La strategia segreta della Cina per sorpassare gli Stati Uniti

Cai Guoqiang, artista cinese nazionalista, è famoso in Cina perché viene pagato dagli occidentali per far saltare in aria i loro simboli. Quella che doveva essere una delle sue migliori esibizioni ha avuto luogo alla fine del 2012 al National Mall di Washington D.C. quando ha fatto saltare in aria un albero di Natale alto quattro piani davanti a importanti personaggi della élite politica sino-americana. Ci sono voluti mesi per ripulire dalla polvere nera generata dagli aghi di pino inceneriti il castello rosso sede dell’Istituto Smithsonian – per la gioia dei contribuenti americani, l’impresa è costata 250 mila dollari (220 mila euro circa). Cai è stato da poco premiato dal Dipartimento di Stato con la Medaglia delle Arti per il suo ‘contributo alla promozione della conoscenza e della diplomazia’.

«Non so se qualcuno degli ospiti ha riflettuto sul perché stessero osservando un artista cinese far saltare in aria un simbolo della fede cristiana nel centro della capitale della Nazione, a meno di un mese prima di Natale», questo è il sorprendente aneddoto di apertura di The hundred-year marathon: China’s secret strategy to replace America as the global superpower (La maratona dei cento giorni: La strategia segreta della Cina per rimpiazzare l’America nel ruolo di superpotenza globale), il nuovo libro del noto analista sulla Cina Michael Pillsbury – un tempo consigliere sia di Donald Rumsfeld che di Dick Cheney, che ha l’attenzione del Pentagono.

«In quel momento, non sono sicuro di essermi reso conto neanche io della sovversione del gesto».

Tuttavia, alla sovversione generale attuata dalla politica comunista cinese di vecchia data e agli atteggiamenti della Cina verso gli Stati Uniti viene dato un lungo e maturo riconoscimento nel suo nuovo libro.

La sua tesi di fondo è che il Partito Comunista Cinese abbia, sin da quando è salito al potere nel 1949, gestito una strategia per divenire il Paese più potente del mondo e che l’abbia messa in atto attraverso l’utilizzo del governo, della gente, del denaro, della proprietà intellettuale e della tecnologia degli Stati Uniti.

Nel frattempo, il governo degli Stati Uniti ha assecondato questa strategia – l’ha persino sostenuta – perché non l’ha mai compresa come un gioco pianificato della Cina, dice Pillsbury. Una classe di élite negli Stati Uniti ha persino favorito il processo. Secondo Pillsbury, il pensiero di questi personaggi era che la Cina si sarebbe felicemente integrata nella comunità internazionale armonizzandosi alle norme globali che sono implicitamente sottoscritte dagli Stati Uniti – e non avrebbe cercato di rimpiazzarli.

«Non è una strategia apertamente dichiarata», ha detto Pillsbury in una recente presentazione del suo libro presso l’Hudson Institute. «La prima regola del ‘Fight Club’ è non parlare del ‘Fight Club’. La Cina non ha descritto apertamente questa strategia – infatti erano molto sensibili riguardo al fatto che fosse divulgata».

«Questa implicita élite, costituita da eminenti accademici, diplomatici ed ex presidenti, ha avuto una notevole influenza su quei legislatori e giornalisti che hanno dissimulato la Cina. Io lo dovrei sapere bene – ho fatto parte di questo gruppo per molti decenni», scrive nel suo libro.

All’Hudson Institute, il libro di Pillsbury è stato presentato da Husain Haqqani, ex ambasciatore del Pakistan negli Stati Uniti – ha detto che il suo libro Magnificent delusions illustrava una simile dinamica tra il Pakistan e l’America.

«La ragione è che gli americani danno sempre per scontato che gli altri fondamentalmente vogliono le stesse cose che vogliano loro… Hanno una veduta ingenua del mondo», ha detto Haqqani.

La veduta del mondo cinese, almeno come descritto da Pillsbury, è completamente diversa da quella degli Stati Uniti ed è tutt’altro che ingenua.

Raffigura un mondo in cui – quando entro il 2049, l’anno presunto in cui finirà la sua maratona – la Repubblica Popolare della Cina non sarà un egemone che comanderà gli altri Paesi come si dice facciano gli Stati Uniti, ma «si avvarrà della sua virtù, del soft power e del suo fascino naturale» per dirigere il mondo. Oh, «e forse, in caso di disarmonia e che i Paesi non vadano d’accordo con la sua virtuosa leadership, della forza militare», aggiunge Pillsbury.

Questa, nell’istituzione militare e teorica cinese, è una visione comune tra i fautori della linea dura, che vengono chiamati ‘falchi’.

Quantomeno, uno dei metodi principali che i cinesi hanno utilizzato sarà familiare agli americani: Pillsbury lo paragona a «uno dei trucchi di Tom Sawyer». Questo ricorda la scena del romanzo di Mark Twain dove Tom è stato messo per punizione a imbiancare una recinzione e riesce a ingannare i suoi amici convincendo loro che quel lavoro ingrato fosse in realtà molto divertente. «La Cina sta usando la tecnologia del Paese per vincere la sua maratona dei cento anni», ha detto Pillsbury.

Il libro si basa su decenni di esperienza in giro per la Cina e tra funzionari militari e studiosi cinesi. A un certo punto del testo Pillsbury scrive: «Mi è stato detto – dalle stesse persone che mi avevano a lungo assicurato dell’interesse della Cina unicamente in un modesto ruolo di leadership all’interno di un emergente mondo multipolare – che il Partito Comunista sta realizzando il suo obiettivo a lungo termine di restituire alla Cina la sua ‘corretta’ collocazione nel mondo».

E continua: «In effetti, mi stavano dicendo che avevano ingannato me e il governo americano. Con forse un pizzico di minimizzato orgoglio, stavano evidenziando il più sistematico, significativo e pericoloso fallimento dell’intelligence nella storia americana. E dal momento che non ci rendiamo conto che la maratona è ancora in corso, l’America sta perdendo».

Visita la nostra pagina Facebook e il nostro account Twitter sulla Cina

Articolo in inglese: China’s Secret Strategy for Surpassing the US
 
Articoli correlati