanti del Falun Gong provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a Los Angeles, tenendo parate, manifestazioni e una fiaccolata con l’intento di sensibilizzare il popolo americano riguardo alla brutale persecuzione attualmente in corso in Cina.

«Sono stato detenuto illegalmente molte volte. Il periodo più lungo è di undici anni e due mesi. Durante la detenzione, sono stato picchiato e tenuto continuamente sotto controllo. Sono stato anche sottoposto al lavaggio del cervello», ha ricordato Zhang Peng, ex docente universitario e avvocato cinese. Zhang Peng e altri praticanti del Falun Gong si sono radunati al molo di Santa Monica per raccontare storie di torture, coraggio e determinazione riguardo alla disumana persecuzione che sta tutt’ora avvenendo al di là del Pacifico.

Zhang pratica il Falun Gong, una disciplina spirituale tradizionale cinese che è stata introdotta in Cina nel 1992 e che adesso è praticata da decine di milioni di persone in tutto il mondo. La disciplina prevede la pratica di una serie di cinque serie esercizi meditativi e l’assimilazione dei principi di verità, compassione e tolleranza. Tuttavia, il Partito Comunista Cinese ha impedito che Zhang e milioni di altri praticanti del Falun Gong migliorassero la propria salute fisica e spirituale. Il 20 luglio 1999, l’ex capo del Partito Jiang Zemin ha dichiarato solennemente di voler sradicare la pratica e ha dato avvio a una persecuzione, che al momento perdura da sedici anni.

Secondo Minghui.org, un sito web che riporta informazioni sul Falun Gong e sulla persecuzione in Cina, nel corso di questo periodo, a causa delle torture inflitte e degli abusi subiti, sono morti circa 3.900 praticanti, e altri centinaia di migliaia sono stati detenuti nelle carceri e nei campi di lavoro forzato. I ricercatori hanno stimato che nel periodo dal 2000 al 2008, sono stati uccisi 65 mila praticanti in conseguenza del prelievo degli organi vitali al quale sono stati sottoposti per alimentare il redditizio settore dei trapianti della Cina. Avendo ragione di credere, in base alle indagini effettuate, che questa lugubre pratica del prelievo forzato degli organi sia continuata anche negli anni successivi, si ritiene che il reale bilancio delle vittime sia molto più consistente.

Attorniata dai grandi striscioni inneggianti la fine della persecuzione del Falun Gong, esposti al molo di Santa Monica dove si è tenuto il raduno, la signora Gao Weiwei ha dato un resoconto delle torture inflitte a sua sorella Gao Rongrong, il cui caso particolarmente rilevante di morte è stato anche documentato da Amnesty International. Gao Rongrong è stata «privata del sonno, costretta a fare lavori forzati e sottoposta al lavaggio del cervello. Le guardie carcerarie hanno ustionato il suo viso con i manganelli elettrici per sette ore di fila, fino a carbonizzare la sua pelle», ha detto Gao Weiwei.

Jiang Li, una praticante della città di Chongqing, nella Cina sudoccidentale, ha raccontato che sono stati detenuti e torturati quasi tutti i suoi familiari. Nel 2009 il padre della signora Jiang è stato picchiato a morte, il suo corpo è stato cremato senza il consenso della famiglia e successivamente i funzionari cinesi hanno detto ai suoi familiari che i suoi organi erano stati rimossi e utilizzati come campioni.

La famiglia di Jiang ha quindi ingaggiato alcuni avvocati per chiedere giustizia per suo padre, tuttavia, non sono stati risparmiati neanche loro: «Non appena i due avvocati sono arrivati a casa dei miei genitori, alcuni membri dell’ufficio della pubblica sicurezza, della stazione di polizia, dell’Ufficio 610 e del Comitato per gli Affari politici e legali (Plac), hanno fatto irruzione in casa e hanno iniziato a picchiare gli avvocati e i miei familiari». L’Ufficio 610 è una organizzazione simile alla Gestapo nazista, istituita appositamente per perseguitare i praticanti del Falun Gong.

