Libia: Onu decide per la soluzione politica. Italia chiede ruolo guida

Il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite ha deciso: la soluzione alla crisi libica deve essere politica. Alla riunione di ieri ha partecipato anche l’Italia, che si è detta disponibile ad assumersi le responsabilità del caso e ad impegnarsi per il mantenimento della pace.

Nella riunione del 18 febbraio l’Onu ha in primo luogo condannato i recenti atti di violenza in Libia – le decapitazioni dei 21 cristiani copti mostrate in un video dai terroristi dell’Isis – definiti «orribili e brutali» da Bernardino León, rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione di supporto dell’Onu in Libia, secondo quanto riportato dal sito delle Nazioni Unite.

León, in collegamento video con il Consiglio da Tripoli, ha enfatizzato l’importanza di cercare un punto di incontro e di cooperazione tra le opposte fazioni politiche e regionali in Libia affinché si possa raggiungere la stabilità nel Paese e quindi rafforzare l’autorità dello Stato Libico; solo in questo modo per León si potrà neutralizzare il gruppo terroristico dell’Isis, che ha potuto formarsi e insidiarsi in Libia a causa dell’instabilità politica post-rivoluzione.

«Sconfiggere il terrorismo in Libia è un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso la volontà politica e istituzionale di un governo libico unito che, per affrontare le innumerevoli sfide che gli si parano davanti, avrà bisogno del forte e inequivocabile sostegno della comunità internazionale», ha concluso León, secondo quanto riportato dal sito dell’Onu.

In questo contesto però il governo egiziano al Consiglio di sicurezza ha chiesto la revoca dell’embargo armi per la Libia e il governo libico di Tobruk si è accodato alla richiesta. Il gruppo terroristico del Daesh (Isis) attualmente tiene sotto minaccia con le armi il governo libico.

L’ITALIA HA UN RUOLO IMPORTANTE

Al Consiglio di Sicurezza Onu era presente anche Sebastiano Cardi, Rappresentante Permanente Italiano. Cardi ha dichiarato: «Siamo pronti a contribuire al monitoraggio di un cessate il fuoco e al mantenimento della pace, pronti a lavorare all’addestramento delle forze armate in una cornice di integrazione delle milizie in un esercito regolare e per la riabilitazione delle infrastrutture», riporta Ansa.

Anche il ministro degli Interni Angelino Alfano ha ribadito: «Noi siamo parte di una comunità internazionale e siamo pronti a fare la nostra parte», riporta Ansa.

Intanto l’Italia prende anche misure di sicurezza: l’Eni ha fatto rientrare i dipendenti italiani dalla Libia dato che i terroristi dell’Isis potrebbero avere tra le priorità di eventuali attacchi proprio gli impianti petroliferi.

 

 

 
Articoli correlati