La visita segreta di Assad a Putin

Con il favore delle tenebre e della protezione dei Servizi, il leader siriano Bashar al-Assad e il presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati martedì 20 ottobre per ‘un abboccamento notturno’.

Assad, a quanto pare, non lasciava il suo Paese dal 2011, quando la guerra civile è divampata in tutta la Siria; ma è bastata una richiesta di Putin a farlo muovere – secondo i media statali russi e siriani – e farlo arrivare a Mosca. La visita è stata resa nota al pubblico solo mercoledì, diverse ore dopo che i due si erano incontrati.

Le foto e i video diffusi dai media statali russi hanno mostrato Putin, Assad, il ministro della Difesa Sergey Shoigu, e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov seduti in sfarzose poltrone bianche al Cremlino; il verbale dell’incontro dice che Assad ha ringraziato Putin per aver sferrato i suoi raid aerei contro i ribelli nelle ultime tre settimane.
«Purtroppo, circa 4 mila cittadini provenienti dalle ex repubbliche sovietiche stanno combattendo contro l’esercito siriano» ha detto Putin con fare serio nel video dell’incontro, aggiungendo poi: «Non possono tornare in Russia».

Mosca è un alleato cruciale per la Siria, e questa visita evidenzia il ruolo progressivamente maggiore della Russia in questo conflitto. Inoltre, è evidente come Assad stia giovando di un iniezione di fiducia grazie alle incursioni dei caccia russi, che hanno colpito soprattutto le fazioni ribelli e i gruppi terroristi che combattono contro il leader siriano.
Dai verbali risulta anche che Putin abbia osservato che «il popolo siriano ha resitito per diversi anni, praticamente da solo, nella lotta contro questi terroristi internazionali».

Durante l’incontro i raid aerei hanno continuato a “sostenere gli sforzi del regime di Assad per sconfiggere le fazioni opposte”, recita un rapporto dell’Istituto di studi sulla guerra (un’organizzazione che monitora l’andamento della guerra in Siria) pubblicato mercoledì. Precedentemente, l’Istituto aveva osservato come, “due settimane di incursioni aeree avessero portato ben poco beneficio alla Siria”.
Storicamente, la Russia (e prima ancora l’Unione Sovietica) è un alleato fondamentale per la Siria: negli ultimi quattro anni, la Russia ha usato il suo potere di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per quattro volte, per bloccare le risoluzioni promosse dagli Stati Uniti contro la Siria mentre al tempo stesso la riforniva di armi.

Quanto ad Assad, alcuni osservatori sostengono che non sia uscito dalla Siria per tanti anni per paura di essere spodestato e che, essendo stata la sua prima apparizione in pubblico al di fuori della Siria a Mosca, questo indicherebbe che la Russia sia ora il maggiore alleato dell’assediato leader mediorientale. La Russia, ha dichiarato che l’obiettivo delle sue operazioni militari è l’Isis, ma ha anche colpito altri gruppi, come i terroristi anti-americani di Jabhat al-Nusra e i più moderati ribelli dell’esercito di Liberazione siriano, che viene armato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati (uno dei massimi leader dell’esercito di Liberazione siriano, si riferisce infatti che sia rimasto ucciso nel corso di questa settimana dalle bombe russe).
L’Osservatorio siriano sui diritti umani ha dichiarato venerdì che le vittime delle bombe russe in Siria sono state finora 370 (un terzo dei quali civili).

Gli Stati Uniti, che pure portano i loro attacchi aerei contro l’Isis, hanno in precedenza qualificato come un segno di debolezza l’intervento russo. A ogni modo, Washington e Mosca hanno siglato un accordo per regolamentare i voli di aerei e droni nei cieli della Siria, e anche Putin con i suoi commenti lascia supporre la possibilità di un accordo politico: «Sulla questione della stabilità in Siria, la nostra posizione è che dei buoni risultati militari getteranno le fondamenta di una stabilizzazione politica di lungo termine, nella quale siano incluse tutte le forze politiche e tutti i gruppi etnici e religiosi» ha detto Putin ad Assad. «In ultima istanza, è solo il popolo siriano che deve poter avere il potere di decidere di se stesso».

 

Articolo in inglese: ‘Why Assad Made a Secret Trip to Moscow to Meet With Putin’

 
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