Recentemente Zhang Peng, Gao Weiwei e Jiang Li hanno inviato delle denunce penali contro Jiang Zemin (che non ha alcuna parentela con Jiang Li, ndr) al più alto organo giudiziario del regime cinese. In seguito a una riforma legale dello scorso maggio, con la quale si prevede l’accettazione di tutte le querele indifferentemente dall’identità dei querelanti, sono state inoltrate oltre 180 mila denunce contro l’ex leader del Partito.

Il dottor Yingnian Wu, portavoce del Falun Gong a Los Angeles e professore presso l’Università della California, ha dichiarato: «Crediamo che presto Jiang Zemin sarà portato davanti alla giustizia e verrà punito secondo la legge, il diritto internazionale e le leggi cinesi, perché ha infranto molte leggi in Cina».

«UN EVENTO BELLISSIMO»

Verso l’una del pomeriggio, circa mille praticanti del Falun Gong si sono messi in marcia in direzione dell’oceano, dal distretto commerciale di Third Street Promenade fino al molo di Santa Monica, e sono tornati indietro. Abbigliati in t-shirt gialla e pantaloni bianchi, hanno esposto bandiere e striscioni riportanti frasi come ‘il Falun Gong è buono’ e ‘Verità, Compassione, Tolleranza’, sia in inglese che in cinese. Una banda musicale in abiti tradizionali ha accompagnato la sfilata.

«Ritengo questa parata un bellissimo evento», ha detto Emmanuel Smith, un cardiologo che ha assistito alla sfilata. «Penso che sia davvero una cosa positiva per Santa Monica. Questo mondo ha bisogno di un po’ di pace, tolleranza e diversità».

«Nel corso del tempo sono state perseguitate molte persone e credo che debba essere mostrata la stessa tolleranza nei confronti di tutti gli esseri umani in qualsiasi parte della Terra».

Il regista Dave High, altro spettatore della parata, ha detto: «Sarei felice di incamminarmi dietro di loro per tutto il percorso fino a quando le mie vecchie gambe me lo permetteranno. È una cosa meravigliosa. Ammiro il fatto che queste persone si schierino pubblicamente in favore delle libertà, soprattutto quelle di pensiero e di credo spirituale».

PETIZIONE PER PORRE FINE AL PRELIEVO DEGLI ORGANI

Durante tutto il pomeriggio, dallo sventolare delle numerose bandiere ritraenti il Falun (un cerchio colorato con quattro simboli yin-yang e cinque svastiche dorate) alla fresca brezza del Pacifico, decine di praticanti hanno dato dimostrazione dei lenti e aggraziati esercizi meditativi della disciplina. Prima di essere resa nota dai nazisti, la svastica era ampiamente conosciuta come un antico simbolo buddista di buona fortuna.

I praticanti hanno anche allestito uno stand per fornire informazioni sulla pratica del prelievo forzato degli organi in Cina e per raccogliere firme con l’intento di chiedere la fine di questi crimini.

Paul Capcan-Bennett, un residente locale, stava passeggiando nella zona con la sua famiglia e, dopo aver accettato e letto un opuscolo informativo sul prelievo degli organi, ha deciso di firmare la petizione. «Sono rimasto scioccato da quanto ho appena letto», ha esclamato il signor Capcan-Bennett. «È assurdo pensare che non ne abbia mai sentito parlare in precedenza!» Ha poi aggiunto di non sapere come opera il Partito Comunista, ma ritiene «che la gente del mondo libero debba conoscere la verità e fare pressione sul governo cinese. So che una persona sola non può cambiare il mondo, ma se ad alzare la voce sono più persone, allora arriverà il momento in cui ci sarà una svolta».

Anche Paul Antoine, ex marine, ha firmato la petizione assieme a sua moglie e un loro amico. «Questo prelievo di organi su persone ancora in vita deve essere fermato immediatamente», ha commentato il signor Antoine. «Una volta ho servito questa Nazione e farò del mio meglio per proteggere coloro che sono soppressi dalla tirannia. Ecco perché ho firmato».

 
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