Libro espone incubo della sottrazione forzata di organi in Cina

GERUSALEMME — In un recente viaggio a Gerusalemme, David Matas, avvocato e attivista per i diritti umani, si è fermato per sole 48 ore, ma ha avuto comunque il tempo per una intervista dopo una lunga giornata di incontri. Il suo profondo pozzo di energia sembra provenire in parte dal suo entusiastico impegno nella lotta per i diritti umani.

Nel 2009, il canadese Matas ha scritto “Bloody Harvest: la sottrazione degli organi ai praticanti del Falun Gong in Cina” con David Kilgour, ex segretario di Stato canadese. Il libro era una versione aggiornata ed estesa di un rapporto del 2006 con lo stesso titolo, che fece orrore al mondo con le sue rivelazioni dell’uccisione sistematica a scopo di grandi profitti, provenienti dai trapianti di organi, da parte della comunità medica cinese. Tra le altre rivelazioni, ha stabilito la veridicità delle affermazioni secondo cui i praticanti del Falun Gong scomparsi vengano uccisi per i loro costosi organi.

I trapianti illegali di organi da donatori di origine non nota, ricevuti da pazienti stranieri in cambio di grandi somme di denaro, rimangono un enorme problema di diritti umani in Cina. Senza un sistema nazionale per la donazione volontaria di organi, la Cina misteriosamente ha un numero tremendo di organi già disponibili su richiesta per il trapianto. Secondo una ricerca del Falun Dafa Information Center, delle decine di migliaia di trapianti di organi effettuati in Cina annualmente, le donazioni volontarie sono solo nell’ordine delle centinaia.

Ciò significa che il lavoro di Matas è lontano dall’essere ultimato.

Avendo speso gli ultimi anni nel creare interesse sulla questione attraverso Bloody Harvest e prendendo contatti con professionisti della comunità medica dei trapianti, Matas ha pubblicato un altro libro quest’anno, “State Organs: Transplant Abuse in China” (Organi di Stato: abuso dei trapianti in Cina). Il libro è stato redatto assieme al dott. Torsten Trey, membro fondatore e direttore esecutivo di Doctors Against Forced Organ Harvesting (DAFOH). È una raccolta di 20 saggi di autori da quattro continenti.

Matas è anche autore di altri libri su argomenti che includono l’antisionismo e l’antisemitismo, così come i criminali di guerra nazisti in Canada. Ma i suoi due libri più recenti sull’espianto di organi illegale in Cina prendono di mira un problema molto specifico e urgente.

“Ciò che ho trovato è stata una vera e comune inquietudine tra i professionisti dei trapianti”, ha detto Matas riguardo al mettere assieme gli autori dei saggi nel suo nuovo libro. Ha aggiunto che parte di tale inquietudine deriva dall’impatto che le pratiche immorali di trapianto della Cina hanno sulla reputazione della comunità mondiale dei trapianti — a volte avendo un effetto sui finanziamenti.

Matas, che viaggia spesso sia per il suo lavoro di avvocato che di attivista, dice che si applica a problemi diversi contemporaneamente. Egli vede la pubblicazione del suo nuovo libro sull’espianto di organi come “un altro modo per divulgare il messaggio”.

Il suo senso di urgenza per il problema è ben fondato. Secondo delle stime dalla ricerca che lui e altri hanno fatto, ogni anno in Cina 1.000 prigionieri del braccio della morte vengono uccisi e vengono da loro prelevati gli organi, 500 trapianti provengono da donatori familiari in vita, 500 organi sono espiantati da Uiguri, Tibetani e Cristiani Orientali Indipendenti e 8.000 da praticanti del Falun Gong.

A questo fine, i saggi nel libro esaminano l’abuso sistematico in Cina della medicina per i trapianti illegali. Il libro include scritti di: Arthur L. Caplan, capo della divisione di Bioetica del Langone Medical Center della New York University; Jacob Lavee, direttore dell’Unità di Trapianto Cardiaco al Centro Medico Sheba di Israele; Gabriel Danovitch, direttore medico per il Programma di Trapianto di Reni e Pancreas alla UCLA’s School of Medicine, e più di una decina di altri.

Un punto chiave che Matas presenta nel suo nuovo libro è che il desiderio di fermare l’espianto di organi è molto più grande di se stesso e del co-autore del suo libro precedente. “Sia David Kilgour che io non siamo giovani, (e) stiamo facendo entrambi altre cose”, ha detto Matas. “Ciò [la lotta contro la sottrazione degli organi] non può basarsi su di noi. Il messaggio di questo libro è che il contributo necessario va oltre quello di noi stessi”.

Un obiettivo che Matas ha, nel continuare a sollevare il problema, è che le singole Nazioni attuino delle leggi per richiedere ai medici di registrare i pazienti che hanno ottenuto trapianti all’estero, o ai governi di perseguire le persone che hanno ricevuto una tale operazione illegalmente. Finora, i tentativi rispetto ad una tale legge sono stati limitati, ma Israele è uno dei pochi Paesi in cui queste restrizioni esistono.

La Legge sui Trapianti d’Organi israeliana vieta il turismo dei trapianti (la pratica di viaggiare all’estero per ottenere organi da donatori stranieri). La legge promuove anche l’autosufficienza nazionale nella donazione degli organi. L’attuazione di tale legge è stato un risultato diretto del libro Bloody Harvest.

Oggi Matas ritiene che il miglior luogo da cui generare pressione sia dall’interno della professione dei trapianti stessa. Ciò include il lavorare perché l’Associazione Mondiale dei Medici espella l’Associazione Cinese dei Medici (ACM). Ma gli avanzamenti finora sono lenti, dato che l’ACM raggruppa ogni tipo di medico professionista in Cina, non solo quelli coinvolti nei trapianti.

“Se i professionisti cinesi dei trapianti smettessero di fare [gli espianti illegali di organi], questo porrebbe fine ad essi”, ha detto. “La professione [dei trapianti, dentro e fuori dalla Cina] attraverso la pressione dei pari, può fermarli”.

Nel frattempo Matas continua a concentrarsi sulla promozione del suo nuovo libro, che è vicino a vendere completamente la sua prima ondata di stampe. Egli incoraggia anche coloro che lo leggono e che sentono il problema dell’espianto di organi in Cina a “fare ciò che possono fare”.

“Scrivete una lettera, parlate ad un vicino, andate ad una manifestazione”, ha detto, in riferimento alle possibilità di azione. “Ciò con cui state avendo a che fare sono diritti umani, quindi non sapete chi ne sarà colpito e quando”.

Quanto al mettere gli altri sotto la luce dei riflettori con la sua nuova pubblicazione, Matas ritiene che assumere un ruolo più di supporto sarà in effetti di beneficio al problema.

“Le persone diranno, ‘Ti ho visto alla TV, ma non riesco a ricordare ciò che hai detto'”, sottolinea Matas riguardo al suo lavoro a partire dal libro del 2009 e dalle varie udienze congressuali, manifestazioni pubbliche ed eventi a cui ha preso parte per parlare del problema. “C’è bisogno di coinvolgere altre persone”.

Con reporting aggiuntivo di Matthew Robertson.

Articolo in inglese: Book Details China’s Nightmarish World of Organ Harvesting
 
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