L’esercito cinese trasforma gli studenti universitari in propagandisti di regime

L’Esercito cinese sta reclutando nell’est del Paese studenti universitari per trasformarli in propagandisti del regime.

Con un mandato del 6 aprile, la Riserva dell’esercito della provincia di Anhui ha così imposto all’Università di Chaohu l’istituzione di un’Unità per la guerra ideologica a difesa di Internet e dei media di 20 studenti. Annotazioni sul documento indicano che un funzionario scolastico non ben identificato abbia approvato l’ordine, impegnandosi anche a raccogliere nome, genere e matricola degli studenti assegnati alla squadra.

Il documento è stato postato su Twitter da Hasawa Tenzin Neema, un giovane attivista per la liberazione del Tibet. Il primo a darne notizia è stato il China Digital Times.

Un utente Twitter, ha colto il lato divertente del tentativo di reclutamento di studenti universitari da parte dell’esercito commentando: «Le forze armate del Partito hanno deciso di abbandonare le armi in favore delle penne».

Ma gli sforzi del regime cinese per spingere i propri cittadini a fare propaganda di Partito non sono certo un argomento su cui ridere. Ogni anno, il regime stanzia miliardi di dollari a sostegno del sistema di sorveglianza di Stato, in nome di un fantomatico «mantenimento della stabilità sociale». Alcuni di questi finanziamenti stipendiano una rete di commentatori online (i cosiddetti ‘influencer’ o ‘troll’), che hanno il compito di navigare in internet e influenzare l’opinione pubblica a favore del regime.

Questo gruppo di commentatori a pagamento è noto come ‘l’Esercito dei 50 centesimi’; il soprannome deriva infatti dal gettone che ricevono per ogni post che pubblicano sui profili social e sulle bacheche online di siti cinesi, e talvolta stranieri. Circa 4 milioni di questi troll assoldati per questo scopo sono appunto studenti universitari, e sono sottoposti alla sorveglianza della Lega della gioventù comunista.

La Lega della gioventù comunista, nella provincia di Anhui, si era inizialmente prefissata – secondo il China Digital Times – di impiegare come propagandisti almeno 15 mila studenti entro marzo 2014; ma da febbraio 2015 questa soglia è stata elevata a 150 mila studenti.

Gli studenti universitari cinesi non sono gli unici civili a essere assoldati come ‘occhi e orecchie’ del regime cinese sul web; a Pechino, infatti, circa 3 mila persone di ogni classe sociale aiutano la polizia locale nel monitoraggio di internet in modo apparentemente volontario.

 

Articolo in inglese: The Chinese Military Is Trying to Hire College Students to Be Propagandists

 

Immagine Shutterstock

 
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