L’imperatore Shun

L’imperatore Yao vedendo che suo figlio Dan Zhu non aveva i requisiti giusti per succedergli al trono, si mise in cerca di uomini dalla forza morale e dal carattere adatti a cui poter passare il gravoso compito di guidare il Paese.

In principio incontrò quattro candidati, ma essi declinarono l’offerta; fortunatamente, l’ultimo di questi, un saggio di nome Si Yue, gli raccomandò un quinto possibile candidato: Yu Chonghua, un povero uomo che aveva un posizione sociale bassa ma un carattere e una levatura morale elevatissimi; proprio quest’uomo fu quello che verrà ricordato col nome di Imperatore Shun

PIETÀ FILIALE IN UNA FAMIGLIA INGRATA

Yu Chonghua aveva vissuto l’intera fanciullezza all’ombra di una perfida famiglia acquisita. Quando la sua vera madre morì, il padre si risposò con una donna che maltrattava Shun e il suo fratello maggiore; i due ragazzi ricevevano frequentemente percosse e rimproveri e in alcuni giorni erano lasciati a patire la fame.

Il fratello maggiore non sopravvisse a queste torture, mentre il futuro imperatore usò queste sofferenze per rafforzare il carattere e il suo senso morale. Quando arrivò all’età di circa 10 anni, il maestro taoista Wu Cheng Zi vide un futuro luminoso per il fanciullo e decise di insegnargli a leggere e scrivere.

Un antico ritratto dell’imperatore Shun

A causa dell’interferenza della matrigna, però, il futuro promettente del ragazzo fu rovinato, così che egli si ritrovò a dover badare al bestiame invece di studiare.

I racconti tradizionali riguardanti la vita e la famiglia di Shun, descrivono il padre come un uomo ottuso, cocciuto e incapace di distinguere il bene dal male, la matrigna come una donna di scarsa intelligenza, dotata di una scaltrezza sinistra e una natura falsa e disonesta, e il fratellastro come una persona arrogante, feroce e egoista.

Tuttavia Shun trattò sempre con il dovuto rispetto filiale la sua famiglia violenta: quando il padre lo picchiava con la bacchetta, egli sopportava silenziosamente la punizione, solo quando stava per picchiarlo con un pesante bastone, egli scappava, ma solo per impedire al padre di procurargli delle ferite incurabili o di ucciderlo, cosa che avrebbe fatto commettere al padre un crimine gravissimo; invece, ogniqualvolta la famiglia si trovava nel bisogno, egli andava in suo soccorso.

SHUN CONVOCATO DA YAO

Alla fine, i continui maltrattamenti della famiglia portarono Yu Chonghua a decidere di lasciare la casa paterna per andare a vivere in un altra regione; si stabilì in un villaggio della zona che attualmente corrisponde alla provincia dello Shanxi, dove divenne un abile artigiano di porcellane.

Qui si fece notare presto tra gli abitanti del luogo come un ragazzo così rispettoso e gentile che persino le bestie feroci gli portavano rispetto e aiuto. Una volta, mentre lavorava per dissodare una terra incolta intorno al monte Li, un elefante selvatico lo aiutò ad arare il terreno e gli uccelli a estirpare le erbacce. La gente del popolo interpretava queste cose come segni di buon auspicio e testimonianze della grandezza d’animo di Shun. Erano anche una ricompensa per il suo duro lavoro e la sua virtù. Infatti, intorno all’area del Monte Li, aiutò a risolvere molte dispute per le terre offrendo i campi più in piano e facili da arare alle persone povere e deboli, mentre per se stesso ricavava dei pezzi di terra coltivabili in quelle aree che nessuno voleva. La sua generosità fu un esempio che stimolò il senso del sacrificio, che si diffuse in tutta la comunità, e molte persone vennero da fuori per vivere e lavorare vicino a Shun.

Quando il saggio Si Yue consigliò all’Imperatore Yao  Yu Chonghua (Shun) come candidato, questi aveva circa trent’anni ed era molto riluttante ad accettare l’incarico, infatti disse a Si Yue: «Io sono un uomo di bassi natali e non ho sogni nascosti di grandezza». Quando Yao convocò Yu Chonghua per un incontro, secondo i testi di storia dello studioso confuciano Xun Zi, l’Imperatore gli chiese: «Come dovrei governare il mondo, quali metodi mi consiglieresti di usare?», egli rispose: «Se mantieni la risolutezza senza andare fuori strada, se stai attento ai dettagli senza stancarti mai, se rimani risoluto nella fede e nella lealtà, il mondo ti asseconderà naturalmente. Mantenendo l’equilibrio tra ciò che appartiene al cielo e ciò che appartiene alla terra e stando attento a ogni particolare con la stessa chiarezza del sole e della luna, la tua onestà e la tua fedeltà prevarranno dentro di te e si manifesteranno anche fuori di te, e prenderanno forma visibile anche sui quattro mari e brilleranno in ogni luogo. Cosa c’è da governare allora?».

Rimasto molto impressionato da queste parole, l’Imperatore gli diede come spose le sue due figlie, insieme con molti doni; Shun stabilì la sua nuova residenza vicino al fiume Gui e continuò a servire la famiglia acquisita come prima faceva con la propria, e le sue mogli assunsero il dovere femminile come era tradizione e senza arroganza.

