Le bevande zuccherate aumentano il rischio di malattie cardiovascolari

Consumare bevande zuccherate per due settimane aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, secondo una recente ricerca effettuata su giovani adulti. Lo studio ha messo in luce la relazione diretta tra la quantità di zucchero aggiunto nelle bevande e l’aumento dei specifici fattori di rischio di malattie cardiovascolari.

Queste scoperte rafforzano i risultati di un precedente studio epidemiologico che mostrava come il rischio di morire per malattie cardiovascolari— la causa principale di morte in tutto il mondo— aumenta quanto maggiore è il consumo degli zuccheri aggiunti.

«Tali scoperte indicano chiaramente che gli esseri umani sono estremamente sensibili agli effetti nocivi dell’eccesso di zucchero alimentare», ha detto Kimber Stanhope, ricercatrice presso la Scuola di Medicina Veterinaria Uc Davis.

ANCHE POCO PUÒ ESSERE TROPPO

Per lo studio, pubblicato online sull’American Journal of Clinical Nutrition, 85 uomini e donne dai 18 ai 40 anni sono stati inseriti in quattro gruppi differenti.

Durante i 15 giorni dello studio hanno consumato bevande dolcificate con sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, equivalente allo 0, 10, 17,5 o 25 per cento del loro fabbisogno calorico giornaliero.

Al gruppo di controllo 0 per cento è stata data una bevanda senza zucchero ma con aspartame, un dolcificante artificiale.

All’inizio e al termine dello studio i ricercatori prelevavano il sangue ogni ora per monitorare i cambiamenti nei livelli di colesterolo, trigliceridi e acido urico— tutti noti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Questi fattori di rischio aumentavano all’aumentare della dose dello sciroppo di mais. Anche i partecipanti che consumavano il 10 per cento della dose hanno mostrato un aumento delle lipoproteine del colesterolo cattivo e dei trigliceridi rispetto alle loro concentrazioni all’inizio dello studio.

L’aumento dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari è stato maggiore negli uomini e non dipendeva dall’aumento di peso corporeo. Secondo la Stanhope, queste scoperte sottolineano la necessità di estendere la ricerca utilizzando studi di intervento dietetici, finalizzati a determinare quali sarebbero i livelli prudenti per il consumo di zuccheri aggiunti.

Gli Istituti Nazionali di Sanità, il National Center for Research Resources, il Piano d’Azione per la Ricerca Medica, l’Istituto Nazionale della Salute del Bambino e dello Sviluppo Umano, l’Istituto Nazionale dell’Invecchiamento e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America hanno finanziato la ricerca.

Fonte: UC Davis. Ripubblicato da Futurity.org ai sensi di Creative Commons License 4.0.

Articolo in inglese: ‘Heart Risks Spike After 2 Weeks of Sugary Drinks

 
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