Le conoscenze astronomiche di una tribù africana derivano dagli alieni?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Per decenni gli scettici e i sostenitori della teoria degli antichi alieni hanno affrontato il tema della possibile conoscenza astronomica della tribù dei Dogon.

In questo articolo diamo uno sguardo ad alcuni degli argomenti in materia da entrambe le prospettive. Parleremo di questa tribù africana del Mali e della presunta conoscenza di questo popolo sui movimenti di una stella, che è visibile dalla Terra solo con i telescopi moderni.

PRESUNTE CONOSCENZE ASTRONOMICHE DEI DOGON

Sirio è la stella più luminosa nel cielo e ha avuto un posto di rilievo in molte culture antiche. Sirio dista circa 8,7 anni luce dalla Terra e ha per stella compagna una nana bianca, Sirio B, che non può essere osservata a occhio nudo. Gli astronomi hanno supposto la sua esistenza per la prima volta intorno al 1830 per poi sviluppare più tardi nel XIX secolo un modello teorico della sua orbita attorno a Sirio (adesso denominato Sirio A).

Gli astronomi erano a conoscenza che Sirio B dovesse essere costituita da una materia super densa; tuttavia le specifiche erano al di là della loro comprensione fino a quando nel 1926 la fisica quantistica ha contribuito alla loro definizione. Nel 1894 le irregolarità nel movimento di Sirio B avevano portato gli astronomi a considerare l’esistenza di una terza stella, Sirio C, che esercitasse un’influenza sulla sua orbita. Se Sirio C esista o meno è tuttora questione di dibattito.

Si dice che la tribù dei Dogon avesse tutte queste conoscenze ben molti secoli prima degli gli astronomi occidentali. A detta loro, Sirio è un sistema a tre stelle. Hanno fornito una descrizione accurata di Sirio B sostenendo che è una stella compagna di Sirio, che è invisibile dalla Terra, che ha un periodo orbitale di cinquant’anni, che viaggia intorno a Sirio A lungo un percorso ellittico e che è costituita da un tipo di materia pesante che non si trova sul nostro pianeta.

Un diagramma dei Dogon che si dice rappresenti l’orbita ellittica di Sirio B intorno a Sirio A (Wikimedia Commons)

Si dice anche che i Dogon siano a conoscenza che la Terra e gli altri pianeti ruotano sui loro assi, che orbitano attorno al Sole, che Giove ha quattro lune e che Saturno ha un anello che lo circonda.

Un articolo pubblicato dall’osservatorio Chandra della Nasa riportava: «Carl Sagan [astronomo, divulgatore scientifico e autore di fantascienza statunitense, ndt] ha commentato nel suo libro Broca’s brain [La mente di Broca, ndt] che, come dimostrato da alcuni greci e da Copernico, la conclusione riguardo alle orbite planetarie può essere raggiunta senza l’alta tecnologia, sebbene sia una comprensione insolita. Per quanto riguarda le lune di Giove e l’anello di Saturno, con una combinazione di una vista straordinaria e un cielo perfettamente chiaro, potrebbe semplicemente essere possibile vedere loro senza un telescopio».

I DOGON AVREBBERO VISTO SIRIO B?

Tuttavia gli scettici e i sostenitori degli alieni antichi sembrano in linea generale concordare sul fatto che i Dogon non potevano aver osservato loro stessi Sirio B o la sua orbita intorno a Sirio A.

Secondo Liam McDaid, professore di astronomia presso il Sacramento City College e autorevole scienziato dell’organizzazione no profit The Skeptic Society, l’unico modo in cui Sirio B avrebbe potuto essere visibile ai Dogon (e a tutte le altre culture), è nel caso in cui alcune migliaia di anni fa fosse una gigante rossa. Se fosse questo il caso, chiunque avrebbe potuto facilmente osservare sia Sirio A che Sirio B in movimento. Alcuni sostengono che gli antichi avrebbero effettivamente descritto Sirio come una gigante rossa.

Tuttavia McDaid ha spiegato in un articolo scritto per la società: «Un problema con questa idea è che per almeno decine di migliaia di anni Sirio B è stata una nana bianca. Se Sirio B fosse stata una gigante rossa solo alcune migliaia di anni fa, a oggi ci sarebbe ancora una nebulosa planetaria brillante ed evidente attorno alla stella. Ma non si nota alcuna nebulosa del genere».

Un Hogon, un leader spirituale dei Dogon (Wikimedia Commons)

«Il secondo problema è che gli scrittori dell’antichità sembravano utilizzare i colori per le stelle in modo diverso dagli scienziati attuali (avevano descritto Polluce, Arturo e Capella come ‘rosse’ – un osservatore moderno definirebbe loro rispettivamente color giallo-arancio, arancio e giallo)».

«E infine, perfino se qualche migliaio di anni fa Sirio B fosse stata una gigante rossa visibile, come avrebbero potuto i Dogon sapere che Sirio B sarebbe stata ancora lì dopo essere diventata una nana bianca?»