Nel vedere gli onori dati a Shun, la sua famiglia non era per nulla contenta, anzi fremeva di rabbia e gelosia; il fratellastro ordì persino vari piani per ucciderlo. Questi attentati fallirono tutti, e, al contrario ebbero come effetto che, vedendo la sua inamovibile virtù e l’assenza totale di risentimento, i familiari malevoli smisero di creargli problemi.

GLI INCARICHI DI SHUN

Per preparare Shun a salire sul trono, l’Imperatore Yao gli conferì il potere di amministrare il governo e l’educazione, oltre all’incarico di ricevere i duchi e i principi delle varie regioni. Quando incontrava la nobiltà, Shun stava molto attento a osservare l’etichetta e a mantenere un’atmosfera solenne.

L’educazione così come la voleva Shun, era basata sul principio che i giovani dovessero imparare dagli anziani. Nel ‘Libro dei Riti’, si narra che fece costruire le residenze dei Ministri anziani e dei cittadini comuni vicino ai granai, dove i bambini venivano portati tutti insieme per acquisire conoscenze e saggezza. Questo sistema divenne la base dell’educazione durante la dinastia degli Zhou occidentali, nel decimo secolo d.C.

Durante questo periodo, immense inondazioni dovute al grande Diluvio (raccontato nel precedente articolo Il Diluvio universale e l’imperatore Yao) stavano ancora devastando la Cina; uno degli incarichi più pericolosi che l’imperatore diede a Shun, fu di viaggiare attraverso il Paese per valutare la gravità dell’inondazione. Attraversare montagne, foreste, fiumi, paludi era davvero un’impresa difficile, resa ancora più ardua dalle improvvise piogge torrenziali e dalle violente tempeste, era facile perdere la strada o essere attaccati da serpenti velenosi o bestie feroci in grado di mangiare gli uomini.

Shun guidò i suoi uomini con coraggio: durante una spedizione attraverso una foresta lontana da terreni battuti, lui e i suoi uomini incontrarono tre tigri che ruggivano minacciose alla vista di tanti uomini (da poter mangiare), Shun tuttavia si fermò e con calma parlò loro dicendo: «Noi siamo qui per ordine dell’imperatore Yao, per sondare l’entità del Grande Diluvio e salvare le persone. Non ci aspettavamo di trovarvi qui, per favore tornate nelle vostre grotte e non ostacolateci il cammino». Le tigri lo assecondarono e se ne andarono. A proposto di questo evento l’imperatore Yao commentò:«O gli Dei lo hanno benedetto, o la sua sincerità è tanto grande da toccare il cuore di ogni creatura».

(Brocken Inaglory/CC BY-SA 2.5)

IL REGNO DI SHUN

Quando l’imperatore Yao chiese a Shun di prendere il trono, egli modestamente declinò l’offerta; Yao tuttavia era anziano e Shun agiva già come un reggente, con l’assistenza del Ministro dell’agricoltura. Presto, però, vari segni di buon auspicio convinsero Shun che doveva accettare di salire sul trono.

Yao voleva passare il trono a Shun attraverso un antico rituale di abdicazione, come descritto nei testi della dinastia Han, in un modo rispettoso delle divinità e molto elaborato; perciò l’Imperatore fece dei bagni rituali, si astenne dal cibo e dal vino e costruì nuovi altari. Chiese a Shun e ad altri di pregare il cielo per scegliere un giorno propizio per iniziare il processo di trasferimento.

Un giorno Yao, mentre con alcuni suoi sottoposti celebrava una cerimonia di sacrifici agli dei, immerse un pezzo di giada nel fiume e subito una luce multicolore esplose fuori dall’acqua, nuvole e vapori di buon auspicio si assembrarono sui monti, un vento forte spirò e le acque del fiume si alzarono; un dragone apparve fra le rapide portando qualcosa tra i denti, si avvicinò all’altare e lo depose sopra, ritornando poi nel profondo delle acque. Il dono era una mappa delle posizioni del sole, della luna e delle stelle e anche delle montagne, dei fiumi e della terra così com’erano in quel momento. Questo è il noto ‘He Tu’, tradotto solitamente come la Carta del fiume Giallo.

Dopo due anni Yao stava conducendo una seconda cerimonia rituale, quando apparve una tartaruga gigante con un grande libro sulla sua corazza. Il volume fatto con gusci di tartaruga, era inciso con caratteri cinesi che chiedevano l’ascensione al trono di Shun, questo era il famoso ‘Lou Shu’, l’iscrizione di Luo.

Moderni diagrammi di ‘He Tu’ (La Carta del fume Giallo) e di ‘Luo Shu’ (Iscrizione di Luo). (Philolo/PD-Art)

Dopo aver assistito a questi eventi straordinari Yao abdicò al trono e Shun venne nominato ufficialmente Imperatore.

Il governo dell’imperatore Shun fu molto compassionevole: le punizioni corporali e le torture cruente furono abolite e usate solo in rarissimi casi estremi; i crimini che una volta venivano puniti con l’amputazione del naso, dei piedi o con la decapitazione, o i tatuaggi a marchio indelebile dei crimini commessi, furono sostituiti con esili, multe o frustate.
Tutto questo era in linea con l’enfasi che Shun dava all’educazione morale: l’imperatore credeva, infatti, che un società dove le persone provassero vergogna a commettere crimini, fosse superiore a una in cui il popolo fosse costretto all’obbedienza con la forza.

Articolo in inglese: Legendary Foundations of Chinese Civilization: Emperor Shun

 
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