Lo scambio in rete di energia è realtà

NEW YORK — Il futuro peer-to-peer energetico tra consumatori è già qui. La prima rete elettrica mondiale su piccola scala – microrete di distribuzione – che usa il metodo di transazione Blockchain (tipo Bitcoin, per intendersi) tra consumatori è iniziata a New York.

La prima transazione di energia tra due privati cittadini è avvenuta l’11 aprile, a Presidente Street, a Brooklyn, dove il residente storico e attivista di giustizia sociale Eric Foreman ha venduto energia rinnovabile (prodotta in eccesso dal suo impianto solare installato sul suo tetto) all’ex direttore dell’Energy Star National Bob Sauchelli. Questo è stato l’inizio di una relazione di vendita d’energia prodotta in eccesso tra cinque abitazioni su un lato della President Street e altre cinque sul lato opposto.

La microrete di Brooklyn è un’impresa su piccola scala nei quartieri di Gowanus e Park Slope. Consente ai residenti di scambiare e di vendere l’energia solare a livello locale, attraverso le installazioni solari sul tetto, senza coinvolgere aziende dei servizi pubblici nazionali, ma basandosi invece su una startup di New York chiamata Rete TransActive.

La Rete TransActive, (Tag) è una joint venture tra LO3 Energy, fondata da Lawrence Orsini, e i sistemi Consensys, che permettono ai clienti di scambiare energia tra loro utilizzando una combinazione di contratti intelligenti e di un software chiamato Blockchain Ethereum.

I Blockchains sono programmi che rendono possibile creare libri mastro digitali. Il mercato finanziario li privilegia per la loro sicurezza, trasparenza, e capacità di accedervi in tempo reale: «Sai esattamente cosa è successo, quando è successo, chi consuma cosa, e chi ha prodotto cosa», spiega Orsini.

Blockchains è comunemente noto per essere associato con Bitcoin. Secondo Orsini però, «Bitcoin sta a Blockchain come il Kleenex sta alla stoffa».

Il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha dato il via alla strategia ‘Riforma della visione energetica’, dopo che l’uragano Sandy nel 2011 ha lasciato due milioni di persone senza energia a New York.
Si tratta di un tentativo per ripulire lo Stato e per promuovere una migliore efficienza energetica sotto forma di microreti, impianti solari installati sui tetti e altre soluzioni, oltre a fornire una convenienza e una scelta più ampia per i clienti su come gestire e usare la loro energia. Nel febbraio 2015, Cuomo ha chiesto di introdurre un incentivo di 40 milioni di dollari per progettare un certo numero di microreti, mettendole in grado di funzionare in parallelo con la rete elettrica nazionale.
In caso di tempeste, come l’uragano Sandy, potevano slacciarsi dalla rete principale e diventare indipendenti in modo che se la linea principale si interrompeva, era garantito l’approvvigionamento energetico a certe aree selezionate.

Secondo Orsini, il 30 per cento del potenziale energetico delle risorse che vengono prelevate dal terreno vanno perse nelle centrali elettriche durante il processo di produzione di energia; e un altro sette per cento dell’energia si perde durante il suo tragitto di trasferimento dalla centrale elettrica verso destinazioni remote. «È un modo molto più sano per costruire le infrastrutture dei servizi pubblici», sostiene Orsini, che ama pensare le microreti come a non «distruttive per le utenze, ma a un’evoluzione delle utenze».

Il Connecticut è diventato il primo stato degli Usa a lanciare un programma di microreti nel 2003, impegnando, in tutto 18 milioni di dollari di sovvenzioni per oltre nove progetti.
Altri innovatori nel campo della sostenibilità risiedono in California, che nel 2014 ha promesso 26,5 milioni di dollari per dei progetti di microreti, e ha fissato il suo obiettivo a Zero Energia dalla Rete in tutti gli edifici residenziali popolari entro il 2020 e tutti i nuovi edifici commerciali entro il 2030. Zero Energia dalla Rete (ZNE – Zero Energy Net) significa un edificio che nel corso di un anno produce più energia di quella che consuma.

La rete TransActive si augura che il futuro lo scambio energetico possa contare di meno sui combustibili fossili e di più sulle energie rinnovabili, grazie a un comunità rispettosa dell’ambiente.

Secondo Orsini «Non siamo in un posto in cui dobbiamo avere enormi centrali elettriche molto distanti da noi. La tecnologia ha raggiunto il punto in cui può vivere proprio accanto a noi, sopra le nostre case dall’altra parte della strada e con impatti ambientali positivi».

 
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