McDaid ha concluso, come ha fatto il famoso astronomo Carl Sagan, che la conoscenza dei Dogon di Sirio B dovesse provenire da una cultura avanzata. Sagan e McDaid hanno ipotizzato che deve essere provenuta dalla cultura occidentale moderna, altri sostengono che sia improbabile.

POSSIBILITÀ DI CONTATTI CON L’OCCIDENTE?

La teoria che i Dogon possedessero questa conoscenza avanzata di Sirio B si basa sui resoconti antropologici della dottoressa Germaine Dieterlen, segretario generale della Société des Africainistes al Musée de l’Homme di Parigi, e del dottor Marcel Griaule che nel 1930 hanno fatto visita insieme alla tribù.

Il libro di Robert Temple [scrittore statunitense ,ndtIl mistero di Sirio pubblicato nel 1976, ha reso popolare la teoria degli antichi alieni come spiegazione delle conoscenze dei Dogon. Ha confutato le motivazioni fornite da Sagan sul perché i Dogon potessero aver acquisito le conoscenze astronomiche attraverso il contatto con il mondo occidentale.

In una lettera aperta a Sagan, scritta nel 1981, Temple ha dichiarato: «Dal momento che [la dottoressa Dieterlen, ndt] ha trascorso gran parte della sua vita con i Dogon e conosce loro e le loro tradizioni più intimamente di chiunque altro, la sua opinione su una possibile origine occidentale delle conoscenze di Sirio da parte di questa tribù è della massima importanza. E lei risponde a tale ipotesi con una sola parola: “Assurdo!”».

Durante un’intervista per uno speciale della Bbc, la dottoressa aveva mostrato unmanufatto dei Dogon di quattrocento anni fa che rappresenta le tre stelle del sistema di Sirio. Temple ha detto che questa parte era stata eliminata dalla trasmissione americana e la ragione potrebbe essere che gli scettici americani abbiano ignorato questa prova e la testimonianza della Dieterlen.

Temple, in un’intervista giudiziosa e lucida per lo spettacolo piuttosto bizzarro Talk Psychic, ha dichiarato: «Se chiedete ai Dogon, loro vi diranno. E questo è quello che nessun altro vuole sentire. Raccontano che i loro antenati avevano ricevuto queste informazioni dai visitatori provenienti dal sistema della stella Sirio».

Temple ha detto che la conoscenza del sistema di Sirio è pervasiva nella cultura dei Dogon, «è rappresentata in… centinaia o migliaia di oggetti, simboli, coperte tessute, statue scolpite eccetera». Temple ritiene impossibile che questa conoscenza possa essere penetrata nella cultura della tribù così velocemente, ovvero dal momento in cui gli astronomi occidentali hanno fatto queste scoperte a quando la Dieterlen e Griaule hanno iniziato le loro ricerche nel 1931.

Ha continuato: «E l’idea che queste centinaia o migliaia di oggetti vengano considerati come falsi sapientemente fabbricati in modo da sembrare antichi di secoli… mi sconcerta ancora di più. Sono quelle considerazioni come questa e molte altre – come la sacralità tribale della tradizione che rende improbabile che questa conoscenza potesse provenire da intrusi occidentali, i quali non sarebbero stati presi in considerazione o ritenuti affidabili dai meticolosi e tradizionali sacerdoti della tribù – portando la dottoressa Dieterlen a respingere e definire “assurda” l’ipotesi delle origini occidentali di queste conoscenze».

Nel 1979-1980 l’antropologo Walter van Beek ha studiato i Dogon. Ha riscontrato la cosmologia della tribù molto diversa da quello riportata da Griaule e dalla Dieterlen. Van Beek ha detto che la comprensione da parte dei Dogon del sistema Sirio non era né chiara, né unificata. Ha ricevuto differenti spiegazioni dai diversi membri della tribù e alcuni di loro hanno detto quello di aver appreso quelle conoscenze dal dottor Griaule.

Griaule è stato criticato per aver fatto uso di domande formulate in modo da suggerire le risposte e per aver inculcato le conoscenze astronomiche nei Dogon, sebbene Genevieve Calame-Griaule, figlia del dottor Griaule, abbia a sua volta criticato i metodi di van Beek. Non è chiaro se i cambiamenti riscontrati nei Dogon dagli anni 30 possano giustificare le scoperte di van Beek.

Dal XIX secolo fino all’inizio del XX, il contatto dei Dogon con la società occidentale, ovvero con persone che potessero essere a conoscenza delle scoperte astronomiche, era limitato. Tuttavia qualche interazione c’è stata, quindi non è impossibile che abbiano assunto queste informazioni in questo modo. E tuttavia, se fosse anche così, è possibile che avessero già questa comprensione del sistema di Sirio?

Articolo in inglese: Did Ancient Aliens Impart Advanced Astronomical Knowledge to the Dogon Tribe?

 
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